Saluto per la presentazione del volume
“Dalla ricerca scientifica alla pratica clinica”
Magnifico Rettore, Illustri Presidi, Chiarissimo Direttore Generale,
Cari Colleghi
L’idea di questo Convegno, cioè di una sede nella quale presentare
il volume che raccoglie la produzione scientifica delle nostre Facoltà
e nel quale pubblicizzare le potenzialità assistenziali del Policlinico
Umberto I, è nata a seguito di due recenti inchieste giornalistiche.
Queste hanno collocato la nostra Facoltà ai primi posti nelle classifiche
nazionali per la ricerca scientifica e per il livello assistenziale.
La prima indagine, condotta da Mannheimer e Chessa attraverso interviste
dei Presidi delle Facoltà di Medicina e Chirurgia italiane e pubblicata
sul settimanale Panorama nel 1999, ha individuato nella Facoltà
di Medicina di Roma “la prima Facoltà italiana per produzione scientifica”.
Nell’inchiesta è riportato inoltre che numerosi sono i progetti
della Facoltà di Medicina di Roma finanziati da fondi nazionali
ed europei, soprattutto nel campo dei trapianti, delle neuroscienze, della
ricerca genetica e molecolare, delle malattie cardiovascolari, del settore
ematologico, dell’immunologia, dell’endocrinologia e della gastroenterologia.
Un’altra indagine, sempre pubblicata su Panorama nel novembre-dicembre
2000, a cura di Pasquale Chessa e relativa ai Grandi Ospedali in Italia,
ha esaminato oltre 200 indirizzi di ricerca e centri di avanguardia, stilando
una classifica di eccellenze alla luce delle indicazioni fornite da oltre
4000 medici di base.
I risultati di tale studio hanno premiato il Policlinico con il primo
posto per quanto concerne le discipline di nefrologia ed urologia, chirurgia
generale, immunologia ed allergologia, otorinolaringoiatria. Inoltre il
Policlinico si è classificato al secondo posto per endocrinologia,
diabetologia, neurologia e neurochirurgia, ed al terzo posto per gastroenterologia
e infettivologia.
I risultati di queste indagini non debbono in effetti stupire, in quanto
è viva negli ambienti scientifici la consapevolezza delle potenzialità
proprie del Policlinico Umberto I; invece stupiscono ancora la disinformazione
che circonda le attività delle nostre Facoltà ed un certo
retaggio culturale che identifica negativamente il Policlinico Umberto
I con una realtà “baronale” oggi francamente anacronistica.
A questo punto una domanda. Perché nell’epoca di Internet abbiamo
edito un libro sulla produzione scientifica della Facoltà di Medicina?
In effetti la rivoluzione informatica di questi ultimi anni consente
al ricercatore di avere una conoscenza ad horas del progresso scientifico,
per cui potrebbe apparire pleonastica la pubblicazione cartacea della presente
raccolta. Tuttavia la carta stampata, a parte l’indubbio fascino che esercita
su chi non è più giovane, esplica ancora le sue funzioni
di trasmissione del sapere. Anzi, favorisce la riflessione e con essa la
maturazione e l’approfondimento, tali da ipotecare nuovi e più ambiziosi
traguardi.
Per questo motivo ci è apparso utile fornire alla comunità
scientifica italiana questo strumento per far conoscere le nostre linee
di ricerca ed i nostri risultati, anche se solo attraverso i titoli delle
pubblicazioni e l’elenco dettagliato degli autori. Questa iniziativa, del
resto, si propone anche la finalità di stimolare e promuovere eventuali
proficue collaborazioni, non solo nell’ambito della Facoltà di Medicina
ma anche di altre realtà scientifiche.
Nella pubblicazione sono rientrati soltanto i lavori pubblicati su
riviste che fanno parte di un indice internazionale riconosciuto (PUB-MED
indexati con parole chiave). Pertanto, si è esclusa tutta
quella notevole produzione scientifica che, pur contenendo dati importanti
ottenuti da studi seri ed approfonditi, non è passata attraverso
un vaglio internazionale, così come i capitoli di opere collettive
e le monografie.
Questa scelta, nonostante abbia comportato una sensibile riduzione
del numero delle pubblicazioni, ha reso il volume molto qualificato anche
a livello internazionale. Non si è voluto, infine, dare spazio alle
comunicazioni a congressi nazionali od internazionali, in quanto i dati
riportati in tali sedi rappresentano, di solito, la premessa di pubblicazioni
su riviste. Va notato anche che uno stesso lavoro può risultare
menzionato in due o più dipartimenti e/o istituti a causa della
sua interdisciplinarietà e di conseguenza l’indice degli autori
riflette tale condizione.
