Sarà ospitato presso le struttutre della
Fondazione Santa Lucia
Istituto per la Ricerca Europea sul Cervello
Dal 5 al 10 ottobre ‘Conferenza internazionale’ per
comprenderne le funzioni
Progetto EBRI
E’ stato presentato il 27 giugno a Roma, presso il Consiglio Nazionale
delle Ricerche il progetto dell’European Brain Research Institute
(EBRI), il primo centro di ricerca europeo interamente dedicato agli
studi sul cervello, che avrà sede in Italia e che sarà ospitato
nella Capitale nelle strutture della Fondazione Santa Lucia.
Gli studi saranno orientati in particolare verso la comprensione dei
meccanismi di patologie neurodegenerative e autoimmunitarie e di altre
sindromi.
Il costo socio sanitario di tali patologie (ictus, morbo di Parkinson,
Alzheimer, epilessia, depressione, ecc.) va, infatti, assumendo proporzioni
sempre più vaste in tutti quei Paesi, come quelli dell’Unione europea,
in cui la popolazione sopra i 65 anni rappresenta una percentuale importante.
Oltre a realizzare una ricerca multidisciplinare, l’EBRI avrà
anche il ruolo di promotore dello sviluppo di nuove tecniche applicate
alle neuroscienze: ad esempio, nel campo delle bioimmagini, della biologia
molecolare, della genomica, delle reti naturali e delle nanotecnologie.
“Siamo molto contenti che nell’anno del varo della moneta unica
si sia dato il via anche all’EBRI, ha dichiarato Luigi Amadio,
Direttore Generale della Fondazione Santa Lucia, perché l’unione
europea non può essere soltanto economica ma deve essere prima di
tutto per la cultura e la scienza. Roma ha sempre svolto un ruolo fondamentale
nei processi di costruzione dell’Europa unita: sceglierla ora come sede
di un organismo di ricerca così prestigioso e avanzato ha un valore
altamente simbolico e rafforza ulteriormente la sua valenza internazionale".
The Human Brain
Finora conosciamo soltanto in piccola parte (all’incirca tra il 5% ed
il 10%) del funzionamento del cervello umano. Rimane ancora da decifrare
la maggior parte di questo universo, che ancora nel terzo millennio rimarrà
uno dei più misteriosi segreti. Questo affascinante organo dell’Homo
sapiens è formato da una massa grigia di un chilo e mezzo, dove
si trovano oltre 100 miliardi di cellule nervose (i neuroni) che illuminano
il nostro spirito.
Ogni pensiero, ogni sentimento, ogni movimento, ogni ricordo nasce
da lì.
E’ un network di dimensioni cosmiche.
Ci sono più cellule nervose che stelle nell’universo; e il numero
di tutte le loro possibili connessioni (le sinapsi) è probabilmente
più grande del numero degli atomi nell’universo, e se potessimo
mettere i neuroni in fila, l’uno accanto all’altro, questa sarebbe lunga
300.000 Km, la distanza tra la terra e la luna.
Non c’è dubbio: il 95% di questa Wunderkammer ancora da scoprire
costituirà una sfida importante per i più grandi scienziati
del mondo.
Ma prima di tutto occorre ordinare le conoscenze già a disposizione,
che finora sono ancora frammentate e disperse. Bisogna unirle, creare un
database.
Per questa ragione si riuniscono dal 5 al 10 ottobre, al Centro
Congressi Santa Lucia, 54 scienziati provenienti da tutto il mondo
con l’obiettivo di definire le basi strutturali di questo organo così
complesso, di unire le loro conoscenze in maniera multidisciplinare, affinchè
la sinergia di competenze diverse potenzi gli attuali risultati.
Le modernissime strategie di esame consentono di riconoscere attività
cerebrali tipicamente umane, come ad esempio il controllo del linguaggio,
le categorie etico morali.
Questi cosiddetti processi immateriali cominciano ad essere correlati
a sempre meglio definite strutture del cervello.
Tutto questo è assolutamente nuovo, e la conoscenza dei networks
cerebrali alla base delle funzioni fa ormai intravedere la possibilità
di una descrizione sensata del cervello per la comprensione dei processi
che vi si svolgono.
Le strutture cerebrali ormai possono essere rappresentate, anche tridimensionalmente,
in maniera realistica e dettagliata.
Grazie alle nuove metodiche, gli scienziati di diversa formazione ed
estrazione (ricercatori di base e clinici, neurologi, psichiatri, neurochirurghi)
sono ormai in condizione di rafforzare le loro relazioni, e la prospettiva
di risultati così innovativi e globali li stimola in questa direzione. |