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QUADERNI BIOMETEOROLOGICI   1
Gennaio 2001
A cura del Centro Studi di Biometeorologia/Laboratorio Biometeorologico di Pietracupa (CB)
          

EVOLUZIONE DEL CLIMA GLOBALE: 
POSSIBILI IMPLICAZIONI
PER IL MEDIO SANNIO (MOLISE)

di Vincenzo Valenzi*. Sabino Palmieri**, Baldassare. Messina*


 


Considerazioni generali
I risultati di parecchi modelli di simulazione del clima globale, basati su ipotesi più o meno pessimistiche circa l'aumento di gas "serra" in atmosfera, sono disponibili per orientare le cosiddette "valutazioni di impatto". Nel contempo i dati strumentali di osservazione  consentono lo studio evolutivo del clima dell'ultimo secolo con una buona affidabilità grazie a nuove metodologie che permettono di coniugare l'analisi dei dati con la dinamica atmosferica a scala globale. Va notato che la identificazione di uno "scenario" non equivale ad una "previsione" del clima, ma piuttosto ad una indicazione di quali mutamenti potrebbero attendersi se il riscaldamento da “effetto serra” fosse l'unica causa presente. Le implicazioni circa gli effetti di variazioni climatiche sulla qualità della vita in zone particolari (come ad esempio la Regione Molise ed in particolare il Medio Sannio) possono essere modulate da  fattori locali (orografia, natura e struttura del terreno, vegetazione ed utilizzazione del suolo) e possono richiedere azioni preventive e strategie di valorizzazione e/o di adattamento non realizzabili in tempi brevi.
 
Variazioni climatiche  
Possibili scenari climatici relativi all’ Italia centro-meridionale per un orizzonte di 80 anni dedotti dalle simulazioni del clima (Climate change and its impacts, MET OFFICE, Oct. 1999) 

Sulla base di simulazioni del clima globale nell'ipotesi di un aumento di gas serra, si possono ipotizzare le seguenti variazioni climatiche, per un sito generico dell’Italia centro-meridionale per un orizzonte di  80 anni:

Scenario A ( aumento di gas serra non mitigato,  concentrazione  pari a 700 ppm nel 2080) 
-temperatura media annua: incremento di 2,5 °C;
-precipitazioni : diminuzione da zero a  -0,5 mm/giorno.

Scenario B (aumento di gas serra mitigato,  concentrazione  pari a 500 ppm nel 2080)
-temperatura media annua dell’aria: incremento di 1,5°C;
-precipitazioni: diminuzione da zero a –0,5 mm/giorno.

Si può osservare che, per quanto si riferisce all’Italia centro-meridionale, non si riscontra alcuna differenza tra i due scenari nel campo delle precipitazioni, mentre la differenza è sensibile nel campo della temperatura.
   
Lo Scenario A,  più severo,  presume un’accelerazione della variazione climatica (essa in realtà si è già riscontrata nell’ultimo decennio) e la inefficacia degli accordi internazionali che si prefiggono una riduzione delle immissioni di gas serra; il secondo (Scenario B), più prudente, è ispirato dalla considerazione che le variazioni del clima dovute all’aumento dei gas serra possano essere mitigate da fattori diversi (tra i quali il contenimento nella emissione  concordato in sede internazionale).