Nel solo anno 2000 la I e la II Facoltà di Medicina e Chirurgia
hanno prodotto complessivamente circa 1200 lavori originali su riviste
internazionali indexate e valutabili secondo gli indicatori scientimetrici
internazionali. Le nostre Facoltà annoverano circa 800 professori
e 500 ricercatori. Ne consegue una media di circa 1 lavoro indexato l’anno
per docente. E’ questa una media perfettamente accettabile in campo europeo
e forse statunitense.
Questo già di per sé notevole sforzo intellettuale, può
essere esaminato più approfonditamente all’interno dei singoli dipartimenti
e istituti, individuando una classifica di produzione che può aiutare
a riconoscere le linee di ricerca emergenti.
In questo senso è possibile stabilire che tra i “migliori” dipartimenti
e istituti per quantità di produzione scientifica si trovano al
primo posto il dipartimento di Medicina Sperimentale e Patologia (191 lavori),
seguito dai dipartimenti di Scienze Cliniche e di Biotecnologie cellulari
ed Ematologia (90 lavori ciascuno), di Medicina Clinica (51 lavori), dall’istituto
di Clinica Pediatrica e dal dipartimento di Chirurgia generale, specialità
chirurgiche e Trapianti d’organo “Paride Stefanini” (47 lavori ciascuno),
dal dipartimento di Scienze cardiovascolari e respiratorie (45 lavori),
dal dipartimento di Scienze Biochimiche (40 lavori), dal dipartimento di
Scienze neurologiche (38 lavori), dai dipartimenti di Istologia e di Terapia
medica (34 lavori ciascuno).
Un altro aspetto da considerare sono le punte d’eccellenza. Se esaminiamo
l’impact factor dei lavori prodotti, riferendolo alle aree prima citate,
si può dire che questi dipartimenti ed istituti hanno pubblicato
in media lavori con impact factor maggiore di 3 per il 40% e con impact
factor maggiore di 5 per il 10% circa.
Numerose poi sono le punte di oltre 10 impact factor.
A mio avviso nel volume si trovano anche pubblicazioni che certamente
lasceranno un segno nel loro specifico settore pur non avendo uno spettacolare
impact factor, così come alcuni dipartimenti hanno un numero limitato
di pubblicazioni ma di ottimo livello. Ma di questo è più
opportuno che i singoli cultori della materia ne facciano menzione anziché
chi vi parla in veste di general editor.
L’analisi deve essere ovviamente correlata alla specificità
delle singole aree di ricerca. Infatti è del tutto evidente che
l’area chirurgica, pur non raggiungendo le vette di indice scientimetrico
internazionale delle aree mediche o biologiche, è sede di attività
scientifiche di sicura qualità.
La peculiarità poi delle riviste scientifiche proprie di alcuni
settori, quali ad esempio la medicina legale, si traduce in pubblicazioni
da inquadrare nell’ambito di una valutazione strettamente nazionale.
La Facoltà di Medicina ha ricevuto, nell’anno 2000, per le attività
di ricerca, circa tre miliardi di lire nell’ambito dei cosiddetti fondi
di Ateneo 60%, ed un miliardo e duecento milioni di lire per l’acquisto
di grandi attrezzature. Contemporaneamente, nell’ambito dei Fondi di Facoltà,
è stata accreditata alla nostra Facoltà di Medicina una cifra
pari a circa un miliardo.
Sebbene sia ben noto che la ricerca è stata costantemente, nel
nostro Paese, la Cenerentola del finanziamento pubblico, merita sottolineare
l’estrema inadeguatezza dei contributi che alimentano e supportano le attività
di ricerca, considerando che ad ogni ricercatore di medicina sono spettati
mediamente tre milioni e cinquecentomila lire annue a fronte della produzione
di oltre 1200 lavori complessivi di qualità internazionale!
A conclusione, è doveroso rivolgere un ringraziamento.
L’opera vede la luce grazie alla collaborazione dei Direttori di dipartimento
e di istituto, per il non facile lavoro di ricerca ed armonizzazione dei
dati. Sono convinto che, con questa raccolta bibliografica, abbiamo fornito
un’importante immagine pubblica della nostra Facoltà e del nostro
Policlinico.
Marcello Negri
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