ORIENTE - OCCIDENTE: PENSIERO E SCIENZA MEDICA A CONFRONTO
12-14 ottobre 2001 Torino
Il ruolo dell'Elettrodinamica quantistica (QED) in
Medicina
di Vincenzo I. Valenzi (*)
Introduzione
I grandi progressi della biologia e della chimica poco si sono integrati
con l'analogo sviluppo della fisica e della fisica quantistica in particolare.
Negli ultimi decenni, soprattutto sulla base del contributo teorico di
Giuliano Preparata (1942-2000), si è sviluppato un nuovo punto di
vista sulla materia condensata fondato sull'uso sistematico dell'elettrodinamica
quantistica coerente. La presenza di meccanismi coerenti alla base di molti
fenomeni biologici appare evidente malgrado entri spesso in contraddizione
con i principi della termodinamica classica. Infatti sembra difficile ipotizzare
un mondo biologico che origini tutto dal caso, senza la presenza di meccanismi
di autorganizzazione che operino a vari livelli (come messo in luce tra
gli altri da Prigogine )
Un ampio studio pilota, ha messo in luce come, le funzioni quantistiche
della materia e dei circuiti elettrici corporei (riferibili ai meridiani
dell'agopuntura cinese), debbano essere utilizzate per comprendere le intolleranze
farmacologiche, tramite la capacità dei farmaci di indurre delle
variazioni di conduttanza nei circuiti elettrici corporei sulla base dei
quali identificare le intolleranze e guidare la terapia farmacologia(1).
Tali studi mettono in luce come i farmaci oltre a possedere un'azione
chimica ben nota, sono portatori di proprietà fisiche di tipo quantistico,
che possono aiutarci a comprendere meglio i meccanismi di azione dei farmaci
ed a potenziare l' efficacia della terapia.
Il perché tali studi vengano guardati con diffidenza
ed indifferenza da larga parte della Comunità scientifica (destino
che condividono con larga parte della tradizione scientifica orientale),
ci riporta ai problemi di filosofia della scienza e del metodo scientifico
che John Maddox, già direttore di NATURE, ha
messo in luce in un’intervista su SCIENCE ET VIE nel settembre del
1996 nella quale affermava come: ”la scienza ha perduto parte della
sua credibilità agli occhi dell’opinione pubblica, come conseguenza
del contesto ultraconcorrenziale nel quale essa si evolve. Gli scienziati
asseriscono troppo e troppo in fretta, senza prendersi il tempo necessario
per verificare le loro ipotesi.”
Si pone quindi il problema del metodologia della ricerca, dell’etica
e della filosofia della scienza, che deve vedere un impegno non solo di
controllo e di sanzione da parte dei Comitati Etici, ma anche un’opera
di formazione ai principi della filosofia della scienza anche e soprattutto
nelle facoltà tecnico scientifiche.
Filosofia della scienza tra Oriente ed Occidente
Lo Yogi RAMACHARAKA (2) nel concludere la sua lezione su Materia
e Forza nel l905 scrisse: "Richiamiamo la vostra attenzione
tanto sulle diversità che sulle affinità fra le due filosofie
( La filosofia Yogi ed il Monismo scientifico di HAEKEL):entrambe proclamano
<<L'Unita del Tutto >>, ma quanto differisce l’intendimento di quel
UNO!
Noi confidiamo che la vostra Mente Spirituale illuminerà
il vostro intelletto sì che potrete scorgere la verità pur
nel conflitto di insegnamenti contrari, riconoscendo nei punti di accordo
1 'istintiva ed intuitiva tendenza della mente umana verso il concetto
dell'Unità".
Come non ritrovare in queste parole dello Yogi il grande sforzo che
ha permeato la fisica del XX secolo alla ricerca della teoria unificante
delle quattro grandi forze della natura note: nucleare forte, nucleare
debole, elettromagnetica e gravitazionale?
