Testata
La maschera dell’egoismo

di Mario Bernardini

Sommersi dal continuo fluire di notizie non si ha più tempo di valutare, riflettere, approfondire, conoscere e assimilare quanto ci viene comunicato.
Si sente e, inavvertitamente, si ascolta soltanto quanto richiama una superficiale attenzione per utilità o curiosità, difficilmente per approfondimento di argomenti d’interesse collettivo o riflessione e meditazione.
Nell’arco di meno di un mese abbiamo così avuto notizia di avvenimenti apparentemente diversi, ma che hanno un comune denominatore: ‘da dove vengo, chi sono, dove vado, cosa voglio’.
Dopo i gemelli ‘postal-market’, secondo una ‘azzeccata’ definizione di Aldo Isidori (vedi articolo a pag.2), è stata la volta: di ‘Copy-cat’  che è entrato a fare parte del cosiddetto ‘zoo dei cloni’, il gatto già clonato da oltre due mesi grazie al finanziamento di un anziano ‘mecenate’ (ma fino a che punto?) di oltre 80 anni: della felice utilizzazione delle cellule staminali  a Pavia per la cura della ‘Anemia di Fanconi’, una malattia piuttosto rara; dell’avvio legale in Gran Bretagna della ‘fertilizzazione in vitro’,  ‘mirata’ alla cura di un fratello del nascituro.
Nel primo caso abbiamo una ‘coppia’ che, per risolvere un ‘caso personale’ (o di coppia?) di legittima aspirazione alla procreazione, utilizza sistemi e mezzi oggetto di notevoli dubbi e perplessità da parte della collettività.
Nel secondo caso è l’ansiogeno ‘mito di Faust’ che si rifugia, in chiave moderna, nella clonazione, sia pur cominciando con l’espediente di preventivamente garantire la permanenza di un animale di affezione, anche lui, come ogni essere vivente compreso l’uomo, destinato a chiuder il suo ciclo terreno, ma che, solo per egoismo della superiore capacità intellettiva dell’uomo, diventa oggetto di ‘innaturali’ esperimenti in cui si intravede anche la logica del profitto.
Nel terzo caso si esalta la capacità dell’uomo che si impegna nello studio e nella personale formazione culturale e professionale con la speranza di realizzare, nel contesto del progresso della ricerca scientifica e di un preordinato lavoro di gruppo, applicazioni pratiche di immediata utilizzazione.
Nel quarto caso, infine, abbiamo l’espressione di una società nella quale i singoli componenti, per delega a propri rappresentanti eletti, accettano (o subiscono?) una decisione che rappresenta comunque un precedente giuridico di ‘selezione etnica’.
Un ‘crescendo’ che sempre più allontana il ‘modo di essere’ di ogni persona dal ‘modo di vivere’ nel contesto sociale.
Un ‘crescendo’ che fornisce occasioni all’opportunista e al furbo per mascherare il proprio egoismo con un distorto miraggio delle possibilità offerte dal progresso della Scienza e dalle applicazioni della Ricerca.
La Società ha più volte proclamato di essere convinta assertrice del ‘diritto della persona’ e del rispetto della necessità dell’individuale coinvolgimento in scelte decisionali capaci anche di condizionare il futuro destino dell’umanità. Per un convinto e partecipato coinvolgimento è la stessa Società che dovrebbe sollecitare in ogni suo componente una maggiore conoscenza di se stesso e di quanto è nascosto nell’intimo della propria personalità.
E’ tempo di decidere se vivere in una Società di Persone o rassegnarsi ad essere persone di una società.


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