Nuovo Partito Socialista

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CONFERENZA PROGRAMMATICA PROVINCIALE 25 OTTOBRE 2003

La Provincia di Grosseto nel XXI Secolo:

equilibrio e bilanciamento per un modello locale di sviluppo

 

SOMMARIO

 

1- Premessa

2- Principi base per una corretta Governance

3- strumenti per l'esercizio della Governance

° tecnologia

° project financing

° programmazione partecipata

° istruzione e formazione professionale

4- ambiti d'intervento

° turismo

° agricoltura e settore primario

° imprese

° trasporti e infrastrutture

° disoccupazione

° disagio e situazioni di svantaggio

° immigrazione

° tossicodipendenza

° beni culturali

 

PREMESSA

Abbiamo scelto questo titolo per il nostro programma perchè vogliamo sintetizzare in poche parole quello che sarà il contributo dei socialisti per la crescita della nostra provincia.

La Provincia di Grosseto nel XXI secolo sta a significare che le scelte che sono state effettuate hanno tenuto conto dei grandi processi di trasformazioni che stanno interessando tutta la società.

La Provincia di Grosseto è stata da noi vista, pertanto, come inserita nella globalizzazione dei mercati, nella mondializzazione dei rapporti e delle relazioni, nell'era delle nuove tecnologie dell'informazione, in definitiva, in un mondo dove i destini di tutti sono intrecciati e dove " le mura " delle comunità locali non possono essere di per sè sufficienti a garantire equo sviluppo, appartenenza culturale e solidarietà sociale ma devono essere la base solida di una costruzione più ampia.

Equilibrio e bilanciamento stanno ad indicare, in via generale, i caratteri salienti del modello di sviluppo proposto.

Sviluppo equilibrato per indicare che per la Provincia di Grosseto non si punterà soltanto ad implementare i settori economici tradizionali, turismo e agricoltura, ma si punterà con decisione a sviluppare il settore delle imprese basandosi sulle opportunità offerte dalle innovazioni tecnologiche e dai nuovi processi economici. Non può essere una soluzione felice la trasformazione, di fatto, del territorio in un grande parco rinchiuso in sé stesso a conservazione delle sue qualità e delle sue caratteristiche originarie quasi a fare fronte alla globalizzazione. In un mondo in continuo divenire, senza pensare a mirabolanti soluzioni taumaturgiche, è necessario percorrere tutte le strade di possibile sviluppo escogitando di volta in volta nuove soluzioni con il coinvolgimento di tutte le parti sociali. Predeterminare a priori le uniche vie per lo sviluppo della provincia che dovranno essere percorse è oggi, alla luce delle trasformazioni in atto nella società, molto difficile se non addirittura pericoloso.

Sviluppo equilibrato per indicare che si punterà su un equa redistribuzione delle opportunità intervenendo con decisione per eliminare gli squilibri esistenti tra le diverse zone del vasto territorio provinciale e tra le diverse fasce della popolazione.

Sviluppo equilibrato perché, prendendo atto delle modifiche intervenute nei meccanismi del welfare, sono state previste soluzioni che attribuiscono non più solo alla sfera pubblica il compito di garantire la stabilità e la sicurezza sociale. Per la provincia è stato pensato un sistema di protezione sociale che vede riconoscere grande importanza all'attività svolta dalle associazioni di volontariato e dai soggetti del terzo settore No profit. Per mantenere e migliorare il sistema del welfare nel suo complesso è necessario incentivare le attività in proprio e di autogestione, facilitare i progetti di quanti intendano mettere a disposizione della collettività le proprie energie, incoraggiare le iniziative e le forme di organizzazione No-profit, di sodalizi, di associazioni al fine di integrare, rendendolo sostenibile, il sistema pubblico nel settore dei servizi alla persona e dei beni culturali.

Sviluppo bilanciato perché quali protagonisti dello sviluppo sono stati individuati sia soggetti pubblici sia soggetti privati riconoscendo che l'operato di quest'ultimi deve in ogni modo essere sostenuto, coordinato e armonizzato.

Sviluppo bilanciato perché in un'era di globalizzazione lo sviluppo della Provincia di Grosseto è visto attraverso l'utilizzazione di risorse (capitali progettualità ) sia interne sia esterne comunque coordinate, finalizzate e asservite al perseguimento di obiettivi e finalità locali e nell'ambito del modello di sviluppo prescelto.

Sviluppo bilanciato perchè ad una globalizzazione nei rapporti economici e ad una mondializzazione nelle relazioni si è contrapposta, a bilanciarne gli effetti negativi in tema di perdita di identità e valori, l'esaltazione delle caratteristiche locali.

 

PRINCIPI BASE PER UNA CORRETTA GOVERNANCE

L'elaborazione di un modello finalizzato allo sviluppo deve partire necessariamente dall'individuazione dei principi che devono regolare la governance nel suo complesso fungendo nello stesso tempo da linee guida nell'adozione degli interventi concreti e da elementi di controllo. Questi principi devono essere esplicitati nei vari processi per permettere il controllo del loro rigoroso rispetto.

Per la presente analisi sono stati individuati due gruppi di principi, uno a carattere generale l'altro specifico, che devono guidare l'operato dei soggetti protagonisti nel governo della provincia.

Nel primo gruppo rientrano alcuni principi ormai imprescindibili costituiti dai concetti di sviluppo sostenibile, sussidiarietà verticale ( servizi pubblici offerti dall'amministrazione più vicina ai cittadini ) ed orizzontale ( l'amministrazione interviene solo nel caso che i privati non siano in grado di fornire il servizio ), partecipazione dal basso alle scelte per l'assetto del territorio, forme organizzative e gestionali di tipo partenariale.

Il secondo gruppo è costituito da un principio specifico tipico per la realtà della provincia di Grosseto. Oltre ai principi comuni sopra esposti, per "redimere" il ritardo accumulato dalla provincia di Grosseto nell'ultimo decennio, trasformando i punti di debolezza in punti di forza, il modello di sviluppo contenuto nel presente programma è ispirato in maniera decisa ad una valorizzazione ed esaltazione dei caratteri localistici al fine di elaborare un tipo autonomo di governo della complessità di una globalizzazione ormai ineluttabile.

