“Mio padre, Brigadiere dei Carabinieri, con un magro stipendio con cui doveva mantenere moglie, suoceri e sei figli a carico, una volta all’anno lasciava il paesino, dove comandava la stazione Carabinieri, per recarsi in città per soddisfare l’unico suo “vizio”: acquistare berretto, alamari e gradi fuori ordinanza, per rendere più bella la sua uniforme, che portava con tanto orgoglio, con il cappello alla ventitrè.

Io non mi sono fermato al berretto, i gradi e gli alamari, ma ho voluto incidere sulla sostanza. Ogni mio pensiero ed azione hanno mirato e tuttora mirano solo al miglioramento della condizione del personale e dell’Istituzione, di cui faccio parte, nella più ampia prospettiva del mio impegno culturale, civile e sociale a favore dell’intera collettività. Per questo sono un colonnello fuori ordinanza e come tale vengo percepito, apprezzato, invidiato e anche odiato.

Ma non mi preoccupo perché so di appartenere alla categoria degli Owens, noto politologo inglese vissuto a cavallo del 17° e 18° secolo, che i suoi contemporanei definivano “un rompiscatole, ma anche il sale della terra”.

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Mi auguro che le indicazioni sintetiche sulla mia attività pubblica, appresso elencate in ordine cronologico, possano servire al lettore per comprendere le mie iniziative, intraprese a favore di coloro che nulla o poco contano nell’attuale società, dove prevalgono egoismo, arrivismo, carrierismo e particolarismo.

 

1° luglio 1988

Assunzione da parte mia della carica di Presidente del       COCER Carabinieri.

23 settembre 1988

Delibera del COCER Interforze (su una mia mozione), sul riconoscimento del ruolo negoziale alla Rappresentanza militare.

11 gennaio 1989

Approvazione, da parte del COCER Carabinieri del documento “Sullo Stato del morale e del benessere del personale” del COCER Carabinieri, contenente severe critiche alla gestione del personale da parte dei superiori e la richiesta di una legge di riordino dell’Arma dei Carabinieri con la sua elevazione a rango di Forza armata e definizione chiara di compiti e prerogative della stessa.

4 febbraio 1989

Pubblicazione, a sorpresa, del documento sulla stampa.

7 febbraio 1989 

Trasmissione del documento da parte del Comandante Generale dell’Arma, Roberto Jucci, alla Procura militare della Repubblica di Roma, che, dopo qualche giorno, archivia il caso.

Maggio 1989

Ricorso di 572 sottufficiali della Legione Carabinieri di Chieti al TAR Lazio per l’equiparazione agli ispettori della Polizia di Stato. A seguito del sostegno del COCER Carabinieri, aderiscono al ricorso in breve tempo 22 mila sottufficiali dell’Arma e 9 mila della Guardia di Finanza.

Dicembre 1989

Accoglimento del ricorso da parte del TAR Lazio.            

26 gennaio 1990  

Impugnazione, da parte del Ministro della Difesa, del ricorso dinanzi al Consiglio di Stato.

27 gennaio 1990

Pubblicazione sulla stampa dell’articolo “La rivolta dei Carabinieri. Il Presidente del COCER denuncia la solitudine dei militari e attacca politici e comandi”, in cui parlo del malumore dei sottufficiali per il mancato impegno del Ministro a non impugnare il loro ricorso, nonché del malessere diffuso nel personale.

3 giugno 1991

Sentenza della Corte Costituzionale che equipara i   sottufficiali dell’Arma agli ispettori di Polizia.

1° luglio 1991 

Conclusione del 5° mandato del COCER Carabinieri.

Settembre 1991

Assunzione da parte mia del Comando del Gruppo Roma III di Frascati.

6 ottobre 1991

Uccisione in Pescara dell’avvocato Fabrizio Fabrizi, difensore degli interessi dei sottufficiali dei Carabinieri nel ricorso al TAR Lazio. Al termine del processo di 1°grado, non impugnato per dimenticanza della Procura della Repubblica di Pescara, viene scagionato un pregiudicato del luogo, unico imputato.

