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Rese note dal Ministro Sirchia
Proposte per la Sanità 

Roma 26 luglio
Il Ministro della Sanità, professor Girolamo Sirchia, in accordo con il Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Silvio Berlusconi, ha elaborato una serie di proposte per rendere la sanità italiana più equa, efficiente e moderna.
Gli interventi proposti sono incentrati su cinque obiettivi cardine: 
1. Mantenere il carattere universalistico e solidaristico del Servizio Sanitario. Tutti hanno diritto alla salute, indipendentemente dal censo, con prestazioni di uniforme qualità e quantità.
2. Mettere al centro di tutte le dinamiche del Servizio Sanitario il cittadino ed i suoi bisogni rispettandolo come persona, valorizzando nel contempo la professionalità del medico.
3. Finanziare il Servizio Sanitario in modo certo e sufficiente. Per anni il finanziamento è stato incerto e sottostimato. L'Italia assegna alla Sanità appena il 6% del PIL contro il 7-8% della media europea. 
4. Responsabilizzare pienamente le Regioni nell'organizzazione, nella gestione, e nel controllo dei servizi, lasciando allo Stato solo il compito di definire gli obiettivi strategici di interesse nazionale. 
Ogni Regione può organizzare il Servizio Sanitario in funzione delle proprie specificità e dei bisogni dei propri cittadini.
5. Assicurare al sistema una maggiore equità circa l'accesso ai servizi (eliminando le doppie corsie di accesso gratuito-a pagamento negli ospedali o per le prestazioni specialistiche). E' inoltre indispensabile garantire qualità ed efficienza dei servizi, riducendo ed eliminando gli sprechi.
Il ‘Documento’ continua analizzando i seguenti argomenti di attuale e futuro interesse:
RIFORMA FEDERALISTA
SPESA SANITARIA, ELIMINAZIONE DEGLI SPRECHI
DIRITTO ALL'INFORMAZIONE AI CITTADINI
RICERCA BIOMEDICA DEL SSN E GLI IRCCS
VALORIZZAZIONE DEL MEDICO E RAPPORTO COL PAZIENTE
RAPPORTO TRA I MEDICI E LE STRUTTURE OSPEDALIERE
RUOLO FONDAMENTALE DEGLI INFERMIERI
IMPEGNO VERSO GLI ANZIANI
SETTORE FARMACI

RIFORMA FEDERALISTA

Ribaditi i principi di universalità e solidarietà che rappresentano un inalienabile patrimonio del nostro Servizio Sanitario Nazionale, è necessario portare a compimento il processo federalista con il trasferimento alle Regioni del pieno governo gestionale della sanità locale.
Ruolo del Ministero della Sanità
II Ministero della Sanità, in accordo con le Regioni, manterrà le funzioni di definizione delle linee strategiche di indirizzo che assicurino a tutti i cittadini i livelli essenziali delle prestazioni, la qualità e l'equità del servizio sanitario,  nonché alcune funzioni sovraregionali.
Supporto tecnico alle Regioni
A richiesta delle Regioni, in una fase transitoria, il Ministero della Sanità, in collaborazione con il Ministero per l'Innovazione Tecnologica, potrà esercitare funzioni di supporto per la piena attivazione dell'autonomia nel controllo dei costi e nella assicurazione della qualità. Il supporto potrà essere garantito dall'Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali sia per il monitoraggio dei costi che per la valutazione dei bisogni e la definizione degli standard necessari alla programmazione degli interventi sul territorio.
Piano Sanitario Nazionale
Le linee della politica sanitaria italiana saranno contenute nel prossimo Piano Sanitario Nazionale, nel quale verranno fissati gli obiettivi da raggiungere e i livelli essenziali di assistenza da garantire. Spetterà alle Regioni scegliere le modalità per attuare nel migliore dei modi le indicazioni contenute nel Piano, in funzione anche della specificità e dei bisogni dei cittadini delle singole Regioni e compatibilmente con le realtà locali.
Linee strategiche per le Regioni
Per dare effettiva attuazione al federalismo è indispensabile che ogni Regione modelli la propria sanità locale secondo le esigenze dei propri cittadini. Ogni Regione, una volta stabilito il modello di sanità da garantire a tutti i cittadini indistintamente e indipendentemente dal censo, ha doveri etici che implicano la responsabilità: 
nella spesa,
nel finanziamento,
nell'organizzazione,
nella gestione,
nella verifica dei risultati e nella loro comunicazione ai cittadini.
Integrazione socio-sanitaria
Oggi per l'assistenza sociale è previsto uno stanziamento pari a un terzo del suo reale fabbisogno. E' un'area che necessita di nuove risorse, ma anche di un forte pensiero innovatore che permetta di superare le incoerenze e i disservizi che le divisioni tra sociale e sanitario continuano a creare nel Paese e che comportano sofferenza grave da parte dei cittadini, soprattutto quelli affetti da malattie croniche, pluripatologie dell'anziano, handicap, ecc. 
Nuova organizzazione del Ministero della Sanità
In questo nuovo scenario il Ministero della Sanità, per meglio rispondere ai nuovi ruoli cui è chiamato, intende assumere una diversa organizzazione rispetto al passato, individuabile in:
- un gruppo di pensiero strategico per elaborare nuove soluzioni operative;
- quattro dipartimenti, per rispondere alle nuove esigenze del panorama sanitario, riordinando e razionalizzando le risorse, senza aggravi di spesa.
 