Con il rigoroso rispetto di principi base è possibile creare e disciplinare un sistema del territorio che vedrà inevitabilmente operare soggetti eterogenei provenienti anche da fuori provincia e portatori di interessi particolari e a volte contrastanti. In tale ottica si potrà, partendo dal basso e in modo concertativo, elaborare piani territoriali adeguati, creare progettualità, cercare di stimolare risorse finanziarie facilitando e/o creando le condizioni ideali per la loro allocazione. In tale agire una particolare attenzione dovrà essere prestata a fenomeni di sovrapposizione istituzionale che potrebbero portare sia ad una dilatazione dei tempi intercorrenti tra le fasi di individuazione dell'intervento - programmazione - realizzazione sia a fenomeni di confusione tali da scoraggiare l'ingresso in provincia di risorse esterne. La semplificazione burocratica spesso è il frutto non di aprioristiche scelte unilaterali ma di una comunanza e condivisione di obiettivi e metodi conseguenza di un lavoro comune.

 

STRUMENTI PER L'ESERCIZIO DELLA GOVERNANCE

 

Di particolare importanza per la definizione del modello di sviluppo è la scelta degli strumenti da privilegiare nell'esercizio della governance. E' una scelta delicata perchè molte volte è la scelta degli strumenti di governo, il come fare più del cosa fare, che diversifica, caratterizzandoli, i modelli di sviluppo a livello locale.

Tecnologia

Nell'attività di governo un ruolo decisivo dovrà essere svolto dalle nuove tecnologie della comunicazione che potranno, se opportunamente introdotte e/o valorizzate, realizzare una rivoluzione nei rapporti e nelle relazioni tra pubblico-privato o tra privati. Alla luce della realtà della provincia di Grosseto l'introduzione massiccia delle nuove tecnologie potrà sopperire, in parte, ai ritardi accumulati nelle realizzazione delle infrastrutture più tradizionali e consentire di valorizzare le dimensioni medio-piccole delle strutture economiche favorendo un recupero di produttività e competitività. Le tecnologie dell'informazione, per indiscusso convincimento, offrono mezzi e opportunità per ridurre il divario strutturale e il dislivello competitivo rispetto alle grandi dimensioni e permettono di esaltare la maggiore flessibilità operativa e la maggiore reattività agli shok tipiche della piccola dimensione.

L' e-governement, che rappresenterà nei prossimo futuro la principale rivoluzione nella fornitura di servizi on-line da parte della Pubblica Amministrazione, dovrà essere implementato in modo da favorire l'interconnessione tra soggetti istituzionali e tra pubblico e privato. La Provincia tramite l' e-governement potrà, anzi dovrà, favorire un riequilibrio del territorio assicurando un sostegno ai centri periferici. In tal modo oltre a favorire più in generale uno sviluppo diffuso e omogeneo si contribuirà a limitare il fenomeno di migrazione verso il capoluogo che trova origine anche nella funzione di polo amministrativo svolto dalla città di Grosseto. Sfruttando le nuove tecnologie la Provincia, tramite un servizio di rete, dovrà attivare sportelli unici locali per l'offerta turistica integrata, per la programmazione territoriale e paesaggistica, per la protezione civile, per l'assistenza, per la prevenzione di situazioni di disagio, per la diffusione di conoscenze normative ed economiche, per la diffusione di attività sociali e culturali svolte sul territorio provinciale. In collaborazione con le istituzioni scolastiche potranno essere portati avanti e/o iniziati progetti di educazione a distanza in modo da favorire l'utenza che, diffusa su un vasto territorio, vede, viceversa, una sempre maggior concentrazione dell'offerta in pochi istituti spesso situati nel capoluogo. Nel campo della formazione permanente tramite le nuove tecnologie potranno essere coperte zone del vasto territorio provinciale distanti dai centri formativi.

 

Project financing

Ulteriore strumento per il governo e il rilancio della provincia dovrà essere rappresentato dalla ricerca di opportune sinergie con soggetti partner privati per il finanziamento di necessarie opere pubbliche. La Provincia dovrà implementare il ricorso al finanziamento privato di opere previsto dalla legge 109 del 1994. In tal modo potrebbe essere posto in parte rimedio a quello che negli ultimi anni ha rappresentato uno dei maggiori problemi della realtà locale e cioè la mancanza all'interno della provincia di capacità e potenzialità di progettazione e di spesa per la realizzazioni di infrastrutture. La provincia di Grosseto del resto è il fanalino di coda della regione per quanto riguarda la dotazione di infrastrutture e questo dato ha da sempre rappresentato un freno per lo sviluppo del territorio. Grazie alla possibilità prevista dalla legge Merloni n° 109 del 1994 la Provincia potrà e dovrà programmare e coordinare progetti di opere pubbliche indispensabili per il rilancio del territorio lasciando l'esecuzione il finanziamento e la gestione del progetto al partner privato che agirà comunque sotto la super visione del soggetto pubblico. L'utilizzo del project financing dovrà avvenire in un contesto di trasparenza in modo da garantire in modo rigoroso equità nelle tariffe, rispetto di esigenze ambientali e urbanistiche, funzionalità, fruibilità e accesso del complesso della collettività.

Per le opere di maggior valenza sociale l'ente pubblico dovrà essere co-finanziatore in modo da incrementare il rapporto, la relazione con l'opera oggetto dell'intervento. Le opere dovranno essere dislocate in modo da servire cittadini di più comuni e/o più centri turistici e comunque dovranno essere inserite e necessariamente collegate ad un generale progetto di sviluppo e crescita della provincia che tenga conto prioritariamente delle aspettative del territorio e della popolazione residente. In tal modo sarà possibile arrivare ad un riequilibrio della diffusione dei benefici e delle risorse disponibili ottenendo una crescita generalizzata che è la base di una forte coesione sociale.

 

Programmazione partecipata

La progettazione di uno sviluppo omogeneo del territorio e l' individuazione delle priorità dovrà avvenire necessariamente all'interno di un processo che veda coinvolti come protagonisti sia i vari soggetti pubblici operanti in provincia sia le parti private (sindacati - associazioni - organizzazioni ). Una sinergia tra questi soggetti è indispensabile per rispettare i principi base di sviluppo sostenibile, sussidiarietà, partecipazione dal basso che sono i presupposti di una crescita corretta della Provincia e strumenti per governare la globalizzazione. In tale ottica la concertazione tra tutti i soggetti interessati deve essere il presupposto indefettibile per le scelte di maggior rilievo e non deve ridursi a semplice ratifica di decisioni già assunte. Solo coinvolgendo tutte le parti sociali nella fase dell'individuazione dei bisogni e delle risposte è possibile, del resto, ottenere successivamente snellezza nelle procedure e certezza nei tempi di attuazione.

