L'ACQUA
CHETA (1997)
L'acqua
cheta Lasciate le piume delle feste esotiche ed i lustrini dei regni
d'oltralpe, in questa operetta, ci si sposta in una dimensione nazionale,
nella "piccola Italia" della gente comune. Siamo a Firenze, lungarni,
nel quartiere popolare di San Niccolò, ai primi del Novecento. I
genitori, babbo Ulisse e mamma Rosa, sognano un avvenire "sicuro"
per le loro dilette figliole, Anita e Ida. La prima, schietta e
sincera, ama Cecco, uno studente lavoratore che fa il falegname
per tenersi agli studi all'Università popolare; la seconda, autentica
"acqua cheta", ama sotto sotto Alfredo, compìto reporter del giornale
"Fieramosca", il quale riesce ad introdursi nella casa di Ulisse,
come pensionante. Sora Rosa ha grandi ambizioni per le sue figliole
e non vede di buon occhio Cecco, mentre stravede per il signorino
Alfredo. Con la complicità di Stinchi, il garzone di stalla, che
ama il buon vino, Cecco, venuto a conoscenza di un piano di fuga
di Alfredo con Ida, decide di volgere a suo vantaggio questa occasione.
Non si è ancora spenta l'eco della festa della Rificolona quando
la carrozza, che deve portare alla stazione, come convenuto, i due
spasimanti, li scarica, invece, direttamente in casa di Cecco. Così,
nel bel mezzo del dramma, mentre Sora Rosa si dispera e piange con
le sue comari vicine di casa e Sor Ulisse convoca addirittura un
avvocato, a suon di carte bollate, Cecco si prende la sua rivincita
ergendosi, spavaldamente, a "salvatore della patria"! I fili della
vicenda sono nelle sue mani e così la lieta conclusione… a patto
che Sora Rosa faccia sposare Anita. Ida è pentita e chiede perdono
insieme ad Alfredo. Al buon Ulisse non resta altro che… premiare
le buone intenzioni e annunciare agli amici della borgata di San
Niccolò il sospirato lieto fine: non uno ma due matrimoni… e una
sana bevuta di chianti!… |