 11 ottobre 1991

Accoglimento definitivo del ricorso dei sottufficiali da parte del Consiglio di Stato.

3 dicembre 1991

Delibera del COCER del 6° mandato con cui l’organismo mutua dal Presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, il sistema delle picconate, considerato l’unico idoneo ad incidere in una realtà (quella dell’Arma) deteriorata da continue manovre erosive provenienti dall’esterno.

22 dicembre 1991

Pubblicazione di un mio comunicato stampa di severa critica ai responsabili politici e dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza per l’uccisione del Brigadiere dei Carabinieri, Craighero, ad opera di alcuni poliziotti, a causa del mancato coordinamento delle Forze di Polizia.

23 dicembre 1991

Per la suddetta esternazione mi viene comminata da parte del Vice Comandante della Regione Carabinieri Lazio, Col. Ceniccola, una punizione disciplinare, che contrasta con le norme di legge sulla libertà di pensiero e di parola dei militari.

Gennaio 1992    

Avviso di garanzia alla mia persona per il reato di diffamazione militare in danno del Comandante Generale, Antonio Viesti. (Avevo dichiarato al GR1 che “il Comandante Generale dell’Arma non può essere più scelto dai partiti”).

Febbraio 1992 

Mia candidatura nel Partito Socialdemocratico.

Marzo 1992

Inizio della campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento.

3 aprile 1992

Termine della stessa ed emissione del decreto del mio rinvio a giudizio per il reato di diffamazione militare.

21 aprile 1992  

Mia elezione a Deputato della Repubblica.

15 ottobre 1992

Concessione, da parte della Camera, dell’autorizzazione a procedere contro di me dinanzi ad un Tribunale militare, per il reato in questione, nonostante un evidente e dichiarato fumus persecutionis.

10 marzo 1993   

Costituzione da parte mia del movimento politico “Solidarietà democratica”. Successo elettorale della lista alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Pomezia.

5 maggio 1993

Mia nomina a Sottosegretario alle Finanze.

11 maggio 1993

Condanna a carico mio da parte del Tribunale Militare di Roma a mesi 8 di reclusione per il reato di diffamazione militare. Il Capo del Governo mi invita a dimettermi dall’incarico governativo. Rifiuto, da parte mia, di essere associato ai deputati indagati per reati di mafia e di corruzione.

14 maggio 1993 

Interrogazione parlamentare dell’onorevole Borghezio, della Lega Nord, in danno della mia consorte, indicata quale collaboratrice del SISMI, e conseguente invito a dimettermi.

20 maggio 1993

 Vengo ricevuto dal Presidente della Repubblica, Scalfaro, che mi esorta a dimettermi e “ingoiare il rospo”.

21 maggio 1993

 Revoca dell’incarico di Sottosegretario alle Finanze.

27 maggio 1993 

L’on. Folena esprime “sconcerto” per la revoca, denunciando, in merito alla decisione assunta, “pressioni non solo politiche, ma anche provenienti dalla struttura militare”.

30 gennaio 1994 

Pubblicazione sulla stampa di notizie riguardanti indagini della Procura della Repubblica di Palmi su presunte pressioni da parte di imprecisati massoni a favore della mia candidatura a sindaco di Roma. 

Pur non ricevendo alcun avviso di garanzia e nonostante le assicurazioni di totale estraneità e una richiesta di smentita, la mia persona e il mio movimento politico vengono dalla stampa associati ad una loggia massonica e dileggiati.( In questa attività diffamatrice si distingue il TG3 della RAI).

23 febbraio 1994

Denuncia di una signora di Roma, di cui non intendo rivelare il nome, circa intendimenti di imprecisati soggetti di costruire false accuse ai miei danni in relazione alla campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio capitolino. Non viene avviata alcuna indagine.

16 aprile 1994

Prematura fine della legislatura e conseguentemente della mia attività parlamentare.

