Progetto Farmindustria – Campus Biomedico
Salute nell’Africa
Subsahariana
Presentato il 21 novembre a Roma, in Campidoglio, il progetto di
‘formazione per la salute nell’Africa Subsahariana’ promosso da
Farmindustria e dell’Università di Roma ‘Campus Biomedico’ .
L’obiettivo è quello di ‘insegnare’ a combattere
le malattie più diffuse e a migliorare l’organizzazione delle strutture
sanitarie e potrà essere raggiunto grazie alla collaborazione fra
industrie farmaceutiche e università nella formazione di personale
sanitario esperto in vari settori dell’assistenza e gestione ospedaliera
e dell’educazione ad un corretto uso dei farmaci.
Per la sua realizzazione saranno utilizzate due strutture: il Centre
Hospitalier Monkole di Kinshasa, nella Repubblica democratica del Congo,
e il St. Mary Lacor Hospital di Gulu, in Uganda.
Il progetto prevede, in una prima fase (fino a marzo 2003), il censimento
delle necessità locali e dei bisogni formativi, in una seconda (da
marzo 2003 a marzo 2004) l'avvio di piani di formazione sul posto e in
Italia attraverso borse di studio trimestrali, infine un convegno, a maggio
del 2004 per il bilancio dell'esperienza.
Questi i commenti ripresi dall’Agenzia Adnkronos
“In tutti questi anni, le ingenti donazioni di soldi non ha risollevato
le condizioni reali dei paesi in via di sviluppo, né colmato il
‘gap’ con quelli 'ricchi” - ha commentato il ministro della Salute,
Girolamo Sirchia. - “è giunto il momento - ha detto,
esprimendo il suo apprezzamento per il progetto - di cominciare a costruire
cose più concrete e tangibili”.
“La nostra iniziativa - ha spiegato Paolo Arullani, presidente
del Campus Biomedico di Roma - sono fondate su tre pilastri importantissimi:
la formazione, il tempismo, nel senso di arrivare in tempo per scongiurare
catastrofi come povertà e malattie, e il lavoro di squadra, che
- ha aggiunto - è qualcosa di più del lavoro di gruppo.
E è un impegno comune, nel quale si perde o si vince tutti insieme”.
“Questa iniziativa - ha commentato il presidente di Farmindustria,
Gian Pietro Leoni - testimonia che nella storia delle industrie
farmaceutiche non c’è soltanto, come a volte si vuole far credere,
la difesa dei profitti o degli interessi commerciali. Ma c’è, e
non da oggi, una reale consapevolezza della responsabilità che un
settore, come quello farmaceutico, ha di rispondere alle esigenze di salute
e benessere delle persone. La crescita di un paese moderno - ha concluso
- passa anche attraverso l’incontro e lo scambio fra culture diverse.
Queste cose, le aziende le hanno sempre sostenute per la ricerca, per la
politica sanitaria, per la comunicazione, anche se, spesso, hanno incontrato
resistenze, incertezze e pregiudizi, che è il momento di superare”.
“La povertà non è avere meno degli altri - ha
detto il direttore della Santa Sede, Joaquin Navarro-Valls – Povertà
è anche mancanza di idee, di un futuro immaginabile, mancanza del
desiderio di uscire dalla povertà. Mancanza di umanità. Se
lo sviluppo è l’ambito dove l’uomo impara a sperare - ha aggiunto
- il sottosviluppo è la mancanza di humus di cui la speranza
potrebbe nutrirsi. Oggi al vecchio indice di sviluppo economico si è
sostituito il più complesso ed efficace indice di sviluppo umano.
E mi sembra di vedere nell’iniziativa, presentata oggi, l’applicazione
di questa nuova visione dei problemi dello sviluppo”. |