All'inizio del nuovo Secolo, viene ripreso il confronto tra la fisica
(oggi evolutasi anche in fisica quantistica) e le teorie e filosofie
naturalistiche orientali nel tentativo di pervenire ad una superiore comprensione
della natura e delle leggi fondamentali che la governano.
Prima di procedere nella analisi delle conoscenze a cui siamo pervenuti,
è utile soffermarsi sui motivi del ritardo nell'integrazione scientifica
e culturale tra Oriente ed Occidente con la
presenza di sistemi culturali e scientifici poco comunicanti ed in
alcuni casi completamente isolati
l'uno dall'altro.
Sempre lo Yogi RAMACHARAKA nella sua lezione Più luce
sul sentiero nel quinto precetto "esorta ad <<uccidere
ogni senso di separazione > > .Nell'ottavo aggiunge: <<tuttavia
rimani solo ed isolato, nulla di ciò che ha corpo, nulla ciò
che non è eterno può darti aiuto > >. Due verità
di importanza vitale, due facce della medesima verità. esaminiamole:
il senso di separazione che ci fa ritenere come costituiti di sostanza
diversa dagli altri esseri umani, che ci fa credere i soli giusti, che
ci fa ringraziare Iddio e di essere differenti e migliori degli altri è
un errore che nasce dal punto di vista relativo.
Per quanto le apparenze ci facciano credere spesso il contrario,
tutti cercano di fare del loro meglio e giacché nessuno è
perfetto, perché siamo così pronti a condannare ? Porgiamo
una mano amorevole ogni volta che se ne offre l'occasione, ma non diciamo
mai «Io sono più santo di te». Teniamo ben presente
l'ammonimento del grande Maestro:«Colui che è senza peccato
scagli la prima pietra > > .Liberiamoci dall'idea della separazione, illusione
ed insidia da cui derivano quasi tutti gli errori.
Esaminiamo ora il rovescio della medaglia:«Impariamo a stare
da soli». Imparare questa lezione è indispensabile al nostro
avanzamento. La nostra vita ci appartiene e dobbiamo viverla noi stessi.
Nessun altro può farlo per noi, ne noi possiamo vivere la vita altrui.
Ognuno deve imparare a reggersi ben diritto sui propri piedi, ognuno deve
rispondere delle proprie azioni, ognuno deve raccogliere ciò che
ha seminato e deve soffrire o godere a seconda del suo modo di agire. "
E' ben noto come ovunque gli uomini oscillino tra due tendenze: autonomia
separatista e desiderio di appartenenza. Queste tendenze sono presenti
anche nella ricerca scientifica che con il concetto di "Scienza Ufficiale"
che sa più di Chiesa che di Scienza, ha introdotto una dolorosa
contraddizione di termini tra Scienza (che si occupa, o si dovrebbe occupare
di ciò che non si sa), e Ufficiale che norma la buona tecnica, le
leggi, che non è affare della ricerca scientifica, bensì
dei settori applicativi e normativi). Un caso pratico di tale contraddizione
che viene nella definizione di "Scienza Ufficiale" ci viene dalla diffusa
disattenzione sulle intolleranze farmacologiche ed alimentari. Un'altro
punto critico della dizione di "Scienza Ufficiale" emerge da quanto scritto
da Mario Ladu (3) nelle sue Lezioni di Fisica per medici a proposito
di ESSERI VIVENTI E PRINCIPI DELLA TERMODINAMICA: "In definitiva si
può dire che tutti i risultati sperimentali indicano che le leggi
fisiche valide per la materia inanimata, valgono anche per la materia vivente.
Quest'ultima però, per il suo più elevato grado di organizzazione,
è retta da altre leggi delle quali, purtroppo, non si può
dire che oggi si sappia molto". Di ufficiale come scrive Ladu
c'è purtroppo poco, oltre al dovere istituzionale del mondo scientifico
di ricercare nei campi non conosciuti del sapere.
Bisogna ricercare di più, nei territori dove sappiamo di meno.