Maggio 1994  

 Richiesta di rinvio a giudizio dei magistrati di Palmi per il “caso massoneria” di Sallustio Salvemini, candidato di “Solidarietà democratica” alle elezioni al consiglio comunale di Roma (si tenta di addebitare alla mia persona la partecipazione ad un presunto piano criminoso, ideato ed attuato dal neo movimento politico “Forza Italia”, per aver partecipato, come “testimonial”, ad un incontro elettorale organizzato nell’aprile del 1994 dal club “Forza Italia” a sostegno dei candidati alle elezioni politiche Caccavale, Beccheli e Menichella) (Nel gennaio del 1998, la Procura della Repubblica di Roma chiederà l’archiviazione del caso).

19 ottobre 1994

 La Corte militare d’appello di Roma riduce a tre mesi la condanna a mio carico per diffamazione militare.

30 gennaio 1996

La stampa pubblica la notizia che la strage del Pilastro è stata perpetrata dai fratelli SAVI su direttiva del SISDE “per risollevare l’immagine dell’Arma dei Carabinieri, che aveva dei problemi con il COCER”.

Gennaio 1997

La Corte militare d’Appello di Napoli riduce la pena a mio carico a due mesi di reclusione, per il reato di diffamazione militare.

2 dicembre 1997    

La Corte di Cassazione annulla, senza rinvio, la sentenza di condanna della Corte militare d’Appello di Napoli perché “il fatto non costituisce reato”.

Oltre a 6 anni di umiliazioni e sofferenze, come più grave danno per il reato dichiarato inesistente, subisco l’estromissione dalla vita politica, torto al quale fino ad oggi non è mai stato posto rimedio.(I terroristi e gli assassini ritornano in libertà, i politici corrotti vengono condonati, i giusti vengono perseguitati. E’ la logica perversa di una politica ormai nelle mani delle lobby di potere).

30 settembre 1998

Assunzione, da parte mia, del comando del 2° Reggimento Carabinieri in Roma.

Gennaio-febbraio 1999

Avvio delle procedure nei miei confronti, da parte del Comandante della 11^ Brigata, per l’irrogazione di due consegne di rigore.

19 marzo 1999

Vengo eletto Presidente del COCER Carabinieri dell’8° mandato.

3 aprile 1999   

Le suddette due inchieste disciplinari vengono definite senza provvedimenti.

14 luglio 1999

Approvazione da parte del Senato del disegno di legge di riordino dell’Arma dei Carabinieri. Trasmissione del testo alla Camera dei Deputati.

18 novembre 1999 

Dura presa di posizione del COCER Carabinieri sulla proposta di aumento di 18.000 lire di stipendio al personale delle forze armate e di polizia. 

25 novembre 1999

Scontro fra D’Alema e la mia persona a Palazzo Chigi, sul caso delle “18.000 lire”.

19 gennaio 2000 

 Invio della bozza di documento, da me stilato, sullo “Stato del morale e del benessere dei cittadini” ai Presidenti dei Consigli intermedi e di base della Rappresentanza dei Carabinieri.

3 febbraio 2000   

Duro scontro fra il Sottosegretario Brutti e la mia persona, che lo accuso di voler annullare 185 anni di storia dell’Arma, accogliendo un emendamento che di fatto pone i Carabinieri agli ordini dei funzionari di polizia.

9 febbraio 2000

Telefonata tra D’Alema e me con mio invito a far ritirare due emendamenti del pacchetto sicurezza, che di fatto porrebbero l’Arma alle dipendenze delle Questure.

29 marzo 2000

ore 18,30,  L’ANSA di Roma riceve copia del documento “Sullo Stato del morale e del benessere dei cittadini”

29 marzo 2000

ore 20,00,  Il Comandante Generale dell’Arma mi convoca nel suo ufficio. Gli consegno copia dei documenti richiesti.

30 marzo 2000

ore 11,30,  Approvazione definitiva legge di riordino dei Carabinieri.

30 marzo 2000

ore 11,34,  Uno sconosciuto, in seguito identificato, esce dal Senato della Repubblica e pronuncia al telefono le seguenti parole: “Metta sul tavolo del Presidente. Il Colonnello Pappalardo ha dichiarato: “Lo Stato siamo noi. Il COCER: fonderemo il nuovo Stato”.

