Deontologia della professione medica
Pubblicate sulla rivista ‘LANCET’ di febbraio
‘regole’ considerate di valore internazionale
Un ‘Codice di deontologia medica internazionale’, che qualcuno
ha già definito la ‘Bibbia’ della professione medica moderna,
è stato pubblicato su ‘The Lancet’ del 5 febbraio 2002.
Il documento è stato stilato dal ‘Medical Professionalism
Project’, organismo sponsorizzato da 3 associazioni: ‘American Board
of Internal Medicine’ (Abim), ‘American College of Physicians-American
Society of Internal Medicine’ (Acp-Asim) e ‘European Federation
of Internal Medicine’ (Efim).
Dopo diversi anni di studio, tenendo conto delle differenze della pratica
medica nelle diverse culture e tradizioni, sono considerati fondamentali
questi principi: la salute dei pazienti; l’autonomia dei medici e la giustizia
sociale.
Sulla loro base sono state individuate le seguenti responsabilità:
- competenza professionale; - onestà con i pazienti; - appropriato
rapporto medico-paziente; - prescrizione di terapie di qualità;
- garanzia di accesso alle cure; - distribuzione equa delle risorse; -
conoscenza scientifica; - nessun conflitto di interessi.
Un monito sopra tutti: “le risorse alla salute dovrebbero essere disponibili
in tutto il mondo e non limitate alla medicina occidentale”.
L’Agenzia Sanitaria Italiana, nel presentare il ‘Documento’, sottotitola
‘Ma
l’Italia è già all’avanguardia’ e riporta quanto
segue.
“Il ruolo dei medici - sostiene il presidente del Royal College
of Physicians di Londra, George Alberti - viene continuamente
messo in discussione da pubblico, governo e media. Penso che abbiamo bisogno
di riaffermare che cosa significa essere un professionista”.
Ed ecco che, alla luce della realtà del 21/mo secolo, i medici
devono considerare elementi molto meno rilevanti al tempo di Ippocrate,
come l'autonomia del paziente, il lavoro di squadra e il rispetto dei colleghi.Tutti
principi che però l’Italia ha già adottato da tempo nel suo
codice deontologico.
“Tanto rumore per nulla”, ha dichiarato all’Asi Giuseppe
Del Barone, Presidente della Fnomceo. “Il nostro codice, infatti
non solo prevede già gli “impegni” del documento stilato dai medici
europei e statunitensi, ma per certi versi lo supera, contemplando anche
precetti di più largo respiro.”
Di seguito il testo del documento.
Traduzione a cura dell'Agenzia Sanitaria Italiana (ASI)
La professione medica nel nuovo
millennio:
uno statuto per i medici
Premessa
La professionalità è la base del contratto tra la medicina
e la società. Richiede che gli interessi del paziente siano messi
al di sopra di quelli del medico, stabilendo e mantenendo degli standard
di competenza e integrità, e fornendo un parere autorevole alle
richieste della società in materia di salute. I principi e le responsabilità
della professionalità medica devono essere chiaramente intesi sia
dai professionisti che dalla società. Per questo contratto è
essenziale la fiducia del pubblico nei medici, che dipende dall’integrità
sia individuale dei medici stessi che dell’intera categoria.
Oggi, la professione medica si deve confrontare con una esplosione
di tecnologia, con cambiamenti nel mercato, con problemi nella diffusione
dei trattamenti sanitari, con il bioterrorismo e con la globalizzazione.
Di conseguenza, i medici si trovano sempre di più in difficoltà
nel conciliare le loro responsabilità nei confronti dei loro pazienti
e della società. In queste circostanze, diventa di assoluta importanza
riaffermare i fondamentali ed universali principi e valori della professionalità
medica, che, per tutti i medici, devono costituire una meta ideale da raggiungere.
Ovunque, la professione medica si intreccia con culture diverse e tradizioni
nazionali, ma i suoi membri condividono il ruolo di guaritore, con radici
che si estendono all’indietro fin da Ippocrate. Senza dubbio la professione
medica deve scontrarsi con complesse forze politiche, legali e di mercato.
Non solo, ci sono grandi variazioni nelle modalità di collegamento
prestazione-paziente e nella pratica medica attraverso le quali ogni principio
generale può essere espresso in maniera sia complessa che sottile.