A questo fine è necessario ricordare ciò che disse Claude
Bernard: "Ciò che sappiamo è il principale ostacolo
all'acquisizione di ciò che non sappiamo ancora". Bisogna armarsi
del socratico "sapere di non sapere", che potrà metterci
in condizione di affrontare senza umiliazioni improprie, la partita della
conoscenza di quanto ancora oggi ci è ignoto, con lo spirito felice
e curioso, abbandonando impropri ruoli di difensori di dogmi, che non fanno
parte della Scienza. In particolare non si può pensare che la fisica
quantistica possa fare parte di presunte eresie in medicina, e non riguardare
da vicino la comprensione del funzionamento biologico. In tal senso sono
andati gli sforzi di Giuliano Preparata, fisico teorico dell'Università
di Milano, recentemente scomparso, che ci ha voluto donare il suo contributo
su Elettrodinamica quantistica e medicina al Seminario, tenuto sempre a
Farmacologia il 14 dicembre del 1999 ed i cui atti sono stati stampati
sulla Rivista di Biologia/Biology Forum nel volume n° 3 del 2000, nel
quale ha gettato le fondamenta per la costruzione del ponte tra fisica
e biologia dopo che è stato ben costruito quello tra chimica e biologia.
Federico Del Trocchio (4) a proposito delle bugie nella Scienza,
a cui ha dedicato un interessante e vasto volume, conclude che una certa
dose di bugie nella scienza è inevitabile, e mettendo in guardia
dalle troppe truffe ai danni della comunità da parte di scienziati
ambiziosi, indica un parametro per valutare le attività scientifiche:
la loro capacità di indurre dei progressi reali nella tecnologia
e nella vita quotidiana.
Oltre agli scienziati troppo ambiziosi che addomesticano i risultati
ad arte, abbiamo spesso scienziati e cultori della scienza animati da buona
fede che, nonostante le migliori intenzioni, spesso più che contribuire
alla scienza, si perdono dietro a miti, ad ideologie a fedi più
o meno scientifiche che con la verità e la scienza hanno poco a
che fare. Sull'importanza del metodo nella scienza si soffermò Nietziesche
e le sue riflessioni dovrebbero farci riflettere ancora oggi ed in particolare
a noi che siamo impegnati sulla frontiera tra Occidente ed Oriente.
Nietziesche in proposito scrisse in "Umano troppo Umano" qualcosa
di ancora utile per chiarire i nostri problemi di metodologia della ricerca:
"In complesso i metodi scientifici sono un risultato della ricerca
importante almeno quanto qualsiasi altro risultato: sulla conoscenza del
metodo si basa infatti 1o spirito scientifico e, ove quei metodi andassero
perduti, tutti i risultati della scienza non potrebbero impedire un rinnovato
dilagare della superstizione e dell'insensatezza. Le persone di spirito
possono imparare quanto vogliono dai risultati della scienza: dalla loro
conversazione, e soprattutto dalle ipotesi in essa contenute, si noterà
sempre che mancano di spirito scientifico: non possiedono quell'istintiva
diffidenza verso gli erramenti del pensiero la quale, in seguito a un lungo
esercizio, ha messo radici nell'anima di ogni uomo scientifico. In genere
ad esse basta trovare su una cosa un'ipotesi qualsiasi per entusiasmarsene
e pensare che con ciò sia fatto tutto. Per esse, possedere un'opinione
già significa diventarne fanatici e riporsela da allora in poi in
cuore come convinzione. Di fronte ad una cosa non spiegata, si riscaldano
per la prima idea che vien loro in mente e che assomigli ad una spiegazione:
dal che si producono di continuo, specie nel campo della politica, le peggiori
conseguenze. -Per questo oggi ciascuno dovrebbe aver imparato sin dalle
basi almeno una scienza: allora saprebbe che cosa sia un metodo e quanto
necessaria sia la massima riflessione. Questo è un consiglio da
dare soprattutto alle donne, che oggi sono le vittime senza scampo di tutte
le ipotesi, soprattutto quando queste fanno un 'impressione di ricchezza
di spirito, fascino, vitalità, vigore. Anzi, a ben guardare, si
nota che la grandissima parte di tutte le persone colte desidera tuttora
da un pensatore convinzioni e nient'altro che convinzioni, e che solo una
piccola minoranza vuole certezza. Quelle vogliono essere fortemente trascinate
per ottenere così anch'esse un aumento di forza, queste poche possiedono
quell'interesse oggettivo che prescinde da vantaggi personali, anche da
quello dell'aumento di forza sopra menzionato. Su quella classe, di gran
lunga preponderante, si fa conto ovunque un pensatore si comporti e si
definisca come genio, dunque si atteggi a uomo superiore al quale spetti
l'autorità. Un genio di quella specie, in quanto attizza l'ardore
delle convinzioni e suscita sfiducia contro 1o spirito prudente e modesto
della scienza, è un nemico della verità, per quanto possa
invece ritenersene l'ammiratore."
