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Copertina disco

Questo disco vuole essere un atto di amore verso la nostra terra ed una espressione di affetto verso i nostri fratelli faetani vicini e, soprattutto, lontani.
Innanzitutto vogliamo cantare la nostra terra, la nostra storia passata, il nostro "piccolo mondo antico". Vogliamo cantare i nostri monti, i nostri boschi, il nostro cielo, la nostra fervida gioventù, le memorie della nostra fede avita.
Questo nostro tempo passato, di cui vogliamo qui, fugacemente, tentare una rievocazione sognante ed un recupero dal mondo sempre favoloso della memoria, non presenta - in genere- gesta grandiose, spettacolari. Tuttavia, per chi lo ha vissuto dal di dentro, esso acquista - a distanza - i contorni di un'epopea, nascosta ed umilissima, ma reale: l'epopea delle cose semplici, dei gesti sommessi ma quotidiani; l'epopea di una realtà vissuta intensamente che ruotava attorno ai valori centrali del contatto vivo con la natura, del lavoro, della famiglia, del sacrificio generosissimo e quasi inconsapevole, della fede religiosa, della fierezza morale, della gioia pur in mezzo ad innumerevoli privazioni.
Certamente non è nostra intenzione voler fermare il tempo ed immobilizzarlo in questo mondo passato, rifiutandoci al progresso sociale che tanto ha segnato la nostra epoca ed ha trasformato la vita di non pochi in mezzo a noi.
Tuttavia, in un momento in cui i valori morali e spirituali sopra ricordati rischiano di essere trascurati se non sopraffatti dall'attuale vertiginoso movimento esterno della vita, non sarà inutile evocarli al nostro spirito affinchè, pue nell'apertura alle nuove esigenze che il mondo d'oggi ci presenta, non perdiamo il patrimonio incomparabile di ricchezza morale ricevuta qui sulle ginocchia delle nostre madri, nell'intimità delle nostre umili case dove talvolta poteva mancare il pane, ma non mancava la saggezza per affrontare la quotidiana esistenza.
E poi, con questa iniziativa, vogliamo gettare un ponte ideale fra noi che siamo qui restati e le migliaia di fratelli faetani "esuli per le vie del mondo". Il disco abbiamo voluto dedicarlo ad essi; a questa gente umile e raminga che ha lasciato la terra in cui era nata ed ha dovuto ricominciare la propria esistenza daccapo, in situazioni quasi sempre difficilissime, sotto tutti i cieli del mondo. Molti di essi hanno raggiunto un meritato livello di benessere materiale.
L'esperienza di tutti i giorni, però, ci dice che tutti, indistintamente, portano conficcata nell'anima la spina degli innumerevoli distacchi che hanno dovuto dolorosamente operare: distacchi dalla propria terra, dalla famiglia, da amicizie tenerissime, dai luoghi della propria infanzia e della propria gioiosa gioventù.
Questo canto vorrebbe portare soprattutto ad essi un pò del profumo dalla propria terra e cementare quei sentimenti di fraternità che superano tutte le distanze e fanno, in particolar modo, la grandezza morale di un popolo.
Siamo certi che questo umile dono, che parte dal cuore e si affida ai fragili solchi di un disco, troverà accoglienza gradita e festosa da parte di tutti i nostri fratelli faetani.

I COMPONENTI LA "CORALE NUOVA PROVENZA"

Tratto dal disco "Cumm' un suaj'm' luntan'



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