SPESA SANITARIA, ELIMINAZIONE DEGLI SPRECHI

La nostra sanità mostra un livello di spesa inferiore al 6% del P.I.L contro una media superiore al 7-8% negli altri Paesi europei.
E' necessario rendere certi gli stanziamenti destinati alla sanità e incrementarli, visti gli aumentati bisogni legati alla cura della salute.
A fronte di questo sottofinanziamento continuano ad essere intollerabilmente alti gli sprechi insiti nel sistema (acquisti da parte delle ASL di beni e servizi con prezzi molto difformi a parità di prodotti, ricoveri inappropriati come ad es. due giorni in ospedale per un intervento di cataratta, duplicazioni nell'alta specialità, ecc.).
Ma ulteriori aggravi di spesa sono rintracciabili nei comportamenti e negli stili di vita inadeguati (come il fumo, che causa circa centomila morti ogni anno, una dieta alimentare scorretta, spesso causa di obesità, che comporta un costo di 21.000 mld l'anno a carico del SSN, gli incidenti stradali, ecc.).
Eliminare anche questi sprechi non è solo un dovere da un punto di vista economico e di gestione, perché la salute è una risorsa e come tale va tutelata e protetta. In questa dinamica tutti i cittadini sono chiamati a fare la propria parte, assumendo stili di vita equilibrati e facendo propria la cultura della prevenzione. 
Per intervenire efficacemente nel contenimento della spesa bisogna anzitutto conoscere dove si annidano gli sprechi; e questo si può fare con diversi interventi. Tra quelli principali sono previsti:
1) Proposta di una commissione parlamentare d'inchiesta sugli sprechi che identifichi le diverse voci di spreco e indichi i mezzi per correggerli. E' infatti il Parlamento, quale massimo rappresentate della volontà popolare, il miglior garante, assieme alle Regioni dell'utilizzo razionale delle risorse destinate all'assistenza dei cittadini.
2)  Proposte di conferenze di servizi e tavoli di lavoro
Istituzione di conferenze di servizi e tavoli di lavoro tra Regioni, Province e Comuni che possano favorire una migliore programmazione degli interventi di edilizia ospedaliera nelle grandi città, in base alla valutazione delle realtà esistenti e dei bisogni dei cittadini.
Gli obiettivi sono: 
evitare le duplicazioni di servizi,
favorire gli investimenti in poche strutture di eccellenza per eliminare il fenomeno inaccettabile sia da un punto di vista etico sia economico della migrazione sanitaria da una regione all'altra o peggio verso l'estero,
recupero di strutture da destinare all'assistenza dei malati cronici e un migliore bilanciamento fra strutture e risorse per acuti e cronici.
3) Controllo e certificazione di qualità
Razionalizzare significa anche e soprattutto affrontare i problemi derivanti dai costi della non qualità, che gravano sul  nostro sistema.  Occorre un'iniziativa a medio termine che deve portare a livello di
priorità l'assicurazione di qualità per gli erogatori di servizi sanitari. Questo comporta interventi mirati riguardanti:
la gestione delle liste di attesa,
la formazione e l'aggiornamento del personale,
la documentazione adeguata,
la possibilità di disporre di dati accurati in tempi brevi,
la valutazione e la pubblicazione dei risultati.
4) Collaborazione Stato-Regioni nei controlli
I costi dell'inefficienza di alcune aree (costi fuori controllo, qualità non garantita, ecc.) vanno superati, utilizzando tutti gli strumenti più opportuni. In questo ambito è indispensabile un'attiva partecipazione collaborativa Stato-Regioni tramite l'Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali con funzioni operative presso le Regioni che lo desiderano, in grado di realizzare una più energica funzione di controllo dei costi a livello aziendale da parte dei revisori.
5) Nuove risorse per i malati cronici
Recuperare i costi della non qualità potrà consentire di destinare nuove risorse per la cura e l'assistenza dei malati cronici, oggi assai trascurati in quanto gli interventi e gli investimenti si sono indirizzati essenzialmente nella cura del malato acuto, senza tener conto del mutato quadro epidemiologico del nostro Paese.
 