Queste considerazioni valgono in particolare per le scienze complesse
come la biologia e la fisica.
Dalla biometeorologia alla farmacoelettrodinamica
Gli studi biometeorologici risalgono ai primordi della medicina quando
Ippocrate, nel suo volume “Dell’acqua dei luoghi e dei venti”, impostò
la diagnostica e la cura medica anche sul ruolo dei fattori ambientali
e climatici. Negli ultimi tre secoli, dopo la scoperta dell’elettricità,
gli studi ripresero vigore con numerosi studiosi impegnati nella biometeorologia.
Negli anni 60, con l’avvento della farmacologia moderna la biometeorologia
ebbe un oblio legato alla netta superiorità dell’antibioticoterapia
nel trattamento della tubercolosi rispetto alla climatoterapia ed alla
grande complessità che avevano assunto le sue materie di base: la
biologia e la meteorologia.
La ripresa degli studi biometeorologici negli anni ‘90, da parte della
scuola romana del prof. B. Messina, era stata focalizzata sullo studio
della ionizzazione dell'aria e dei parametri elettrici cutanei, anche grazie
alla collaborazione con il gruppo di ricercatori di Massimo Scalia, che
avevano messo a punto un Ions Meter ed un Multitester biologico per misure
bioelettriche.
L'incontro con Umberto Grieco nel '96, ci aveva arricchito di nuovi
orizzonti che Umberto aveva esplorato nei suoi studi in vari centri di
ricerca europei. In particolare l'elettroagopuntura di VolI (EAV), e lo
sviluppo dato ad essa da Franz Morell un medico tedesco che con Rash un
ingegnere, svilupparono la MORA terapia basata sull'utilizzo dei segnali
elettromagnetici dei farmaci e dei vari composti chimici, per la diagnosi
e la terapia Nel 97 nel 98 furono sviluppati i primi studi sull'utilizzo
di tali tecnologie elettrocutanee in bioclimatologia sulla base dell' ipotesi
che i segnali atmosferici agissero modificando i parametri elettrici cutanei
e la conduttanza nei circuiti elettrici corporei riferibili ai meridiani
dell' agopuntura (5-6-7-8-9).
