Aria pulita nelle città
Nel numero di gennaio, a pagina 7, abbiamo pubblicato l’adesione
del nostro Giornale al progetto dei Medici per l’Ambiente ‘Aria pulita
nelle città’.
Il ‘progetto’ è ancora attuale e valido.
Lo ricordiamo pubblicando in questo numero di dicembre, ultimo
dell’anno 2002, le dichiarazioni rese all’Agenzia AdnKronos-Salute
dal presidente dell’ISDE-Italia, Roberto Romizi,
ricordando, dopo quasi un anno, che esistono auto elettriche
non inquinanti e agevolazioni per il loro acquisto.
Roma, 23 novembre
Aria avvelenata nelle città italiane. Lo smog causa infatti,
negli otto maggiori centri della Penisola, ben 3.500 decessi, 1.900 ricoveri
per disturbi respiratori, 2.700 ricoveri per disturbi cardiovascolari,
e nei bambini 31.500 casi di bronchite acuta e 30.000 attacchi di asma
l’anno, secondo uno studio dell’OMS Centro europeo per l'ambiente e la
salute.
“Si tratta di dati del '98, confermati da una ricerca del 2000”,
sottolinea Roberto Romizi, presidente dell'Associazione Medici per
l’Ambiente ISDE-Italia.
E proprio in occasione della Giornata internazionale dei medici per
l'ambiente, celebrata il 25 novembre, i ‘camici bianchi’ hanno deciso di
rimboccarsi le maniche.
“Vogliamo coinvolgere i medici di famiglia, perché diano
il buon esempio – ha spiegato Romizi all’Adnkronos Salute - con
comportamenti ‘ecologici’, come andare a piedi o usare la bici nei piccoli
centri e, treno, metrò e mezzi pubblici nelle grandi città.
E non dimenticare mai di allacciare la cintura in auto”.
Fra i nemici della salute, ricorda l’ISDE, ci sono anche i rumori:
quelli che superano i 55 decibel sono legati a disturbi del sonno e della
comunicazione, e possono interferire con la capacità di concentrazione.
Ma non finisce qui. Anche obesità e soprappeso sono legati allo
stile di vita urbano.
“Siamo sempre più disabituati ad andare a piedi o in bicicletta.
E in estate, a causa dello smog, i nostri bambini, devono rimanere in casa,
con danni allo sviluppo psicosociale, mentre le auto circolano liberamente”.
Nei Paesi europei gli incidenti stradali rappresentano la prima causa
di morte tra i 15 e i 35 anni.
“Oltretutto, il 5-6% degli incidenti stradali è causato dall’effetto
di farmaci, soprattutto tranquillanti, sonniferi e antistaminici, mentre
si è alla guida - sottolinea Romizi - e avvisare i pazienti
di non prendere l’auto dopo aver inghiottito una pasticca non fa ancora
parte della prassi medica”.
Per questo l'esperto punta sul ruolo dei ‘camici bianchi’.
“Certo, le cause di lesioni, infortuni e danni per la salute sono
spesso extra-cliniche, ma non si può negare che il medico possa
dare utili consigli e rappresentare un esempio di comportamento corretto”.
Per questo motivo l’Associazione Medici per l’Ambiente e le associazioni
di medicina generale (FIMMG) hanno approntato un questionario ‘ad hoc’,
per indagare meglio sulle abitudini personali e professionali dei medici,
in questo settore. Obiettivo, ambizioso, “ridurre la mortalità
e morbosità evitabile da traffico”.
Auto elettriche
per medici di famiglia ‘ecologici’
Auto elettriche per medici di famiglia e pediatri ‘ecologici’.
Le ha chieste al ministero dell’Ambiente, con le stesse facilitazioni
previste per chi presta un servizio pubblico, l’Associazione Medici per
l’Ambiente ISDE-Italia.
Obiettivo, ridurre le emissioni inquinanti e dare il buon esempio.
“Ogni giorno, per lavoro, un medico di famiglia passa al volante
anche due ore - spiega Roberto Romizi - Guidare un’auto elettrica
chiaramente riconoscibile potrebbe ridurre lo smog e, soprattutto, fare
del ‘camice bianco’ un modello esemplare. Oggi Comuni e ASL ottengono sconti
del 60% sull'acquisto dei mezzi elettrici. Chiediamo le stesse facilitazioni.
E, viste le caratteristiche di questi mezzi, non c’è da temere che
i medici le usino al di fuori del servizio”.
Ma per il momento, ammette Romizi, dal ministero non c’è stata
risposta.
(Mal/Adnkronos Salute)
|