DIRITTO ALL'INFORMAZIONE AI CITTADINI

E' opportuno sviluppare in modo continuativo e sistematico campagne di informazione e comunicazione istituzionale dirette ai cittadini, alle scuole e ai medici con la finalità di informare ed educare la popolazione sui grandi temi della prevenzione e, in particolare, sugli stili di vita che, quando scorretti, creano danno alle persone e inutili costi al SSN.
Le direttrici per sviluppare la consapevolezza nei cittadini degli strumenti e dei comportamenti per migliorare il proprio stato di salute e per usufruire delle cure più moderne ed efficaci in caso di malattia sono:
programmi di comunicazione istituzionale, validi scientificamente nei contenuti, realizzati coinvolgendo i media (televisione, internet, stampa, ecc.) attraverso un organismo di diritto privato con indirizzo e controllo pubblico;
la pubblicazione periodica delle cosiddette "report cards", ossia dei dati di performance (che dovranno rispondere a parametri comuni  e riconosciuti) con i risultati raggiunti nei diversi ospedali di tutto il territorio.
 

RICERCA BIOMEDICA DEL SSN E GLI IRCCS

Per sostenere il rilancio dell'attività degli IRCCS è necessario definire in tempi brevi una nuova regolamentazione che risponda ad alcuni obiettivi prioritari:
trasformazione dello stato giuridico degli Istituti;
impostazione dell'attività degli Istituti su una base specificatamente imprenditoriale e non solo manageriale;
eliminazione dei troppi vincoli che limitano burocraticamente l'attività degli IRCCS;
l'attivazione di iniziative provenienti dal mondo del privato e attrazione di capitali.
Centri specializzati
La ricerca italiana può e deve tornare ad essere competitiva a livello internazionale e in grado di attrarre anche investimenti e finanziamenti non solo pubblici e non solo nazionali, così da consentire anche ai nostri più validi scienziati di proseguire le proprie ricerche in Italia.
Fondazioni di diritto privato ma a controllo pubblico
Gli IRCCS, così come i grandi Ospedali metropolitani e i policlinici, potrebbero configurarsi da un punto di vista gestionale e organizzativo come Fondazioni di diritto privato pur mantenendo programmazione e controllo pubblico, con un maggior coinvolgimento da parte anche delle Regioni.
Agevolazioni per chi finanzia lo studio contro le malattie rare
La lotta alle malattie rare potrà ricevere un importante rilancio grazie a una serie di agevolazioni fiscali ed il recepimento della direttiva europea sui brevetti biotecnologici (la maggior parte delle malattie rare sono di origine genetica). In questo modo si potrà coinvolgere anche l'industria privata. 
 

VALORIZZAZIONE DEL MEDICO E RAPPORTO COL PAZIENTE

La valorizzazione del medico è uno dei punti strategici del programma di rilancio e di modernizzazione della Sanità italiana. Tra gli impegni prioritari vi è quello di assicurare al medico un aggiornamento puntuale e istituzionalmente riconosciuto in modo da garantire ai cittadini l'assistenza da parte di professionisti sempre più aggiornati e competenti.
Ecco i primi interventi strutturali che verranno proposti, in collaborazione e in concerto con altri Ministeri:
1) Formazione post-universitaria
Un progetto di formazione continua dei neolaureati in ambito post-universitario da realizzarsi in collaborazione con l'Ordine, le Organizzazioni di rappresentanza dei medici e le Società Scientifiche.
2) Oltre il consenso informato
Il rapporto tra medico e paziente va recuperato e sviluppato sui principi della bioetica superando il concetto meramente giuridico del consenso informato, trasformandolo in una presa in carico consapevole dei bisogni, delle difficoltà e dei timori del paziente. Il medico dovrà garantire al paziente non solo le informazioni sul tipo di terapia, sulle possibilità reali di guarigione e sulle modalità di intervento ma dovrà collocare al centro della propria attività professionale le istanze del paziente come persona.
3) E learning e formazione a distanza
Il potenziamento dell'Educazione Continua Medica (ECM) con programmi e strumenti formativi a distanza mediante le nuove tecnologie telematiche (tramite e-learning), al fine di consentire al medico un aggiornamento costante, riducendo le partecipazioni congressuali a quegli eventi di accertata validità.
 