Nel corso di sperimentazioni pilota presso di Centro di Immunoallergologia
diretto dal prof. F. Filiaci al Policlinico Umberto 1° di Roma, fu
osservato come gli antistaminici avessero la capacità di migliorare
la conduttanza nel circuito corporeo riferibile all'allergia. Questa osservazione
stimolò l'attenzione sul possibile utilizzo dei farmaci, sfruttando
la loro capacità di modificare la conduttanza nei circuiti corporei
senza interazione chimica, con un'interazione fisica. Fu osservato inoltre
come vari farmaci di una stessa categoria (antistaminici ad esempio) dessero
risposte diverse durante le misure elettrocutanee. Fu notato come quando
i farmaci miglioravano la conduttanza essi apparivano più efficaci,
quando invece inducevano una riduzione erano meno efficaci o davano reazione
avverse. Sulla base di queste osservazioni dopo circa una anno di discussioni
tra la prof.ssa M. L. Roseghini, il prof. F. Filiaci il prof. V. Martinelli
il prof. B. Messina, il dr P. Cascino, grazie al Dipartimento di Scienze
Chirurgiche e di Tecnologie Mediche Applicate diretto dal prof. Martinelli,
d'intesa con il Comando Generale della Guardia di Finanza fu avviato uno
studio pilota presso il Comando Generale della GdF, per verificare le effettive
potenzialità delle tecnologie di EAV nella diagnostica delle intolleranze
e nella guida alla terapia. I primi risultati (su oltre 400 volontari),
che andranno validati in studi rigorosi e controllati in ambienti attrezzati
a livello cellulare , animale e clinico, hanno evidenziato un formidabile
miglioramento del rapporto rischi /benefici e costi/benefici come è
emerso tra l' altro dall' analisi del caso di allergia infantile.
Per comprendere come i farmaci potessero agire a distanza, modificando
la conduttanza nei circuiti elettrici corporei, chiedemmo aiuto a Giuliano
Preparata (1942/2000) ed Emilio del Giudice, del Dipartimento di Fisica
di Milano, che avevano sviluppato la QED (Elettrodinamica quantistica)
dallo studio della materia inanimata allo studio della materia vivente,
rendendo anche comprensibili fenomeni apparentemente irrazionali e "non
convenzionali" Gli atti del seminario del 14 dicembre del 1999 alI 'Istituto
di Farmacologia della Sapienza sul Ruolo dell'Elettrodinamica . quantistica
in medicina rappresentano una pietra miliare per i nuovi studi biometeorologici
e farmaelettrodinamici, costituendo una base teorica biofisica fondamentale
per comprendere le intolleranze farmacologiche ed alimentari e per comprendere
come un farmaco possa agire non solo secondo il modello di interazione
chimica chiave-serratura a distanza di qualche Angstrom, ma anche a distanza
di uno due centimetri dal corpo sulla base di funzioni quantistiche delle
molecole (ancora non ben identificate) che appaiono capaci di indurre nei
circuiti elettrici fenomeni di aumento o di diminuzione della conduttività,
misurabili in pochi minuti con un semplice strumento di EAV. La meteoropatologia
e la climatoterapia da cui eravamo partiti, alla ricerca del mediatore
dell'azione biometeorologica, sembrava trovare in questi modelli
ed in queste tecnologie di misura, una base razionale per il suo monitoraggio
e il suo ritorno a pieno titolo nel bagaglio terapeutico del medico moderno.
I circuiti elettrici corporei, la legge di Ohm e la
QED
Lo studio delle funzioni elettriche cutanee, e la sperimentazione con
tecnologie di misura dei SEP (Skin Electric Parameters)hanno messo
in luce come la cute svolga, oltre a funzioni di barriera meccanica, anche
sofisticate funzioni di regolazione delle funzioni interne.
Le difficoltà di questi studi derivano dalla incompletezza dei
modelli elettrici equivalenti della cute, ed ancor più dai pochi
studi sul ruolo del campo elettromagnetico nella regolazione delle funzioni
biologiche. Lo sviluppo degli studi su campi elettromagnetici e sistemi
biologici riguarda ad oggi prevalentemente l' azione delle reti elettriche
e telefoniche con alte intensità del campo e. m. considerando il
sistema biologico come un sistema essenzialmente biochimico, ma molte circostanze
fanno sospettare che un organismo non possa ridursi unicamente ad un dato
insieme di molecole componenti, ma che occorra la presenza di qualche altro
soggetto fisico.