Il problema  delle immissioni di gas serra a scala mondiale

Giova a questo punto ricordare che a livello mondiale sono stati elaborati protocolli per la limitazione delle immissioni in atmosfera di gas “serra” e per la messa al bando di sostanze che si presume siano responsabili dell’impoverimento dello strato di ozono stratosferico (Clorofluorocarburi) e quindi del probabile aumento della radiazione solare ultravioletta. In particolare il Protocollo di Kyoto vincola i Paesi inclusi nell’annesso B del documento a ridurre le emissioni collettive di gas “serra” nella misura del 5,2% al di sotto dei livelli del 1990 per il  2008-2012. Nella quinta sessione della Conferenza delle Parti (Bonn, novembre 1999) la maggior parte dei Paesi ha sottoscritto l’appello per la ratifica del Protocollo di Kyoto entro il 2002. All’appello non hanno tuttavia aderito gli Stati Uniti cui  si deve  circa un quarto delle emissioni di gas serra della Terra.
Nella Conferenza dell’Aja (novembre 2000) l’Europa ha posto come condizione che la maggior parte dei tagli nelle emissioni si realizzi attraverso programmi nazionali di ristrutturazione energetica: maggiore efficienza delle combustioni, minor impiego di carbone, gasolio e petrolio, da sostituire con gas ed energie rinnovabili. 
Gli Stati Uniti, temendo conseguenze negative per l’economia,  hanno, dal canto loro, fermamente sostenuto il proposito di incidere il meno possibile sul sistema energetico nazionale prefiggendosi di raggiungere gli obiettivi di Kyoto attraverso  crediti da acquisire con gli investimenti energetici in Russia e nei Paesi in via di sviluppo ed attraverso grandi progetti nazionali di riforestazione. La Conferenza dell’Aja si è così conclusa senza poter concordare su una decisione di compromesso tra le due posizioni.
Dal punto di vista della politica interna l’Italia è stato uno dei pochi Paesi europei ad aver introdotto una  Carbon Tax dall’inizio del 1999, stimando che ciò possa dar luogo, nel 2005, ad  una riduzione delle emissioni di circa 12 milioni di tonnellate, pari ad un terzo delle riduzioni  decise dal Governo nel 1998 per assolvere agli impegni presi col Protocollo di Kyoto. Tenuto conto dell’improbabile ritorno al nucleare, il nostro Paese dovrà puntare alle energie rinnovabili (energia eolica e solare).
Il Molise ed il  Medio Sannio in particolare si candidano tra le aree del territorio nazionale più idonee per lo sfruttamento di entrambe le forme di energia rinnovabile: il campo del vento possiede la preziosa caratteristica di una  velocità media relativamente elevata unita ad una bassa variabilità, mentre gli altipiani ben soleggiati, ma con temperature non troppo elevate consentono un apprezzabile rendimento delle celle fotovoltaiche ( la loro efficienza, a parità di irradianza solare, è tanto maggiore quanto minore è la temperatura dell’aria).
 

Effetti locali
E’ opportuno introdurre una distinzione tra il  clima (a) nelle situazioni avvettive (ventilazione sostenuta) e (b) quello nei casi “radiativi” (stagnazione, scarsa nuvolosità). Nel primo caso prevalgono gli effetti della turbolenza meccanica per la interazione delle correnti aeree con l’orografia; l’eventuale inquinamento viene diluito rapidamente e la differenza tra aree diverse non e’ molto marcata. Viceversa, nei periodi di ventilazione scarsa e cielo prevalentemente sereno dominano fenomeni  di assorbimento, riflessione ed emissione di energia in forma di radiazione elettromagnetica  proveniente dal sole, dalla terra e dall’atmosfera; il clima acquista caratteristiche legate alle caratteristiche locali: hanno importanza prevalente le proprietà fisiche delle superfici  che caratterizzano il suolo (albedine, potenza emissiva, densità, calore specifico, conduttività termica,  geometria delle ondulazioni topografiche). Il calore accumulato in superficie viene esportato verso l'alto attraverso i processi di flusso turbolento di calore sensibile e di calore latente (quest'ultimo si attiva quando vi è disponibilità di acqua per la evaporazione e per la traspirazione delle piante e quando le condizioni di ventilazione e di umidità dell’atmosfera lo consentono).
Conviene tener presente che il clima del Medio Sannio, per effetto della ventilazione attiva e costante è caratterizzato da una netta prevalenza delle situazioni di tipo (a). La concomitanza di queste situazioni con la totale assenza di sorgenti di inquinamento, rende l’aria eccezionalmente pura e tale da meritare la reputazione di “effetto corroborante” acquisita nella tradizione popolare.

L’impatto delle variazioni climatiche sull’agricoltura
Si prevedono, specie nel caso dello scenario A, diminuzioni apprezzabili della disponibilità di acqua. Ciò è dovuto principalmente ad un incremento delle perdite  per evapotraspirazione legate all’aumento di temperatura ed in minor misura alla diminuzione delle precipitazioni. Come conseguenza ci si può attendere qualche  implicazione negativa nel settore agricolo. Ovviamente sarebbe necessario approfondire gli effetti attraverso studi che tengano conto della realtà regionale in tutte le sue sfaccettature.
 
