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Medicina e diritti umani
 

Al termine del Congresso della FEAMC, FIAMC e AMCI, 
svoltosi a Roma dal 3 al 7 luglio 2000, 
sul tema Medicina e Diritti Umani, 
i medici cattolici hanno proclamato 
le conclusioni di cui al seguito:

  • La medicina, per definizione, è al servizio della vita umana. Come tale, essa comporta un essenziale ed irrinunciabile riferimento alla persona nella sua integrità ed unità spirituale e materiale, nella sua dimensione individuale e sociale: la medicina è al servizio dell’uomo, di tutto l’uomo, di ogni uomo.
  • Facendo nostro l’insegnamento del Santo Padre Giovanni Paolo II vogliamo impegnarci a promuovere la cultura della vita e combattere la cultura della morte, vedendo in ogni uomo sofferente un fratello.
  • Tutti hanno eguale diritto ad una appropriata assistenza sanitaria, psicologica, sociale e religiosa in una società multirazziale e multiculturale come la nostra. Si deve assicurare assistenza sanitaria di base garantita a tutti e in tutti i  paesi, senza distinzioni di ordine sociale, economico o culturale. In campo sanitario, ogni uomo ha diritto a non subire alcun tipo di discriminazione.
  • Siamo profondamente convinti che il primo e fondamentale diritto dell’uomo è il diritto alla vita. Esso condiziona tutti gli altri diritti. E’ per tale motivo che la vita umana deve essere protetta dall’inizio fino al suo naturale termine. Questa protezione deve essere rivolta specialmente verso le categorie più deboli della nostra società, come i non ancora nati, i bambini, gli emarginati, le persone anziane ed i disabili. Senza il rispetto del diritto alla vita, ogni altro diritto è in pericolo.
  • Crediamo nell’altissima dignità della vita umana fin dal suo concepimento. Non esistono pertanto diritti dell’embrione diversi da quelli del feto o del bambino, diritti del giovane diversi da quelli dell’adulto o dell’anziano. Anche in considerazione delle recenti possibilità offerte dalla ricerca genetica, l’embrione ha bisogno oggi di una esplicita tutela giuridica, fondata su un proprio statuto.
  • Auspichiamo quindi che la Convenzione sui Diritti Umani e sulla Biomedicina del Consiglio d’Europa, adottata il 19 novembre 1996, sviluppi appropriatamente la protezione già accordata con l’articolo 18 che interdice la produzione di embrioni umani per scopi di ricerca, rifiutando l’arbitrario limite dei quattordici giorni per interventi sull’embrione.
  • Chiediamo che sia rispettato il diritto degli ostetrici e degli altri operatori sanitari ad essere formati e ad esercitare la professione in accordo con i propri principi morali. Ci opponiamo a quelle disposizioni che vanno contro il diritto ad esercitare liberamente la nostra professione, impedendo l’accesso ai corsi, o costringendo ad eseguire pratiche ritenute moralmente inaccettabili, durante il periodo di formazione, o discriminando nell’accesso ai posti di lavoro.
  • Riteniamo che il ricorso all’aborto, alla sterilizzazione o ad altri mezzi immorali di pianificazione delle nascite non debba essere considerato una condizione discriminante nei programmi di assistenza ai paesi in via di sviluppo.
  • I bambini hanno diritto ad un’autentica vita familiare ed alla più adeguata assistenza sanitaria. In particolar modo condanniamo ogni abuso sull’infanzia e ci impegniamo a combatterlo attivamente. Per meglio salvaguardare i diritti del bambino riteniamo che vada tutelato il diritto della famiglia fondata sul matrimonio ad essere riconosciuta e protetta come soggetto sociale, anche sotto l’aspetto dell’assistenza sanitaria.
  • Non riconosciamo alcun diritto agli stati ad autorizzare la deliberata interruzione del corso della vita anche su richiesta del paziente. Nessuna legislazione inoltre può obbligare il medico a collaborare all’eutanasia. I malati terminali hanno il diritto di ricevere le migliori cure palliative, la terapia contro il dolore e ogni necessaria assistenza e conforto, in particolare quella religiosa.
  • A conclusione dei nostri lavori, mentre riconosciamo le nuove possibilità positive a favore della vita umana derivate dal grande progresso scientifico e tecnologico, avvertiamo anche l’insorgere di nuove minacce per i diritti umani, legate alle condizioni di vita nei molti focolai di guerra e alle tentazioni tiranniche di poteri pubblici e privati. Per questo invitiamo i colleghi di tutto il mondo a riscoprire nel messaggio cristiano un forte incitamento e una indomita speranza per la difesa e la promozione della dignità di ogni uomo in tutte le parti del mondo.

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