Esiste da molti anni una corrente scientifica, che individua nel campo
elettromagnetico
( e.m. ), un altro fondamentale attore della biologia. Questa corrente,
che ha portato alla luce importanti fenomeni, è stata finora tenuta
ai margini della razionalità scientifica riconosciuta, per la sua
incapacità di fornire una spiegazione accettabile dell'origine di
questi campi e. m. all'interno della materia vivente.
Tuttavia negli ultimi tempi si è sviluppato, soprattutto sulla
base del contributo teorico di Giuliano Preparata (per saperne di più
si può consultare il libro di G. Preparata: "QED:coherence in matter"-
World Scientific. Londra 1995) un nuovo punto di vista sulla materia condensata
(cioè la materia non gassosa, i liquidi ed i solidi), fondato sull'uso
sistematico dell'ElettroDinamica Quantistica (il cui acronimo in inglese
è QED).
Senza entrare nei dettagli teorici, si può schematizzare questo
punto di vista nel modo seguente. Nella fisica classica, quella di Galileo,
Newton, Maxwell e Marconi, un oggetto materiale percorre traiettorie ben
definite nello spazio e nel tempo ed ha in ogni istante una energia ben
definita, mentre il campo e. m. può essere reso stabilmente nullo
a patto di non fornire l'energia necessaria (una radio può essere
mantenuta spenta). Nella fisica quantistica, fondata nell'ultimo secolo
da Planck, Einstein, Nernst, Bohr, Heisenberg, Dirac, Pauli, Fermi, e tanti
altri, un oggetto materiale è intrinsecamente fluttuante, non occupa
mai una posizione ben definita, per cui la sua traiettoria si stempera
facendo assumere alla materia la natura di un campo ondoso. Il campo e.m.
assume reciprocamente anche caratteristiche particellari, perché
gli scambi di energia possono avvenire solo attraverso pacchetti discreti,
i "quanti". In particolare il vuoto, cioè lo stato fisico avente
l'energia più bassa, deve anch'esso essere fluttuante, cioè
deve poter produrre fiotti di campo di breve durata, tanto più breve
quanto più intenso è il fiotto. In metafora, il buio classico
è assolutamente nero, mentre il buio quantistico è attraversato
da un insieme di lampi (le fluttuazioni). Può sorgere la domanda
se i lampi del campo e.m. del vuoto possano in opportune condizioni, cioè
accoppiandosi in modo peculiare con i campi di materia, produrre risultati
stabili correlabili al campo di Higgs ed alla particella di Higgs.
In proposito Chris Llewellyn SMITH direttore del CERN dal
1994 al 1998 ha scritto sul numero delle Scienze di settembre del 2000
che: “si pensa che le masse delle particelle siano generate da
interazioni con un campo che permea l’universo. La natura di questo
campo però è sconosciuta. Potrebbe essere un campo elementare,
il Campo di Higgs, dal nome del fisico inglese Peter Higgs)”.
Una riflessione simile era stata proposta da Maxwel sotto la forma
del Diavoletto di Maxwell che sarebbe artefice
per vie misteriose di creare gradienti spontanei e la massa dal vuoto o
meglio dalle fluttuazioni quantistiche del vuoto.
Ci si può domandare inoltre sul possibile ruolo di queste fluttuazioni
nella dinamica energetica dell’atmosfera, nella formazione delle nuvole
e nella creazione dei potenziali elettroatmosferici oltre che nelle interazioni
biometeorologiche
Nella valutazione delle meteoropatie e della climatoterapia queste
considerazioni potrebbero aiutarci a comprendere come la fisica dell'atmosfera
possa incidere sulle funzioni fisiopatologiche. tramite delle. modificazioni
dei parametri elettrici cutanei e delle conduttanza nei circuiti elettrici
corporei ad essi collegati, con corrispondenti clinici favorevoli o sfavorevoli.
Osservazioni in tal senso sono state realizzate su soggetti meteoropatici
durante i cambiamenti climatici e in positivo su forme algo-reumatiche
a Pietracupa (CB) e su patologie respiratorie a Briançon,
oggettivando con misure elettroatmosferiche ed elettrocutanee quanto
osservato nel passato durante gli studi climatoterapici (10).