Variazioni climatiche  e salute
Vi sono molti aspetti a scale di spazio diverse che vengono considerati su questa tematica. Il possibile riscaldamento globale potrà determinare in alcune regioni del mondo un risveglio ed una estensione della malaria poiché nuove aree divengono favorevoli allo sviluppo dell’insetto (anofele) portatore di questa malattia (plasmodio). Altre patologie, oggi attive in Africa (virali e/o batteriche), potranno anche contaminare le regioni europee più prossime per l’accresciuta affinità climatica e grazie agli spostamenti di persone stimolati da condizioni di vita in netto peggioramento nel continente africano. Nelle grandi città dell’area mediterranea  il tessuto urbano tenderà ad esaltare gli effetti della variazione climatica rendendo le condizioni estive più frequentemente caratterizzate da “onde di calore” che già oggi sono correlate ad un incremento della mortalità per malattie cardiocircolatorie. La maggiore radiazione solare e la maggior frequenza di situazioni di stagnazione produrranno aumenti dell’inquinamento fotochimico (ozono) e delle polveri con un presumibile incremento, nelle grandi città, delle patologie di tipo respiratorio ed allergico.
Paradossalmente, gran parte del Molise ed il Medio Sannio in particolare, non avranno inconvenienti da questa evoluzione del clima, ma piuttosto vantaggi. Infatti (a) l’altitudine media della regione (500-700 m), (b) la ottima ventilazione, (c) la umidità relativamente bassa, (d)  la temperatura  di qualche grado inferiore a quella delle zone pianeggianti, (e) la totale assenza di  fonti di inquinamento dell’aria, renderanno le condizioni climatiche, già oggi ideali,  idonee a mitigare il possibile riscaldamento climatico. Le variazioni climatiche che presumibilmente si verificheranno nel corso del secolo iniziato, avranno molto verosimilmente l’effetto di accrescere la differenza tra il clima del medio Sannio e quello delle Regioni italiane più pianeggianti ed industrializzate  valorizzando ulteriormente la risorsa climatica di questa regione.

Strategie di monitoraggio e di valorizzazione della risorsa clima
Sarebbe auspicabile che le autorità regionali e locali, oltre  a promuovere i necessari studi di impatto per poter sviluppare appropriate strategie di intervento e di mitigazione di qualche possibile effetto negativo della variazione climatica, curino con tutti i mezzi possibili la valorizzazione della risorsa clima. Lo studio della biometeorologia e della climatoterapia si prospetta di particolare interesse per la possibilità di stimolare un maggior numero di presenze turistiche specie estive, oltre che attrarre dalle grandi città pazienti affetti da patologie croniche reumatiche e respiratorie, che tentano di sottrarsi all’inquinamento urbano. Le bellezze artistiche e naturali, i pregevoli panorami,  si possono coniugare con terapie di riabilitazione fisica e  respiratoria   per  ripristinare lo stato di benessere.

Considerazioni conclusive:  prime iniziative
Le interazioni uomo-ambiente sono di particolare attualità per le seguenti ragioni: (a)l’ambiente, specie quello urbano, tende a deteriorarsi per l’effetto dell’inquinamento dell’aria da gas, aerosol e polveri e (b) il clima, fino a pochi decenni fa, ritenuto come una caratteristica costante, tende come si è visto, a cambiare dando luogo a stress termici più frequenti e più intensi che in passato ed a sinergie con l’inquinamento. In queste condizioni, per alcune patologie, la climatoterapia, con  la rimozione anche se temporanea, delle cause o delle concause di alcune affezioni e con i benefici effetti concomitanti di altri fattori (riposo, attività fisica, stimolazione indotta da un moderato cambiamento di quota, etc.) può qualificarsi come una efficace terapia non solo di supporto, ma in taluni casi sufficiente da sola a ripristinare buone condizioni di salute.
Una prima iniziativa,  lanciata dal laboratorio di Biometeorologia del Medio Sannio (Pietracupa), è costituita dal progetto BIOMET che si propone di approfondire e nello stesso tempo di diffondere la conoscenza del clima locale coinvolgendo, nei limiti del possibile una parte della popolazione.
Si tratta di promuovere l’osservazione delle condizioni meteorologiche  utilizzando come “strumento” principale la percezione dei sensi ed in particolare le  sensazioni fisiche umane di “conforto” o di “disagio” climatico.  I risultati, confrontati con le misure raccolte con metodologie convenzionali, offriranno una base per indagare sulla  relazione tra meteorologia e salute e nel contempo consentiranno di approfondire le note caratteristiche curative  del clima del Medio Sannio.
Una seconda iniziativa è consistita in uno studio preliminare sul bilancio energetico del corpo umano in condizioni di attività muscolare minima.
Questo lavoro è stato anch’esso sviluppato presso il Laboratorio di Biometeorologia di Pietracupa. La sperimentazione si riferisce al bilancio energetico di un uomo in condizioni di attività muscolare minima e costituisce la premessa per analizzare, in lavori successivi,  le sensazioni di benessere e di disagio climatico per finalità di climatoterapia e  per lo studio degli effetti di tipi diversi di abbigliamento. 
Un intenso programma di attività scientifica osservativa e di studio è stato predisposto e verrà gradualmente realizzato nei limiti delle risorse disponibili.

* Centro Studi di Biometeorologia
** Dipartimento di Fisica Università di _Roma “La Sapienza”

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