Punti di vista
L’attenzione e l’impegno ‘politico’ per la Salute e la Sanità
sono stati notevoli nel corso del mese di giugno, anche se le notizie
in campo medico scientifico non sono state di minore spessore e importanza.
Basterebbe ricordare le direttive europee per le trasfusioni sicure,
l’annuncio dell’eradicazione della poliomielite in Europa e quello dell’avvio
per la realizzazione (in Italia) di un Centro per la ricerca euopea
sul cervello (di cui parleremo nel prossimo numero).
L’opinione pubblica è stata, comunque, maggiormente sollecitata
a seguire l’evolvere dei provvedimenti legati al contenimento della spesa
sanitaria, alle ipotesi di reintroduzione dei ‘ticket’, alle diverse situazioni
assistenziali a livello regionale per effetto del ‘federalismo sanitario’,
alle prospettive di nuovi interventi sulla sanità con la prossima
Finanziaria.
Gli argomenti connessi agli aspetti economici hanno prevalso, ancora
una volta, su quelli d’interesse scientifico, culturale e formativo.
In questo scenario, a cavallo tra l’ultima decade di giugno e i primi
giorni di luglio, si inseriscono, anche per i rapporti con il settore
della ricerca, l’assemblea pubblica di Farmindustria, l’associazione delle
maggiori industrie farmaceutiche, e l’assemblea di Assobiotec, l’associazione
che raggruppa le imprese biotecnologiche italiane e che fa parte di Federchimica,
seguite, in questi giorni, dallo studio presentato dal Censis su valore,
costo e utilizzazione dei farmaci.
Delle due Assemblee riferiamo in altra parte del Giornale. Mi sia,
invece, consentito formulare una riflessione su uno dei punti che il Segretario
Generale del Censis, Giuseppe De Rita, ha esposto a premessa dello
studio statistico elaborato, su un campione di mille intervistati, con
la consueta capacità e competenza.
Se ho bene afferrato il concetto, De Rita paragona ad una piramide
l’attuale situazione per chi voglia considerare l’atteggiamento della società
nei confronti del farmaco e della ricerca, il cui vertice è
rappresentato dalla ricerca stessa, la base dalla richiesta di cura dei
singoli, mentre il centro, che sarebbe la parte in maggior ‘fermento’,
comprende i medici alle prese con il processo di trasformazione tecnologica
e con le richieste e attese sempre più esigenti e personali dei
singoli assistiti.
Immagine suggestiva e condivisa, salvo abbassare al livello intermedio
la Ricerca che, con i medici, è coinvolta in un dinamismo di nuove
esigenze e attese della popolazione ed è anch’essa soggetta ad un
vertice rappresentato, in sanità, ma non solo, più
da contingenti esigenze economiche di ‘spesa’ e ‘guadagno’, anche nel più
attuale concetto di coinvolgimento del privato nei programmi di intervento
pubblico.
Forse si continua ad approfondire il solco tra intervento sociale
e attesa individuale, uno spazio che può essere soltanto in parte
colmato dai medici ricordando il più volte richiamato e condiviso
principio espresso dal Presidente della FNOMCeO, Giuseppe Del Barone:
“Un corretto rapporto medico-paziente basato sull’ascolto e sull’attenzione
per i timori e le ansie che ogni malato porta con sé, sulla umanizzazione
di questo rapporto e sul rispetto del Codice di Deontologia adeguato nel
corso degli anni alle mutate esigenze di una società in continua
evoluzione.”
Mario Bernardini
|