 

Istruzione e formazione professionale

L'istruzione e la formazione professionale rappresentano strumenti di grande importanza per lo sviluppo della provincia e per il superamento di situazioni di squilibrio esistenti primo tra tutti la disoccupazione sia giovanile, che nel territorio supera la media regionale, che, in particolare, è collegata ad una carente industrializzazione, a un modello di economia turistica ancora esasperatamente stagionale, che impedisce l'occupazione stabile degli operatori del settore, ad un'agricoltura non sostenuta adeguatamente e perciò incapace di valorizzare pienamente la qualità e la tipicità del prodotto. In tale contesto la possibilità di trovare precocemente un lavoro stabile è limitata e ciò spinge una quota consistente dei giovani che possono permetterselo a proseguire gli studi fino all'istruzione Universitaria, ma in ogni caso, spesso, ad intraprendere lunghi percorsi per entrare nel mondo del lavoro o ad emigrare verso realtà regionali o extraregionali più dinamiche con una evidente negativa dispersione di capacità, di ricchezza, di professionalità.

Importante, in una politica generale di lotta alla disoccupazione, di sviluppo equilibrato e di ottimizzazione delle risorse umane, è pertanto la funzione di orientamento verso studi e/o professioni con maggiore possibilità di occupazione alla luce del modello di sviluppo previsto per la provincia. La funzione di orientamento e indirizzo dovrà essere espletata unitamente alle istituzioni interessate e dovrà portare all'attivazione, a tutti i livelli dell'istruzione, di percorsi e corsi di formazione in sintonia con le attuali e potenziali possibilità occupazionali della provincia in stretto contatto con le esigenze del mercato del lavoro.

Per quanto riguarda la Formazione Professionale, che alla luce della legge quadro 845/78 e della normativa regionale è di pertinenza principale della Provincia, la stessa dovrà essere potenziata prevedendo:

- un centro per il monitoraggio delle varie attività formative svolte a vari livelli nel territorio e della loro corrispondenza con l'esigenze espresse dalle imprese locali;

- un programma concertato con le istituzioni interessate finalizzato a facilitare l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro da realizzarsi anche tramite l'attivazione e potenziamento, nei diversi percorsi formativi, di stage presso istituzioni pubbliche, società partecipate e aziende private. In tale contesto la Provincia dovrà attivarsi affinchè la formazione professionale sia dirottata quanto più possibile verso le aziende in modo da stabilire un collegamento più diretto e proficuo tra domanda ed offerta di lavoro;

- un programma per il recupero e valorizzazione delle attività e dei mestieri tradizionali svolti in provincia da inserire nel quadro più vasto dell' esaltazione delle tradizioni e dei prodotti tipici locali veicoli di sviluppo economico e di produzione di ricchezza.

 

AMBITI DI INTERVENTO

Nella prossima legislatura dovranno essere affrontati e risolti alcuni problemi che incidono negativamente sullo sviluppo complessivo della provincia e sulla qualità della vita dei residenti. I campi di azione della Provincia, anche per la sua particolare caratteristica di ente politico, sono molteplici potendo spaziare dai settori tipici, in cui le province hanno attribuzioni proprie, ai settori dove vi è una competenza esclusiva o concorrente di altri Enti. Anche per tali ultimi settori, nell'ottica di una visione unitaria dei problemi e delle risorse, è necessario prevedere comunque delle politiche di intervento della Provincia in sinergia con gli altri Enti interessati.

Tra le politiche alcune rivestono maggiore importanza per lo sviluppo economico e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini e pertanto è opportuno delinearne e definirne alcuni aspetti di maggior rilievo.

 

POLITICHE ECONOMICHE

 

Turismo

Il turismo rappresenta per tutto il territorio della provincia, insieme all'agricoltura, una delle risorse economiche principali ( se non la più importante alla luce del progresso registrato negli ultimi anni e pari a + 150% ). Del resto da un esame dei principali indicatori economici risulta che la provincia di Grosseto è passata dal un economia basata essenzialmente sul settore primario (agricoltura) ad un'economia basata sul settore primario e terziario ( servizi con posizione preminente del turismo) saltando sostanzialmente lo sviluppo del settore secondario rappresentato dalla industrializzazione. I motivi di tale lacuna sono ormai noti e da ravvisarsi nella mancanza a tutti i livelli di infrastrutture adeguate. E' una situazione che può e deve essere cambiata per le conseguenze negative, prima tra tutte l'elevata disoccupazione, ma dalla quale si deve comunque partire per delle reali politiche che mirino allo sviluppo del territorio.

Data l'importanza rivestita dal turismo per l'economia locale (quasi il 20% del turismo della regione è concentrato nella provincia di Grosseto) è necessario da parte delle istituzioni valorizzare al massimo le potenzialità di tutto il territorio ampliando e diversificando l'offerta in modo da catturare nuovi flussi. Per mantenere le posizioni acquisite alla luce della globalizzazione dell'offerta turistica e della conseguente concorrenza è necessario puntare anche su un prodotto di qualità che sappia rispondere ad una domanda sempre maggiormente attenta sensibile e mobile.

Una corretta politica del turismo dovrà partire da un'attenta analisi del flussi turisti in atto e di quelli potenziali per individuare i modelli del turista attuale e di quello potenziale al fine di elaborare risposte accattivanti, adeguate politiche dei prezzi ed espandere l'offerta turistica oltre a quella tipica balneare. Nell'industria del turismo in misura ancor più accentuata rispetto ad altri settori, alla luce della globalizzazione, si è passati dalla logica del flusso taylor-fordista ( produzione spinta dall'alto ) alla logica dell'impresa che cerca di raggiungere la massa dei consumatori inseguendo il singolo acquirente-turista. (produzione spinta dal basso). In tale contesto l'esame dei flussi turisti attuali evidenzia in realtà una carenza in provincia in settori viceversa sempre più rilevanti a livello generale per una crescente domanda. In particolare esistono margini per sviluppare un turismo scolastico, un turismo sportivo, un turismo termale, un turismo ambientale e un turismo congressuale che attualmente rappresentano insieme poco più del 10% del turismo totale della provincia. Tutte queste forme di turismo, che ricercano qualità nell'offerta, possono essere sviluppate valorizzando la caratteristica del territorio provinciale costituita da una bassa se non nulla antropizzazione. L'implementazione di tali forme di turismo potranno permettere di allungare l'offerta turistica in tutto l'anno coinvolgendo anche zone del territorio attualmente solo marginalmente interessate. La possibilità di operare per tutto l'anno dovrà permettere la formazione di operatori sempre più qualificati con una conseguente elevazione della qualità del prodotto offerto al turista. Il prolungamento e la diversificazione delle offerte potrà e dovrà portare pertanto a forme stabili di impiego degli operatori del settore turismo. In tale ottica e con attenzione ai tempi la Provincia dovrà attivare corsi di formazione e/o specializzazione professionale in coordinamento con gli operatori turistici.