Malgrado queste differenze, vari temi comuni emergono, formando la base
di questo statuto sotto forma di tre principi fondamentali costituenti
responsabilità professionali definitive.
I princìpi fondamentali
1. Principio di priorità della salute del paziente
Questo principio è basato sulla necessità per il medico
di dedicarsi a servire gli interessi del paziente. L’altruismo contribuisce
alla fiducia, indispensabile nel rapporto medico-paziente. Le forze del
mercato, le pressioni sociali e le esigenze amministrative non devono mettere
in discussione questo principio.
2. Principio dell’autonomia del paziente
I medici dovranno rispettare l’autonomia del paziente, essere schietti
e fare in modo che i pazienti prendano decisioni essendo consapevoli sul
loro trattamento. Le decisioni dei pazienti sulla propria terapia devono
essere prioritarie, compatibilmente con il mantenimento dell’etica nella
pratica medica e purché non portino a richieste di cure inappropriate.
3. Principio della giustizia sociale
La professione medica deve promuovere la giustizia nei sistemi sanitari,
ivi compresa l’equa distribuzione delle risorse sanitarie. I medici dovranno
attivarsi per eliminare le discriminazioni nelle attività sanitarie,
riguardanti la razza, il sesso, lo status socio-economico, l’etnia, la
religione o qualsiasi altra categoria sociale.
Le responsabilità professionali
1. Impegno per la competenza professionale
I medici dovranno dedicarsi all’aggiornamento perpetuo e rendersi responsabili
del mantenimento della conoscenza medica, clinica e di gruppo per continuare
a fornire prestazioni qualitative. Più ampiamente, la professione
nel suo complesso dovrà impegnarsi a verificare che tutti i suoi
membri siano competenti e dovrà costituire meccanismi appropriati
a disposizione dei medici per raggiungere questo obiettivo.
2. Impegno per l’onestà verso i pazienti
I medici dovranno assicurarsi che i pazienti siano completamente ed
onestamente informati prima di essere sottoposti ad un trattamento e dopo
il trattamento stesso. Questa aspettativa non vuol significare che il paziente
debba essere coinvolto minuto per minuto nelle decisioni terapeutiche;
piuttosto, devono essere coinvolti nelle decisioni sull’iter terapeutico.
I medici dovranno anche riconoscere che, nell’attività sanitaria,
talvolta si verificano errori che colpiscono i pazienti. Nel caso in cui
i pazienti venissero danneggiati dalle conseguenze di cure mediche, dovranno
essere prontamente informati per non compromettere gravemente la fiducia
riposta nel medico dal paziente e dalla società stessa. Riferire
e analizzare gli errori medici sono la base di una corretta prevenzione,
di strategie di miglioramento e di adeguata compensazione economica per
le parti offese.
3. Impegno per ottenere la fiducia dei pazienti
Ottenere la fiducia dei pazienti richiede che appropriate precauzioni
vengano prese nel rivelare informazioni sui pazienti stessi. Questo impegno
riguarda anche il discutere con persone che agiscono in nome e per conto
dei pazienti stessi, quando è impossibile ottenere il consenso dal
paziente. Riuscire ad ottenere la fiducia del paziente è, oggi più
che mai, una questione pressante vista la diffusione dei sistemi elettronici
di gestione dei dati personali e la crescente disponibilità di informazioni
genetiche. I medici riconoscono tuttavia che il loro impegno per ottenere
la fiducia dei pazienti deve essere, occasionalmente, messo in secondo
piano rispetto ad esigenze di pubblico interesse (ad esempio quando i pazienti
rappresentano un pericolo per gli altri).
4. Impegno per mantenere rapporti corretti con i pazienti
Data la intrinseca vulnerabilità e dipendenza dei pazienti,
alcune relazioni tra medici e pazienti dovranno essere evitate. In particolare,
i medici non dovranno mai sfruttare i pazienti per vantaggi sessuali, guadagno
economico personale o altri scopi privati.