30 marzo 2000

ore 14,00,  Cossiga invia una lettera a me indirizzata invitandomi a dimettermi dalla carica di Presidente del COCER Carabinieri.

30 marzo 2000

ore 13,18, Valdo Spini, Presidente della Commissione Difesa della Camera dei Deputati, sollecita con un comunicato stampa il Comandante Generale dell’Arma ad esprimersi senza incertezze sul caso Pappalardo.

30 marzo 2000

ore 13, 33,  Il Comando Generale dell’Arma emette un comunicato stampa in cui non solo prende nettamente le distanze dal documento “Pappalardo”, ma, senza attendere il giudizio del magistrato, esprime valutazioni negative sul suo contenuto arrivando persino ad affermare che alcune sue parti si prestano ad interpretazioni che ledono in modo profondo e intollerabile i principi di rispetto delle istituzioni democratiche.

30 marzo 2000

ore 17,00,  Delibera del COCER Carabinieri che dichiara di non conoscere il contenuto del documento e mi invita a “trarre le relative conclusioni risolutive”.

30 marzo 2000

nel pomeriggio,  Il Generale Siracusa Sergio, Comandante Generale dell’Arma, rilascia un’intervista al quotidiano “la Repubblica”, nella quale mi dedica apprezzamenti assolutamente ingenerosi e che, al di là di tutto, vanno a colpire gratuitamente non solo l’Ufficiale, ma anche l’uomo.

31 marzo 2000

ore 01,30,   Presento una denuncia contro ignoti per diffamazione in merito al contenuto del comunicato stampa dell’ANSA.

31 marzo 2000

ore 12,00,  D’Alema telefona al Generale Siracusa invitandolo a sollevarmi dal comando del 2° Reggimento

31 marzo 2000

ore 14,30,  Vengo sollevato dal suddetto comando.

31 marzo 2000

ore 16,00,  Mia conferenza stampa nell’ufficio dei miei legali

31 marzo 2000

ore 18,00,   Cossiga, dopo aver prospettato immani sciagure all’Arma dei Carabinieri e conseguenze spiacevoli a me e ai miei familiari, mi “convince” a dimettermi dalla carica di Presidente del COCER Carabinieri.

31 marzo 2000

ore 20,30,  Come conseguenza di fortissime pressioni (anche a causa del minacciato ritiro di alcuni componenti della Banda dell’Arma dal concerto di mie musiche programmato per il 4 aprile), rassegno nelle mani del Comandante Generale le mie dimissioni da Presidente del COCER Carabinieri.

29 maggio 2000

Ricorso, da parte mia, al TAR Lazio per l’annullamento delle mie dimissioni da Presidente del COCER Carabinieri

27 giugno 2000

Presentazione di una mia denuncia per diffamazione aggravata nei confronti di Massimo D’Alema, Fabio Mussi, Valdo Spini, Tullio Grimaldi, Vincenzo Siniscalchi, Marco Taradash, Giovanni Meloni, Lapo Pistelli, Stefano Semenzato, Rocco Buttiglione, Franco Monaco, Carlo Leoni, Nando dalla Chiesa, Clemente Mastella, Armando Cossutta, Alessandro Pardini

30 giugno 2000

Il Procuratore militare della Repubblica chiede l’archiviazione del mio caso.

25 luglio 2000

Il Comando Generale dell’Arma affida il comando del 2° Reggimento, rimasto vacante per circa due mesi, al Col. De Ciuceis.

27 luglio 2000  

Il GIP presso il Tribunale militare di Roma emette decreto di archiviazione del mio caso.

29 luglio 2000

Diffida dei superiori nei miei confronti a non tenere la conferenza stampa organizzata per dare notizia all’opinione pubblica del mio totale proscioglimento. Denuncia all’A.G. del Generale che ha proceduto alla diffida.

2 settembre 2000 

Invocando le norme di legge che danno facoltà ai militari di iscriversi ai partiti e, quindi, di fare politica, decido di scendere in campo in previsione delle elezioni politiche della primavera del 2001. Nel frattempo mi iscrivo all’Associazione culturale “Nuova prospettiva”.

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