Per valorizzare al massimo le possibilità economiche offerte dall'economia collegata al turismo dovranno essere realizzate le necessarie infrastrutture la cui realizzazione dovrà avere i connotati della sussidiarietà orizzontale (l'amministrazione dovrà intervenire là dove non riescono ad arrivare singolarmente o in forma associata i privati).

Nel settore turismo la provincia dovrà svolgere inoltre una funzione interna di coordinamento e supporto per le diverse istituzioni e i vari operatori e una funzione esterna di marketing e pubblicità. La domanda e l'offerta di turismo dovrà uscire da un'ottica limitata per avere una portata più ampia dove il turista non è il turista della singola località di soggiorno ma è il turista della provincia. In tal modo potranno e dovranno essere attivate sinergie per una più ampia e valida offerta turistica ( manifestazioni e progetti comuni alle varie località ) finalizzata ad una fidelizzazione del turista.

Per esaltare le caratteristiche del territorio dovranno essere elaborati con la partecipazione di tutti i soggetti interessati pacchetti integrati e combinazioni multiproposta che evidenzino le diverse e collegate forme di turismo che la Provincia offre. In collaborazione con i comuni potranno essere aperti sportelli per un'offerta turistica integrata.

 

Agricoltura e settore primario

L'agricoltura rappresenta ancor oggi per la provincia di Grosseto una delle principali risorse economiche anche se da un'analisi degli indicatori economici del settore si evidenzia un progressivo arretramento delle attività primarie a vantaggio di attività connesse quali l'agriturismo che viceversa è in forte espansione. A fronte dell'importanza dell'agricoltura per l'economia della provincia si riscontra comunque un preoccupante fenomeno di dimissione di terreni che non sono più coltivati e non sono rari i casi di poderi che hanno perso la loro originaria funzione e sono utilizzati solo come abitazioni. La crisi che riguarda l'agricoltura risulta ancor più marcata per la zootecnia con l'allevamento di alcuni animali pressoché dimezzato. In tale situazione di involuzione gli investimenti da parte dei privati risultano carenti con perdita di competitività.

E' necessario rivitalizzare il settore prevedendo una integrazione dell'attività strettamente agricola con altre di cui oggi si sente l'esigenza. In quasi tutto il mondo occidentale, del resto, le attività tradizionali decadono con un crollo dei margini di profitto mentre si aprono una varietà di opportunità di nicchia in cui i produttori, se messi nelle condizioni di cogliere dinamicamente i mutamenti ed adeguare le proprie strutture, possono operare con successo. In tale quadro si dovrà favorire l'erogazione da parte degli agricoltori di servizi quali la salvaguardia del paesaggio, la conservazione dei sentieri, la prevenzione dei rischi naturali, il controllo del territorio e in particolare la promozione dei prodotti locali e dei metodi tradizionali di produzione. In campo agricolo dovranno essere valorizzate le caratteristiche locali puntando su prodotti di qualità in grado di ottenere riconoscimenti anche fuori dell'ambito provinciale tenendo presente che sempre più in agricoltura la qualità dei prodotti è definita dai consumatori in termini identitari (prodotto-territorio). Per quanto riguarda specificamente la zootecnia dovrà essere rivalutata la qualità e la particolarità delle razze tipiche maremmane prevedendo una campagna di sensibilizzazione e marketing che può andare dalla commercializzazione di prodotti realizzati solo con materie prime locali, a visite turistiche e/o didattiche guidate agli allevamenti con assaggio e presentazione dei prodotti tipici.

In tale contesto la Provincia e gli Enti preposti dovrnno favorire investimenti tesi alla riqualificazione e ammodernamento delle aziende agricole e dovrà adottare politiche adeguate per la commercializzazione dei prodotti. Grande importanza dovrà essere prestata alla formazione professionale dei giovani agricoltori in modo da accrescerne le competenze le conoscenze e le abilità indispensabili per una modernizzazione della filiera e per una produzione di qualità.

Alla luce delle vicende climatiche particolare attenzione dovrà essere prestata all'utilizzo e ottimizzazione delle risorse idriche tramite l'adozione di impianti di irrigazione a basso consumo idrico. Più in generale dovranno essere adottate politiche per lo sviluppo e il potenziamento delle infrastrutture rurali e l'ammodernamento dei mezzi e degli impianti prevedendo la realizzazione anche di un centro di macellazione moderno e di una enoteca per valorizzare la crescente produzione di vini di qualità. Parallelamente alle politiche agricole la Provincia dovrà adottare misure per il potenziamento di settori vicini quali la silvicolture e in particolare la pesca e l'acquacultura che per alcune zone della provincia rivestono una grande importanza in termine di produzione di reddito e di occupazione.

Elencare per sommi capi i molteplici problemi dell' agricoltura nazionale, ma soprattutto di quella strettamente legata al nostro territorio, non è sicuramente una cosa semplice anche perché sono molte le sfaccettature dalle quali vedere i problemi.

Senza altro gravi problemi per i nostri agricoltori sono iniziati quando, paradossalmente, è stata introdotta la PAC, che a sì garantito un reddito all' agricoltore, ma ha anche impoverito la nostra risorsa storicamente più importante : la qualità del prodotto.

Basta pensare che fino ad una quindicina di anni fa, alla Borsa Merci di Bologna, ( oggi A.G.E.R. ) che è la più importante borsa cerealicola italiana, alla definizione dei prezzi c' era una voce che riportava "grano duro maremma" e questa corrispondeva anche alla quotazione più alta del mercato cerealicolo nazionale.

Questo per fare capire che uno dei problemi che affliggono la nostra agricoltura è sicuramente l' abbandono della qualità, oltre che ovviamente alla non programmazione.

Da qualche anno, c' è un tentativo per cercare di recuperare quella competitività ormai persa sul mercato nazionale, con l' introduzione dell' agricoltura biologica che, ovviamente, dopo i primi anni di illusori successi è ritornata ad essere una piccolissima nicchia di mercato che sicuramente non riuscirà a risolvere i problemi strutturali del settore, ma che riuscirà solamente a risolverli per qualche settore tecnicamente specializzato (vedi prodotti da orto).

Ad esempio fino all' anno 2000 il grano duro biologico riscontrava nei mercati un apprezzamento rispetto al grano convenzionale di quasi il 20-25%, sono due o tre anni ormai che non solo ciò non accade più, ma c' è addirittura difficoltà di collocamento.

Il crollo dei grandi gruppi industriali (Casillo, Italgrani, i più famosi) ha fatto sìi che si è andati incontro ad un mercato in mano esclusivamente a due o tre multinazionali che hanno iniziato a sommergere i porti italiani di prodotti esteri, e non ci riferiamo solamente al grano duro, ma a tutti quei prodotti che una volta costituivano la nostra ricchezza agricola (grano tenero, mais, girasole, orzo, avena, e cosi via).

