Troppi errori in assenza di reti di sicurezza
Farmaci negli ospedali
Una denuncia di EFAHP, Fondazione Europea per la crescita degli
operatori sanitari,
Unione Nazionale Consumatori, Tribunale del Malato ed Operatori
Ospedalieri
Gravità del fenomeno anche in U.S.A., Francia, Germania
ed Inghilterra
Non esiste, in Italia, una sufficiente cultura sanitaria per controllare
l’uso dei farmaci in ospedale dalla prescrizione alla somministrazione;
non esiste un sistema pianificato di rilevazione, né ci sono sufficienti
presidi istituzionali, sia governativi sia regionali, che studino il problema
legato all’errore umano nella gestione del farmaco negli ospedali; realtà
che è invece considerata grave ed allarmante negli Stati Uniti,
Germania, Francia ed Inghilterra.
Le nuove tecnologie informatiche, se considerate al centro di un programma
diffuso di messa in sicurezza della somministrazione dei farmaci, potrebbero
favorire il controllo degli errori, affermare qualità, rassicurare
il paziente, ridurre i costi umani ed economici del sistema sanitario.
Queste le indicazioni di fondo scaturite dal convegno “Il farmaco
Experto” promosso da EFAHP - European Foundation for the Advancement
of Healthcare Practitioners - con la collaborazione di EXPER Automation
– Azienda leader nelle soluzioni di ingegneria sanitaria – dell’Unione
Nazionale Consumatori, del Tribunale del Malato.
Negli Stati Uniti sono 1,3 milioni gli incidenti che accadono annualmente
con più di 7 mila casi di morte provocati da errore collegato
alla prescrizione e somministrazione di terapia; tanto che è 10
volte più probabile che un paziente sia ospedalizzato a causa di
una errata prescrizione che per un incidente automobilistico. Negli stati
Uniti si muore di più per errori medici che per incidenti stradali
o tumori al seno; l’Istituto Americano di Medicina riporta che nel
4% dei ricoveri avvengono eventi indesiderati e che circa il 10%
di questi causa la morte: sempre negli Stati Uniti gli errori in medicina
costituiscono l’ottava causa di morte nella popolazione.
In Inghilterra ricerche del Servizio Sanitario Nazionale
(NHS) dimostrano come il numero di morti dovuto agli errori legati
ai farmaci sia in continua crescita.Gli eventi avversi che si producono
in ospedale costano al servizio sanitario inglese 400 milioni di
sterline solo nella gestione dei contenziosi, con un potenziale di 2,4
miliardi di sterline di risarcimenti, e 500 milioni di sterline
all’anno nel solo prolungamento della degenza.
Gli ospedali inglesi spendono annualmente 1,5 miliardi di sterline
in medicinali e il 40% del tempo infermieristico è dedicato
alla gestione dei farmaci. Le ricerche inglesi concludono che è
indispensabile investire nell’automazione e nella riorganizzazione del
sistema di distribuzione dei farmaci.
Ancora più forte è l’allarme che arriva dalla Germania
dove due distinti studi indicano in 16 mila e 25 mila decessi
all’anno come conseguenza di eventi avversi legati ai farmaci.
Il 10% di tutte le giornate di degenza sono dovute alla iatrogenia
da farmaco con una maggiore spesa di circa 4,3 miliardi di Euro.
In particolare una ricerca condotta su 168 ospedali tedeschi ha
dimostrato che solo il 46% dei medici selezionati con almeno tre
anni di esperienza a cui era stato chiesto di prescrivere i 17 farmaci
più comunemente usati nel loro reparto a pazienti “incredibilmente
semplici” ha prescritto la dose giusta, mentre il 15% ha prescritto
una dosa bassa e non efficace e il 7% una dose pericolosamente alta.
Studi condotti in Francia su 134 mila pazienti ospedalizzati
per un totale di 1,4 milioni di giornate di degenza hanno evidenziato,
su scala nazionale, quasi 5 mila decessi.
E in Italia? Il problema, purtroppo, è del tutto trascurato
e poco studiato anche perché il sistema tende a coprire gli errori
umani degli operatori sanitari, impedendo che si affermi un approccio che
possa valutare il perché dell’errore e correggerlo. Le poche ricerche
italiane esistenti (CENSIS, CNEL, Tribunale dei Diritti del Malato) indicano
dati nel complesso allarmanti che confermano l’esistenza di un problema
che non deve più essere sottovalutato.
Tra le cause principali della cattiva sanità il 48,2%
è riferibile al fattore umano, il 33% alla struttura sanitaria,
il 5,4% al soccorso tardivo. In particolare, nel 20% dei
casi la responsabilità è del personale sanitario, nel 13,8%
del medico chirurgo, nel 12,5% dello specialista.
Da una ricerca condotta dal Tribunale per i Diritti del Malato, risulta
che le aree mediche dove maggiori sono i rischi di incorrere in errori
diagnostici o terapeutici sono quelle di ortopedia e traumatologia, dove
si concentra il 16,5% dei sospetti, seguite da oncologia con il
13,5%, ostetricia e ginecologia con il 10,8%, chirurgia generale
con il 10,6%.
Risulta inoltre che ogni anno, su 8 milioni di persone che vengono
ricoverate, il 4% esce dagli ospedali riportando danni o malattie
dovute ad errori o disservizi.
I morti per errori sanitari sarebbero addirittura fra i 50.000
all’anno (stimati da ASSINFORM) e i 14.000 (secondo invece l’Associazione
anestesisti rianimatori ospedalieri).
Studi italiani hanno rilevato che la maggior parte degli errori riscontrati
nel ciclo del farmaco sono imputabili principalmente alle seguenti cause:
- Prescrizione: 56%
- Distribuzione: 4%
- Trascrizione: 6%
- Somministrazione: 34%
Il valore particolarmente elevato degli errori conseguenti a prescrizioni,
è dovuto anche alla consuetudine tutta italiana di scrivere a mano
e spesso con calligrafia indecifrabile, con ripercussioni anche nella somministrazione
con personale infermieristico spesso dequalificato e che assorbe in misura
crescente provenienze extracomunitarie.
Le principali lacune dell’attuale ciclo dei farmaci sono da individuare
nella mancanza di coerenza e di visibilità su un processo che è
complesso, è composto di numerosi passaggi e che coinvolge numerose
figure professionali. La scarsa interazione tra medico, infermiere e farmacista,
che si limita alla gestione del magazzino centrale e al ripristino delle
scorte di reparto senza avere alcuna visibilità ne’ sugli aspetti
clinici ne’ su quelli distributivi, non possono che contribuire ad aggravare
il problema.
E’ evidente la necessità di ottimizzare il flusso delle informazioni
e dei materiali e di stabilire una più stretta connessione tra reparto
e farmacia.
Le ricerche mettono dunque in evidenza che il verificarsi di errori
relativi all’utilizzo dei medicinali è da imputare prevalentemente
a una debolezza del sistema piuttosto che alla colpa individuale. |