Lo sforzo per comprendere come variazioni dei parametri climatici o
azioni quantistiche dei farmaci siano in grado di modificare le correnti
corporee misurabili sui punti dell'agopuntura largamente corrispondenti
ai meridiani, ci riporta alla. legge di Ohm I = V /R. È chiaro
che a parità di differenza di potenziale senza l'apporto di energia
di ricarica dei potenziali cutanei, solo un diminuzione della resistenza
o l' equivalente aumento della conduttanza , può spiegare il raddoppio
delle correnti circolanti nei circuiti elettrici corporei quando si inserisce
nel circuito un farmaco attivo ed efficace. Ciò è stato spiegato
grazie alle teorie elettrodinamiche quantistiche coerenti di Giuliano
Preparata che ci ha illuminato su come un segnale coerente
sia in grado di indurre nei circuiti fenomeni di iperconduttività
analogamente a quanto avviene con i circuiti costituiti da materiali superconduttivi
(11-12). Funzioni quantistiche delle molecole farmacologiche sono in grado
di indurre nei circuiti elettrici corporei variazioni di conduttanza che
aumentando o diminuendo le intensità delle correnti circolanti,
inducono un miglioramento o un peggioramento clinico corrispondente valutabile
anche con un test chinesiologico, diminuzione dell'intensità di
corrente uguale a diminuzione della potenza muscolare studiato in particolare
dal gruppo di Biofisica di Catania di Giannazzo (13).
Meteoropatie ed energia libera atmosferica
Le meteoropatie come suddetto, sono state al centro di intensi
studi biometeorologici durante il secolo appena trascorso. La scuola russa,
quella americana, e non ultimo la Scuola Italiana di Messini (14)
e di Piccardi (15), hanno tentato di penetrare nei segreti delle interazioni
tra fenomeni meteorologici e salute umana. La ripresa degli studi biometeorologici
grazie al contributo ed alla direzione del Prof. B. Messina ed all'apporto
di numerosi studiosi di varie branche della scienza, è stato centrato
sull' analisi delle dinamiche energetiche dell' atmosfera.
L'equazione fondamentale dei gas P.V=n.R.T ci indica come, (essendo
il volume V dell' atmosfera pressoché costante, e la
stessa cosa si può dire per il numero di particelle n presenti nell'aria),
si possa concludere che la pressione atmosferica P e una funzione
diretta della temperatura T. E' ben noto dallo studio del ciclo
dell’acqua nell’atmosfera, come durante l'evaporazione dell'acqua
abbiamo che, per ogni grammo di acqua che passa dallo stato liquido allo
stato vapore, l' acqua assorbe circa 600 calorie per grammo. In questo
processo, quantità enormi di energia termica ed altre forme di energia
vengono assorbite dall'acqua, scomparendo dai bassi strati dell'atmosfera
dove 1'uomo vive. Con il cielo nuvoloso quindi, grandi quantità
di energia si accumulano nelle nuvole (dando vita tra l’altro ai potenziali
elettrici che poi si scaricheranno nei fulmini), venendo a mancare nell'aria
che respiriamo.
Dopo aver a lungo ipotizzato la possibilità di misurare l'azione
del clima sul corpo umano tramite i parametri elettrici cutanei (il cui
acronimo in inglese è SEP), di recente ho misurato nel Laboratorio
biometeorologico di Pietracupa (CB) come in corrispondenza di un cielo
nuvoloso, ai quadri clinici meteoropatici primari e secondari, corrisponde
un effettiva riduzione delle correnti misurate nei circuiti elettrici corporei,
che possono essere normalizzati o con farmaci, migliorando la conduttanza
nei circuiti, oppure agendo sulla genesi dei potenziali corporei quindi
sul parametro V dell'equazione di Ohm, tramite 10 -15 minuti di
utilizzo dell'OR.AC, uno apparecchio sviluppato da Reich (16) negli
anni 40 che fu definito da uno studioso dell'Oriente per le sue teoria
sull'energia Primordiale Cosmica da lui chiamata Orgonica, come il più
importante protagonista alla ricerca di una matrice scientifica comune
tra Oriente ed Occidente.