E' chiaro che si può parlare dei problemi legati all' agricoltura solo se riusciamo a capire che la nostra agricoltura è legata ad altre realtà agricole sempre a noi più vicine, ci riferiamo ovviamente alla globalizzazione dei mercati, perché sarà solamente confrontandosi con le realtà che ormai abbiamo in casa ( per esempio i nuovi 10 Paesi dell' est che nel 2004 entreranno in Comunità ) e capendo che solamente iniziando ad impostare processi produttivi compiuti che comunque ci diano la possibilità di introdurre sui mercati prodotti finiti ( es. produzione in filiera : produzione - molino - pastificio oppure produzione - estrazione - raffinazione - imbottigliamento ) abbiamo la possibilità di risolvere parte dei nostri problemi.

 

Imprese

Il sistema delle imprese e delle industrie nel territorio, salvo per alcune zone limitate, ha sempre costituito un aspetto marginale dell'economia della provincia tanto da rappresentare meno del 20% del Prodotto interno lordo. Tale circostanza ha inciso ed incide negativamente sia sulla ricchezza prodotta sia sul livello dell'occupazione. Le motivazioni di questo ritardo nell'industrializzazione vanno ricercate nella difficoltà nell'accedere al credito, nelle insufficienti infrastrutture e nella mancanza di una mentalità manageriale. E' necessario pertanto intervenire per invertire questo trend negativo, aggravato dalla crisi che ha colpito l'attività mineraria estrattiva, eliminando i fattori negativi e favorendo la nascita di imprese - industrie compatibili con il territorio e ove possibile collegate con i fattori principali di sviluppo economico già esistenti, rappresentati dall'agricoltura e dal turismo, e potenziali, new economy.

A fronte di una produzione agricola consistente in provincia è di fatto carente una industria connessa della trasformazione e commercializzazione dei prodotti indispensabile, viceversa, se si vuole uscire dall'ambito provinciale per la diffusione dei prodotti di qualità.

Anche nel settore del turismo esistono spazi per creare una industria collegata quale ad esempio quella nautica e cantieristica da diporto e più in generale dei servizi alle strutture turistiche.

Per un rilancio complessivo del settore riveste grande importanza la realizzazione delle infrastrutture di supporto all'impresa - industria di cui la provincia è carente e che possono essere individuate non solo nella costruzione o ammodernamento delle grandi vie di comunicazione ( Aurelia, Autostrada, Senese, Scalo ferroviario, porti e Aeroporto ), ma più in generale anche nei servizi all'impresa. Sfruttando anche le possibilità derivanti dalle nuove tecnologie dell'informazione dovranno essere forniti servizi che potranno spaziare da un' attività di supporto formativo, normativo ed economico, all'attività di marketing dei prodotti locali, alle creazione di strutture per favorire l'incontro tra i vari operatori del mercato in modo da creare sinergie locali per il reperimento dei capitali e la realizzazione di progetti imprenditoriali. La creazione di un polo fieristico è una priorità la cui realizzazione consentirà l'organizzazione di una serie di manifestazioni che permetteranno la presenza di operatori nazionali dei vari settori in modo da creare e rafforzare un collegamento tra realtà locali e operatori fuori provincia.

Creare un efficiente tessuto imprenditoriale è possibile ed infatti la realtà delle imprese esistenti sul nostro territorio, che nella maggior parte rientrano nella categoria di piccole imprese, può oggi essere letta in termini positivi e posta alla base di efficaci politiche di sviluppo. Se infatti fino a pochi anni addietro la dimensione medio piccola delle nostre realtà economiche rappresentava uno freno quasi insormontabile per la crescita di un competitivo tessuto produttivo oggi, alla luce della crisi che colpisce le grandi strutture produttive dovuta agli alti costi di coordinamento e alla rigidità dei processi, proprio la dimensione piccola, permettendo una produzione snella, flessibile, più sensibile alle oscillazioni del mercato, può dar vita ad una sistema economico competitivo e vincente a patto che venga accompagnata da innovazioni tecnologiche e sia adeguatamente supportata e in qualche modo coadiuvata dal soggetto pubblico.

L'Universo delle piccole imprese, delle attività economiche commerciali limitate, dovrà essere attentamente seguito anche perché nel prossimo futuro è prevedibile assistere nel territorio ad una demografia d'impresa molto vivace con una nati-mortalità di attività piccole molto accentuata. In tale contesto l'impegno principale della Provincia e delle altre istituzioni interessate dovrà essere non tanto quello di impedire il fenomeno, allo stato inevitabile perché frutto di un nuovo modo di concepire l'impresa, quanto quello di far in modo che il saldo sia positivo fornendo al mondo produttivo il supporto necessario.

 

Trasporti e infrastrutture

In una moderna società è indispensabile riuscire a determinare un efficace sistema di comunicazioni integrato unico, in grado di garantire fruibilità dei vari mezzi di trasporto e pertanto capace di ridurre costi e tempi. Le lacune e i ritardi in tale ambito sono evidenti e del resto non è un caso che il problema dei trasporti e della viabilità sia sempre stato sentito dalla comunità maremmana come uno dei nodi principali da risolvere.

Il gap infrastrutturale della provincia di Grosseto, già evidenziato nei decenni passati, non può crescere ancora .

Gli ultimi studi della regione Toscana (IRPET marzo 2003) convalidano questa tesi tanto da arrivare ad affermare " la valenza negativa della continua esclusione della maremma da interventi infrastrutturali ".

In sostanza crediamo che non sia possibile alcuno sviluppo, pur anche sostenibile, senza vie di collegamento che permettano alle nostre merci un veloce collocamento per una competitiva commercializzazione, che permettano ai turisti di raggiungere con celerità e sicurezza i nostri luoghi di villeggiatura, che permetano una maggiore sicurezza ai viaggiatori, ecc..

Riteniamo, in definitiva, che un piano di investimenti, per un moderno sistema di trasporti sia condizione fondamentale per valorizzare il territorio e la tanto sbandierata "qualità Maremma" in tutti i suoi aspetti e nei suoi risvolti economici.

Per migliorare la situazione e recuperare i ritardi è necessario intervenire su tutti gli aspetti della mobilità individuando i punti di crisi e stimolando gli Enti e le Istituzioni direttamente interessate e coinvolgendo dove necessario soggetti privati.