RAPPORTO TRA I MEDICI E LE STRUTTURE OSPEDALIERE

E' necessario riconsiderare in forma più funzionale alle esigenze dei pazienti e al modello sanitario prescelto dalla Regione i rapporti contrattuali e professionali tra medici e strutture ospedaliere, circoscrivendo quei vincoli che finora si sono rivelati inapplicabili o improduttivi se non dannosi al Servizio Sanitario Nazionale.
Motivare il medico
L'obiettivo è quello di recuperare il ruolo del medico motivando la sua professionalità ed eliminare quelle situazioni spiacevoli, con un rapporto contrattuale chiaro negli obblighi e nelle competenze, capace di superare le iniquità dell'attuale sistema.
Eliminare le doppie corsie
Esistono infatti tuttora delle distorsioni del sistema di ricovero quali ad esempio le doppie corsie di accesso all'ospedale legate al regime di pagamento o non pagamento da parte dei pazienti e alle lunghe liste di attesa riservate soltanto a chi non può pagare.
 

RUOLO FONDAMENTALE DEGLI INFERMIERI

Stiamo vivendo attualmente una nuova emergenza infermieristica dovuta ad una pluralità di fattori, tra cui anche il fatto che la necessità di un titolo universitario (laurea  breve) per divenire infermiere professionale, cui segue uno stipendio non adeguato per un laureato, scoraggia dall'intraprendere questa carriera.
La carenza di infermieri è resa ancora più grave in considerazione del fatto che l'assistenza Sanitaria sta evolvendo sempre più verso la necessità di assicurare cure non solo all'interno delle strutture ospedaliere ma anche a domicilio, in particolare per i malati cronici e gli anziani.
Due sono gli obiettivi proposti:
1) Operatore socio-sanitario
E' indispensabile affrontare il problema anche attivando una figura di operatore socio-sanitario, inteso come operatore che, grazie ad un corso di tecnica infermieristica di 200 ore, e il rilascio di apposito patentino possa accudire i malati con alcune funzioni assistenziali semplici.
2) Scuole infermieri degli ospedali
Questa operazione, che potrebbe essere realizzata dalle Scuole Infermieri degli Ospedali, offrirebbe preziosi posti di lavoro alleviando ad un tempo la crisi infermieristica che affligge Ospedali, ASL e Case di riposo.
 

IMPEGNO VERSO GLI ANZIANI

Il Ministero della Sanità intende riequilibrare le risorse economiche e le energie umane destinate alla cura degli acuti e al trattamento dei pazienti cronici e degli anziani, anche alla luce delle nuove dinamiche demografiche che fanno del nostro Paese uno tra i più longevi nel mondo.
Oggi i pazienti, specie se anziani, vengono spesso dimessi precocemente dall'ospedale, in condizioni di non autosufficienza, non pronti cioè ad inserirsi nella loro vita. Non di rado quindi, dopo la dimissione, si realizzano condizioni di grave disagio per loro stessi e le loro famiglie.
A questo scopo si propone di creare:
1)  Reparti per la convalescenza
E' necessario prevedere dei Reparti a bassa intensità di cura che possano consentire una convalescenza dopo la degenza nell'ospedale per acuti, facendo si che l'anziano si possa reinserire nella sua vita normale. Questi reparti di convalescenza possono aprirsi anche al territorio per ricoveri di sollievo.
2)  Centri di salute al posto degli ospedali sottoutilizzati
Riorganizzazione della rete ospedaliera, che deve prevedere la trasformazione di alcuni piccoli ospedali sottoutilizzati o in eccedenza in centri di salute gestiti dal Distretto sanitario, destinati alle prestazioni di diagnostica, alla cura e alla riabilitazione.
 

SETTORE FARMACI

E' necessario avviare globalmente una nuova e politica sul farmaco capace di:
•  semplificare le procedure;
•  attrarre nuovi investimenti per la ricerca;
•  sviluppare brevetti in Italia così da creare nuova occupazione qualificata;
•  consentire il rapido utilizzo dei nuovi farmaci al servizio dei pazienti.
A seguito del varo dell'Agenzia Europea per la Valutazione dei prodotti medicinali (EMEA) l'Italia è, insieme ad Austria, Belgio e Grecia, uno dei pochi stati membri dell'Unione Europea a non avere ancora provveduto al riassetto delle competenze e funzioni nel delicato settore dei medicinali attraverso la realizzazione di un'Agenzia nazionale.
Tale situazione ha causato e continua a causare ritardi e disfunzioni nell'azione dell'Italia per realizzare il mercato unico comunitario dei farmaci.
Agenzia Italiana Medicinali
L'Agenzia Italiana Medicinali dovrebbe essere dotata di personalità giuridica e di ampia autonomia sotto la vigilanza del Ministero della Sanità e operare secondo le norme del codice civile, riunendo attività oggi disperse in altri Ministeri.



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