5. Impegno per il miglioramento qualitativo dell’assistenza
I medici devono dedicarsi al miglioramento continuo della qualità
dell’assistenza. Questo impegno non riguarda soltanto il mantenimento della
competenza clinica, ma anche la collaborazione con altri professionisti
per ridurre gli errori medici, il miglioramento della sicurezza dei pazienti,
la riduzione dello sfruttamento eccessivo delle risorse sanitarie e l’ottimizzazione
dei risultati dell’assistenza. I medici dovranno partecipare attivamente
allo sviluppo di migliori misure per la qualità dell’assistenza
e all’applicazione di controlli di qualità per regolarizzare la
qualità delle performance di tutti gli individui, istituzioni e
sistemi responsabili delle prestazioni sanitarie. I medici, sia individualmente
che tramite le loro associazioni professionali, dovranno impegnarsi nel
collaborare alla creazione e al funzionamento di meccanismi progettati
per incentivare un continuo miglioramento nella qualità dell’assistenza.
6. Impegno per facilitare l’accesso all’assistenza
La professionalità medica richiede che l’obiettivo di tutti
i sistemi sanitari sia la disponibilità di uno standard assistenziale
uniforme ed adeguato. I medici dovranno, individualmente e collettivamente,
impegnarsi a ridurre le barriere che impediscono l’accesso ad una equa
assistenza sanitaria. All’interno di ciascun sistema, i medici dovranno
lavorare per abbattere le barriere derivanti da educazione, leggi, finanza,
geografia e discriminazioni sociali. L’impegno per l’equità sottintende
la promozione della salute pubblica e della medicina preventiva, così
come una presa di posizione pubblica da parte di ciascun medico, senza
riguardo per l’interesse del singolo medico o della categoria.
7. Impegno per un’equa distribuzione delle risorse disponibili
Pur soddisfacendo le esigenze dei singoli pazienti, i medici devono
fornire un’assistenza che sia basata su una gestione saggia ed economica
delle pur limitate risorse cliniche. Dovranno impegnarsi a lavorare con
altri medici, ospedali e finanziatori per sviluppare linee guida per un’assistenza
finanziariamente adeguata. La responsabilità professionale del medico
per l’appropriata destinazione delle risorse richiede che vengano scrupolosamente
evitati procedure e test superflui. La fornitura di servizi superflui non
solo espone i pazienti a danni e spese evitabili ma diminuisce anche le
risorse disponibili per gli altri.
8. Impegno per la conoscenza scientifica
Gran parte del patto tra medicina e società è basato
sull’integrità e sull’uso appropriato della conoscenza scientifica
e della tecnologia. I medici hanno il compito di valorizzare gli standard
scientifici, di promuovere la ricerca e di sviluppare nuove conoscenze,
assicurandone un uso appropriato. La professione è responsabile
dell’integrità di queste conoscenze, basate su prove scientifiche
e sull’esperienza dei medici.
9. Impegno per conservare la fiducia degli utenti gestendo i conflitti
di interesse
I professionisti medici e le loro organizzazioni hanno molte opportunità
di compromettere le loro responsabilità professionali perseguendo
il guadagno o il vantaggio personali. Questi compromessi sono particolarmente
minacciosi nel corso di interazioni a livello personale o di organizzazione
con industrie commerciali, tra cui fabbricanti di attrezzature mediche,
compagnie di assicurazioni e ditte farmaceutiche. I medici hanno il dovere
di riconoscere, divulgare al pubblico e gestire conflitti di interesse
che sorgono nel corso dei loro compiti e attività professionali.
I rapporti tra industria e opinion leader devono essere chiariti, specialmente
quando questi ultimi agiscono in ambito diagnostico e/o terapeutico, redigono
linee guida editoriali o terapeutiche, oppure operano come editori di testate
scientifiche.
10. Impegno per le responsabilità professionali
In qualità di professionisti, dai medici si attende una sinergia
volta ad ottimizzare la cura del paziente, il rispetto reciproco e la partecipazione
in processi di autoregolamentazione, comprendenti le sanzioni anche disciplinari
per i membri che non hanno rispettato gli standard professionali. La classe
medica dovrà anche definire ed organizzare il processo educativo
e di decisione degli standard per i membri presenti e futuri. I medici
hanno il dovere sia individuale che collettivo di partecipare a tali processi.
Questi doveri includono il coinvolgimento negli assetti organizzativi interni
e l’accettazione di un esame esterno di tutti gli aspetti della loro performance
professionale. |