 

Ferrovia : La situazione ferroviaria in maremma è sempre più grave ma nel corso degli ultimi anni chi ha ricoperto ruoli di responsabilità non è sembrato rendersene completamente conto. Tra i problemi che dovranno essere risolti rivestono carattere di priorità il potenziamento dei collegamenti con Genova - Milano e con Siena - Firenze. Le carenze esistenti in tali collegamenti, che per l'ultima tratta sono di fatto quasi inesistenti e comunque non competitivi, incidono negativamente sul rilancio socio economico del territorio.

E' opportuno in definitiva un generale potenziamento del numero delle fermate dei treni per il trasporto dei passeggeri specie nei periodi di maggior turismo prevedendo con le Ferrovie la creazione anche di corse particolari in coincidenza con eventi-manifestazioni di maggior rilievo. Una maggiore attenzione dovrà essere dedicata anche al trasporto merci su rotaia di sicuro minor impatto ambientale attivandosi presso le Ferrovie per la creazione di un apposito polo di scalo.

Ad una insufficiente domanda di trasporto su ferro da parte dell' utenza della provincia, deve essere data una risposta, non con la diminuzione dell'offerta (cioè meno treni e fermate), ma con una politica mirata ad incentivare e stimolare il trasporto su rotaia.

 

La statale "Grosseto - Siena" : il raddoppio della statale "Grosseto - Siena" è un esigenza irrimandabile, in quanto di fatto questa strada è l' unico grande collegamento tra la provincia di Grosseto e il capoluogo della Regione o il versante Adriatico.

Il raddoppio della statale è indispensabile non solo per una maggiore sicurezza di chi vi transita, ma anche per facilitare il trasporto su gomma delle merci e quindi agevolare la nostra economia locale.

I lavori, per la realizzazione dell' opera, non dovranno subire ulteriori ritardi e dovranno essere effettuati limitando al massimo i disagi per la popolazione residente.

 

La statale "Aurelia": la statale "Aurelia" non potrà mai avere le caratteristiche che servono al traffico autostradale, in quanto è stata progettata per soddisfare un traffico non eccessivo e diverso da quello autostradale.

In ogni caso è necessario insister,e affinchè sia sistemato definitivamente, anche con tracciato in parte diverso dall' attuale, il tratto che va da Grosseto alla fine di Caparbio.

Autostrada : l'unico tratto autostradale mancante sulla fascia costiera tirrenica per collegare l' Europa alla Sicilia, è la distanza tra Livorno e Civitavecchia.

La realizzazione dell'autostrada servirebbe anche a snellire parte del traffico che oggi si convoglia sull' "Autostrada del Sole".

Nella realizzazione di tale grande arteria di comunicazione, a prescindere della scelta del tracciato, grande attenzione dovrà essere dedicata alle tecniche di costruzione che dovranno ridurre al minimo l'impatto ambientale. L'autostrada dovrà essere inserita nel territorio prevedendo appositi spazi aree di informazione e conoscenza della realtà locale. La realizzazione di tale arteria dovrà avvenire nella duplice ottica di grande via di comunicazione europea e di porta di accesso alla maremma.

Parallelamente alla realizzazione delle grandi opere viarie, che esulano dall' ambito strettamente locale, la Provincia dovrà realizzare, implementare e ammodernare la rete viaria locale collegata alle menzionate opere in modo da esaltarne la portata per la crescita del territorio.

 

Aeroporto : L'Aeroporto militare e civile di Grosseto vanta una pista di 3.000 metri ed è di classe A ICAO.

E' l'aeroporto che ha la pista migliore della Toscana, che ha condizioni meteo invidiabili e che ha avuto negli anni '70 un quinto del traffico civile di quello di Pisa.

Oggi Pisa e Firenze superano il milione e mezzo di passeggeri e Grosseto solo qualche migliaia. Non esiste traccia nei documenti programmatici regionali, anche recentissimi, di interesse verso l'integrazione del sistema di trasporto aereo toscano.

Gli investimenti regionali e statali hanno interessato Pisa, in modo prioritario, e Firenze, mentre Grosseto non ha mai avuto una strategia di sviluppo, supportata da finanziamenti tali che permettessero il reale utilizzo dello scalo civile .

Il timore dello scalo pisano, con la sua pista di soli 2. 400 metri, di cedere una fetta consistente di traffico charteristico, mai ha permesso di utilizzare al meglio le potenzialità dello scalo grossetano.

Riteniamo invece che anche nel rispetto di quella qualità del territorio espressa dalla maremma -vedi ipotesi Distretto Rurale- la scelta dei mezzi di trasporto che "consumino" meno il territorio sia obbligo tematico.

Da ciò deriva la necessità di ottimizzare il sito aeroportuale con collegamenti veloci con tutte le altre arterie di collegamento, di attivare un moderno scalo merci, di potenziare il piazzale sosta velivoli, di creare un collegamento con la ferrovia.

In poche parole, di creare un sistema di qualità nel trasporto pubblico intermodale connotato dall'uso di quei mezzi come il treno e l'aereo che hanno minor impatto ambientale a parità di km percorsi ma, soprattutto, che siano eccellenti e sicuri mezzi di trasporto collettivo.

La naturale vocazione charteristica dello scalo grossetano, già individuata negli studi del CIRSTA del 1986 e nella stesura del Master Plan del 1991, potrebbe essere agevolata anche dal ricevere il potenziale traffico della vicina città di Siena che, con il nuovo collegamento veloce superstradale e la realizzazione del nuovo scalo aereo di terzo livello, potrà agire da supporto strategico nel definire il ruolo del terzo polo aeroportuale toscano (Gr-Si) dopo quelli di Fi e Pi.

Sicuramente per l'aerostazione deve essere adottata, in accordo con le istituzioni interessate e con un inserimento di nuovi collaboratori, una politica dinamica che segni una inversione di tendenza con le gestioni precedenti che hanno portato lo scalo dai 20.000 passeggeri degli anni 60 alla pressochè paralisi.

 

Polo fieristico provinciale

La provincia di Grosseto presenta una grave carenza nelle infrastrutture di supporto all'economia con inevitabili ricadute negative sul mondo delle imprese che di fatto ancora oggi rappresentano nel territorio della provincia una voce minoritaria nella produzione di ricchezza. E' una situazione che deve essere modificata per intuibili motivi ed in tal senso dovranno essere adottare tutte le misure di rappresentanza per agevolare lo sviluppo del nostro sistema di impresa. In tale ottica la realizzazione di centro fieristico provinciale riveste caratteri di grande rilievo sia per favorire i contatti, gli incontri tra forze locali ed esterne, sia per attirare investimenti e professionalità. Intorno al centro fieristico che dovrà avere i caratteri della polifunzionalità e della flessibilità espositiva dovrà essere creato un circuito di rassegne fieristiche che dovranno riguardare settori di possibile sviluppo economico in provincia quali, oltre all'agricoltura, il turismo, l'ambiente, l'edilizia, la nautica, la pesca, l'artigianato, ecc..