La teoria dell'energia primordiale cosmica di Reich infatti sembra
molto simile alla teoria dell'energia universale, il CHI o il Prana, di
cui parla la tradizione scientifica Orientale.
Di più, il cosiddetto " Accumulatore Orgonico" (OR.AC) costruito
da Reich, in base alle prime misure realizzate nel Laboratorio Biometeorologico
di Pietracupa, appare capace di riequilibrare le correnti corporee
misurate con l’EAV, diminuite in seguito al tempo nuvoloso e di agire favorevolmente
su alcuni dei sintomi meteoropatici (dolori, disturbi cenestetici ecc )
Questo prototipo di apparecchiatura, come si diceva, appartiene alla
storia della prima metà del ‘900 quando Wilhelm Reich,
un medico austriaco formatosi alla scuola di Freud, autore tra l'altro
di "Analisi del Carattere", fortemente impegnato nella ricerca dell"'Energia
Psichica", ritenne di aver scoperto una nuova forma energetica riferibile
all'energia biologica utilizzando, con basi fisiche di un medico degli
anni '40, una sorta di scatola isolante capace di creare dei potenziali
misurabili come differenza di temperatura e come differenza di potenziale
elettrico atmosferico in assenza di fonti di energia note. Qualcosa di
assimilabile concettualmente al più famoso ed enigmatico diavoletto
di Maxwell (17).
A rendere tuttavia ancora più attuale e vivo l"'accumulatore
orgonico" contribuisce oggi un impiego rinnovato legato allo studio della
interazione essere umano -ambiente. La caratteristica di vano circoscritto
ed isolato da sollecitazioni sia termiche che elettromagnetiche, grazie
ad uno spessa parete di legni e lamiere multistrato, con il corredo
di strumentazioni moderne e sofisticate (radiometri in infrarosso termico
e termoigrometri digitali), consente infatti di valutare in modo accurato
il bilancio termico del corpo umano in varie condizioni ambientali e con
abbigliamento diverso e di poter misurare l'ipotizzato
effetto energetico aggiuntivo che secondo le ipotesi di Reich si
dovrebbero realizzare (18). Una tale misura, integrata da determinazioni
mediche convenzionali e consolidate, permette a sua volta di precisare
il contributo degli scambi radiativi al metabolismo basale, consentendo
inoltre di valutare il significato di numerose osservazioni che mostrano
un'attività del microambiente dell'ORAC su processi biologici come
l'infiammazione, il dolore e sui SEP (Skin Electric Parameters ), in passato
interpretate come frutto di possibili variazioni della carica ionica nell'ORAC,
da M. Sperini, F. Marinelli (19) o di possibili flussi di microonde
tramite un meccanismo di banda passante, E. Del Giudice (20) .
Se le esperienze fin qui descritte promettono un contributo alla comprensione
delle interazioni tra l’ambiente ed i sistemi biologici tra cui le
meteoropatie ed il loro trattamento medico, le quantità di questioni
teoriche e pratiche che esse aprono, ci costringono ad un grande
rigore nel procedere nelle ricerche teoriche e sperimentali, consci in
ogni caso che come dice il Messina "La scienza si occupa di ciò
che accade" (21) e quindi avendo viste queste cose accadere, è
nostro dovere di ricercatori studiarle con rigore e onestà,
consci che la verità e nuove conoscenze potranno aiutare 1'uomo
nel suo cammino o come dicevano gli Antichi Maestri, sulla Via.
(*)Centro di Biofisica Clinica
Cattedra di Medicina del Mare
Università di Roma "La Sapienza"
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