Attraverso il centro fieristico potranno essere fornite alle piccole e medie imprese (maggiori fruitici di tali strutture) i servizi indispensabili di marketing operativo (ricerca del proprio mercato potenziale) e di follow-up ( registrazione e qualificazione dei contatti) e servizi di qualità ( hostess, interpretariato, catering, predisposizioni di depliant e cataloghi, ).

Il centro fieristico dovrà inoltre servire per lo svolgimento di convegni, manifestazioni ed eventi culturali , musicali sociali in modo da creare uno stretto contatto tra struttura e territorio. In tale ottica presso il centro fieristico, per esaltarne la dimensione di portale della provincia, potrà essere realizzato un museo sulle arti e tradizioni della maremma e un laboratorio di sperimentazione pluridisciplinare.

Centri Congressuali:

Un'analisi della situazione della provincia di Grosseto evidenzia una grave carenza per quanto riguarda infrastrutture di supporto ad una offerta turistica di qualità. In particolare ancora oggi mancano, salvo alcune positive eccezioni, centri congressuali adeguati che possano permettere di espandere l' offerta turistica oltre i tradizionali mesi estivi e comunque ad una clientela diversificata.

L' importanza della realizzazione di un centro congressuale nel capoluogo e di centri congressuali più piccoli nelle località turistiche della provincia è di tutta evidenza se si guarda all' entità che negli ultimi anni ha assunto il turismo congressuale. Del resto nell' anno 2000 tale tipo di turismo ha generato un fatturato di 13.000 miliardi con una crescita nel 2001. Dei 104.000 incontri avvenuti nel 2000 quasi 20.000 convegni si sono svolti in località turistiche con un trend di crescita per le località dotate di servizi di qualità. E' quindi opportuno sfruttare le possibilità offerte dal turismo congressuale ottimizzando il dato che le località turistiche e più in generale il territorio della Provincia di Grosseto, per comune considerazione, sono sicuramente in grado, di soddisfare già da oggi le generali esigenze di una clientela turistico congressuale.

Il turismo congressuale, del resto, può essere una ulteriore spinta per uno sviluppo equilibrato e sostenibile dell' offerta turistica della nostra provincia con un ritorno positivo diffuso visto che il fatturato indotto dai convegni nelle località turistiche per il 48% è assorbito dagli alberghi, per il 22% dalla ristorazione e per il 15% dai commercianti.

E' pertanto necessario dotare quanto prima la nostra provincia di centri congressuali adeguati e polivalente le cui strutture tengano conto che per il 90% dei convegni si è trattato di incontri che hanno raccolto da 50 a 300 persone.

 

POLITICHE SOCIALI

Disoccupazione

La disoccupazione nella provincia di Grosseto, nonostante i miglioramenti registrati nell'ultimissimo periodo, costituisce ancora una emergenza che deve essere affrontata, in modo sinergico, da tutte le amministrazioni operanti sul territorio a vario livello. In tale quadro la Amministrazione Provinciale, specie nella lotta alla disoccupazione giovanile, riveste un ruolo fondamentale grazie, se non altro, anche alle attribuzioni in materia di formazione professionale.

Un importante ambito di intervento per favorire l'occupazione è infine costituito da politiche locali, inserite nel quadro nazionale, tese alla riduzione del costo del lavoro nella grazie ad un aumento della mobilità e flessibilità. In tale ottica oltre alla realizzazione delle infrastrutture necessarie dovranno essere adottati interventi che, per favorire la mobilità, prevedano la riduzione dei costi di alcuni servizi offerti ai lavoratori e l' adozione di meccanismi di tutela.

Per favorire una crescita dell'occupazione gli Enti preposti dovranno comunque svolgere una politica efficace di intermediazione tra imprese e lavoratori e di orientamento ed avviamento nei confronti non solo dei potenziali lavoratori ma delle stesse imprese che spesso per le limitate dimensioni hanno difficoltà nell'individuare le proprie reali necessità in termini di risorse umane.

Dovranno essere implementate quelle forme di ingresso nel mercato del lavoro per tipologie contrattuali miste, quali contratti di formazione lavoro e apprendistato, e dovranno essere, inoltre, considerate forme contrattuali di inserimento che non costituiscono rapporto di lavoro vero e proprio, quali tirocini formativi e di orientamento e i piani per l'inserimento professionale in azienda mirati alla conoscenza del mondo del lavoro.

Al fine di della riattivazione del mercato del lavoro e per a favorire l'ingresso di dei gruppi più svantaggiati come giovani e donne una grande attenzione dovrà essere riposta sulla diffusione e divulgazione di forme contrattuali miste e flessibili, ad esempio part-time e lavoro interinale, che nel corso degli anni 90 hanno visto una crescita del 40% a fronte di un incremento complessivo dell'occupazione totale di solo 0,7% e del lavoro dipendente dell' 1,5,%.. Una grande attenzione dovrà essere prestata agli effetti della riforma del lavoro "Biagi" per verificarne le ricadute positive in tema di occupazione e per intervenire, per quanto di competenza, in caso di difficoltà per una corretta applicazione delle nuove forme di lavoro e per limitare le conseguenze negative per i lavoratori dovute ad una errata percezione di eccessiva precarizzazione del lavoro.

Una particolare attenzione dovrà essere dedicata al fenomeno della disoccupazione femminile che nel territorio supera la media regionale. Dovranno essere adottate misure idonee che dovranno coinvolgere la formazione professionale e l' attività di servizio consulenza e supporto all'imprenditoria femminile, nel territorio risulta estremamente limitata, al fine di utilizzare a pieno le risorse e i contributi appositamente previsti.

Disagio e situazioni di svantaggio

Anche nella provincia di Grosseto sono presenti, con una preoccupante crescita, situazioni di disagio-svantaggio minorile cui occorre porre rimedio prima dell'estensione del fenomeno

Dovremo farsi carico di un programma di servizio alla persona, da realizzare in particolare in accordo con in comuni, che preveda la creazione di un gruppo di operatori specializzato per la realizzazione di progetti specifici rivolti ai minori, agli adolescenti e ai bambini.

In accordo con le amministrazioni dovrà essere rinforzato un servizio di assistenza domiciliare educativa per supportare ed aiutare i nuclei familiari svantaggiati e a rischio di devianza ed emarginazione.

Utilizzando eventualmente anche lo strumento del project financing dovranno essere realizzate strutture per l'attività di svago, gioco e integrative della scuola dei minori finalizzate ad occupare il tempo extra scolastico in modo costruttivo Tali strutture potranno avere valenza territoriale in modo da servire anche più comuni limitrofi.

Per venire incontro alle esigenze della famiglie con bambini piccoli e problemi di orario, nel territorio vi è un diffuso pendolarismo verso il Capoluogo, nell'ambito delle competenze, in collaborazione con le amministrazioni interessate ed eventualmente anche con le parrocchie e associazioni esistenti sul territorio, potremo predisporre un piano-accordo che preveda sia la creazione di spazi aggiuntivi e integrativi a quelli propri degli asilo nido sia la sperimentazione di nuove opportunità per i bambini, gli educatori e le famiglie, sia per quanto riguarda le attività e gli orari.

 

La provincia di Grosseto ha una presenza di anziani superiore alla media regionale, in particolare nell'entroterra, e già di per se questo dato fa capire l'importanza di questa componente della popolazione che deve essere prima di tutto valorizzata e cui l' Amministrazione Pubblica deve essere in grado di garantire risposte positive.

Alla luce dell'evoluzione del sistema dello stato sociale centralizzato, frutto di una irreversibile crisi dei meccanismi tradizionali di regolazione sociale, gli Enti in accordo con le altre istituzioni e associazioni interessate, dovranno adottare politiche sociali localistiche di solidarietà, finalizzate al conseguimento dell'obiettivo del benessere delle comunità locali. Sfruttando le possibilità offerta dalla normativa in vigore, legge quadro n°328/2000 e decreto legislativo n°112 del 1998, la Amministrazione Provinciale potrà contribuire a creare una rete di interventi e servizi sociali integrati coinvolgendo, oltre alle amministrazioni operanti sul territorio a vario livello, anche le associazioni di volontariato esistenti e soggetti del Terzo settore No-Profit di cui dovrà essere stimolata la costituzione. Un ruolo importante dovrà essere riconosciuto alle famiglie favorendo forme di mutuo aiuto familiare e in particolare creando uno sportello dove persone disponibili ad offrire assistenza e aiuto vengono poste in contatto con famiglie e/o singoli in situazione di svantaggio.

Immigrazione

L'immigrazione nella provincia di Grosseto non ha ancora raggiunto un livello critico come in altre zone del paese ma non per questo non deve essere considerata al fine di evitare comunque situazioni di disagio sempre possibili. E' opportuno creare una struttura provinciale e/o comunale, uno sportello, per l' accoglienza degli immigrati che fornisca anche tramite opuscoli indicazioni e orientamento su materie fondamentali quali i diritti e i doveri, la casa, il lavoro, la scuola, la previdenza, la sanità, ecc.. Tale struttura potrà funzionare anche come punto di riferimento per favorire l'incontro tra persone della stessa comunità e tra immigrati e cittadini. In tale contesto per una migliore integrazione dovranno essere coinvolte anche le associazioni di volontariato, laiche e religiose, già operanti nella provincia. Programmi specifici dovranno essere adottati per qualificare la mano d'opera straniera.

Tossicodipendenza

La diffusione delle droghe sia tradizionali sia nuove, unitamente all' abuso di alcolici, ha raggiunto in provincia un livello preoccupante rappresentando per molte famiglie grave elemento di disagio.

Al fine di arrivare ad un ridimensionamento del fenomeno le istituzioni interessate, anche private, (associazioni di volontariato, società sportive che svolgono attività giovanile, circoli ricreativi) dovranno attivare politiche tese alla valorizzazione, motivazione e responsabilizzazione dei giovani attraverso moderni programmi educativi e formativi finalizzati alla creazione di un modello di esistenza antagonista alla droga. Per le situazioni di disagio dovranno essere elaborati, con la partecipazione anche dei soggetti privati attivi, programmi di recupero e di riabilitazione. Unitamente dovrà essere attivato e qualificato un servizio di supporto alle famiglie coinvolte per fornire assistenza e aiuto tramite personale qualificato.

Beni Culturali

I beni culturali hanno assunto un ruolo sempre più importante non solo per l'importanza che rivestono dal punto di vista economico per il turismo che è a loro direttamente collegato ma, più generale, per l'importanza che assumono per una crescita di tutto il territorio in termini di consapevolezza delle proprie tradizioni, origini, arti e conseguente sviluppo di un particolare modello di società. In tale contesto le amministrazioni interessate operanti sul territorio, dovranno elaborare un programma che punti ad una maggiore valorizzazione del patrimonio storico artistico esistente nel territorio e ad una sua maggiore fruibilità e conoscenza da parte sia dei cittadini della provincia che dei turisti.

Sfruttando le possibilità offerte dalla recente normativa (legge Ronchey del 1993 che prevedeva la concessione ai privati dei servizi di accoglienza, biglietteria, vendita di oggettistica; legge 342/2002 che prevedeva benefici fiscali per le erogazioni di liberalità effettuate dai privati; legge finanziaria 2002 che ha previsto la possibilità per i privati di gestire parchi e musei) dovrà essere attuata una politica attiva di rilancio del patrimonio culturale esistente in provincia finalizzato anche a una sua miglior tutela e conservazione. In tale contesto la Provincia in accordo con le altre istituzioni interessate, se possibile coinvolgendo anche il mondo accademico, dovrà realizzare:

- un appropriato monitoraggio dei beni culturali esistenti con elaborazione di un modello dei soggetti che ne usufruiscono e dei potenziali fruitori ( ad esempio scuole, tour operatori, associazioni );

- un progetto per la realizzazione delle infrastrutture necessarie al potenziamento dei servizi di settore per una migliore conoscenza, divulgazione e fruibilità dei beni. (Prioritario, per una migliorare la qualità dell'offerta prevedere in ogni sito la presenza di indicazioni e, ove possibile, di opuscoli nelle principali lingue comunitarie) ;

- un piano per verificare il possibile impatto occupazionale degli investimenti in materia;

- un progetto finalizzato alla formazione di nuove figure professionali;

- un progetto per la pubblicizzazione del patrimonio storico ed artistico.

Dall' insieme del "progetto di rilancio e di sviluppo" della nostra provincia appena descritto appare chiaramente che :

- per arrivare ad ottenere un maggiore e qualificato livello di benessere dei nostri cittadini occorre farsi carico di determinare con coraggio le occasioni per un nuovo sviluppo equilibrato e sostenibile capace di portare nuova produttività, nuovo lavoro e nuova ricchezza;

- non vi potrà essere vero benessere se non ci sarà una adeguata tutela della salute e rispetto dell' ambiente;

- la consapevolezza che in una comunità il benessere di ciascuno può essere raggiunto solamente con la collaborazione di tutti.

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