mamme a 70 anni

Giornali e Tv hanno dato risalto alla notizia: mamme a 70 anni con la clonazione.
Penso che questo sia lo spunto adeguato per definire quale sia l'argomento di scandalo: le mamme settantenni, la clonazione o la pseudo-cultura dei giornalisti?

Ho inserito questa lettera nello spazio ospiti, in quanto argomenti simili sono stati oggetto di discussione con amici e conoscenti occasionali. Quella che segue, non è una pagina di divulgazione scientifica, è un sereno invito (le inc...ture le ho già superate) a valutare le cose senza allarmismi, ma dando loro lo spazio che meritano. E Punto.

Inizio con una lettera consegnata personalmente alla redazione de Il Messaggero e mai pubblicata.


Roma 11 gennaio 1998

Spett. redazione de Il Messaggero

oggetto: pezzo di Roberto Gervaso, pubblicato da Il Messaggero, 9 gennaio 1998

Leggo quasi sempre con piacere il Gervaso-pensiero. Quasi sempre, perché a volte è affetto da delirio di... "primadonna".
Nel suo pezzo, in cui paventava il possibile avvento di un Gervaso-bis, ha manifestato un caratteristico esempio di pensiero debole. Ed il fatto più grave è che pur dimostrando la sua completa ignoranza in materia, si senta in obbligo, seppur con apparente (credo) modestia, di dire la sua. Cito: "Pensate: leggere su questo giornale un articolo firmato da uno che, pur non chiamandosi come me, avesse i miei stessi occhi (...) le mie stesse impronte digitali (...) si lavi, litighi e, soprattutto, pensi.
Dottor Gervaso, si tranquillizzi. E non perché il suo clone non possa chiamarsi come Lei: negli States, sarebbe del tutto normale un Roberto Gervaso Jr. Si tranquillizzi perché il suo clone avrà sì i suoi occhi, ma non avrà le sue impronte digitali. Ovviamente, penserà. Non come lei, certo, ma penserà. E perché, vorrebbe negargli il diritto di pensare? Oppure ritiene che possa avere le impronte uguali all'originale e tuttavia pensare diversamente?
Ira Levin nel 1978, scrisse un romanzo, The boys from Brazil, al quale seguì anche un film, in cui si immaginava che il dottor Mengele avesse creato 94 (sì, non uno) cloni di Hitler. Il motivo? Semplice: da uno di questi sarebbe stato selezionato un nuovo fuhrer. L'allevamento del futuro fuhrer era infatti estremamente complesso... non per particolari esigenze metaboliche, bensì perché occorreva ricreare tutte le condizioni in cui si forgiò quella particolare personalità. E questo perché il clone è una persona geneticamente "uguale" (in effetti non si sa quanto) all'originale e tuttavia con una propria personalità, anche molto diversa dall'originale.
Non posso abusare oltre dello spazio concessomi. Vorrei solo ricordare che Montaigne sosteneva che a nessuno è negato dire sciocchezze, purché non siano dette con aria grave. Ora, le sciocchezze in questione sono state scritte - e non dette - con una certa autoironia, è vero... ma su un quotidiano a diffusione nazionale!

Marcello Guidotti.

Marcello Guidotti
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Vi prego di pubblicare la presente perché non dovrebbe essere nemmeno pensabile che una qualsiasi persona, per il solo fatto di avere una notevole notorietà, possa pensare di discettare (una colonna in prima pagina!) su argomenti dei quali ha una conoscenza decisamente scarsa.

Ripeto, questa lettera non è stata pubblicata nello spazio dei lettori; tuttavia, il dottor Gervaso non è tornato sull'argomento e, per quanto mi risulta, ha smesso di occuparsi di questioni scientifiche (uhm... ho letto qualche altra cosa, ma poteva andare). Una dimostrazione di buon senso che, purtroppo, non è da tutti. Infatti, come mostra lo stralcio che segue, la principale preoccupazione dei giornalisti è fabbricare mostri.

Sia chiaro, non sono in polemica con Il Messaggero, il quotidiano che leggo abitualmente: le altre testate sono altrettanto, e anche di più, "acchiappa-Frankenstein"...


IL Messaggero (5,6 Kb)
6 settembre 1999
Nonna, mormora la bambina
di FILIPPO Dl GIACOMO

Lo chiameremo ancora Dolly? La clonazione di ovuli umani permetterà ben presto. secondo alcuni studiosi anglosassoni e americani, di spostare l'età fertile delle donne ben al di là dei limiti imposti, finora, dalla natura umana. Al Cornell Medical Center di New York, un'équipe diretta dal dottor Zev Rosenwaks ritiene di aver sconfitto definitivamente la menopausa, cioè la "soglia estrema" della riproduzione umana. Dal materiale genetico di una donna ormai infeconda i ricercatori statunitensi hanno clonato degli ovuli che, dopo la fertilizzazione in vitro, potrebbero essere trapiantati in madri surrogate e, quindi, giungere sino alla fine di una normale gestazione. In tal modo, anche donne in menopausa potrebbero così diventare madri biologiche di creature, almeno per le apparenze e per lo stato civile, generate da loro stesse.

I medici del Cornell Center hanno infatti messo a punto una tecnica che permette di riprogrammare il codice genetico del Dna in modo da trasformare una qualsiasi cellula vivente in una specie di ovulo non fertilizzato. Il nucleo di questa cellula-ovulo così ottenuto in laboratorio viene poi rimosso e rimpiazzato con il nucleo della cellula di una donatrice. Una volta raggiunta la sua maturazione, quest'ovulo-ibrido sarà quindi fertilizzato e incubato nell'utero di ima "madre in prestito". Intervistato dal Sunday Times, il dottor Rosenwaks ha ammesso di aver già esteso il suo metodo dagli animali agli esseri umani. Anzi, a suo dire "gli esperimenti su ovuli umani sono incoraggianti poiché la clonazione iniziale è riuscita in sei casi su dieci".

Come hanno subito notato gli esperti intervistati dal Sunday Times anche in questa forma di "clonazione a metà" (molto simile comunque a quella che nel 1997 ha dato i natali, a Edimburgo, alla pecora Dolly) esiste il rischio che i bebè che nasceranno secondo il metodo di Rosenwaks, generati con un Dna invecchiato, abbiano la stessa età genetica della loro madre. Nasceranno, cioè "vecchi". Tuttavia, donazione e maternità, questa volta, si intersecano e (almeno apparentemente) sembrano giustificarsi a vicenda. La riproduzione umana come esercizio di un diritto disponibile, cioè legato alla volontà di coloro che intendono o non intendono avvalersene, appare così ancora una volta "aiutata" da un supporto tecnico intenzionato a venire incontro alle donne con la fertilità irrimediabilmente diminuita da cause più o meno naturali. Questa esigenza non viene, a priori, rigettata dagli ordinamenti civili dei Paesi a democrazia avanzata. Ed è facile prevedere come l'intenzione di "venire in aiuto" a qualche coppia potrebbe facilmente spostare in secondo piano quelle remore etiche che hanno già portato la Human Fertilization and Embriology Authority nel Regno Unito a dichiarare fuorilegge, in campo umano, le tecniche di donazione finora annunciate dai vari scienziati. (omissis)

Madri a 70 anni con la clonazione
di ROSSELLA CRAVERO

ROMA - Se sessantatré anni per diventare mamma avevano fatto scandalo, i settanta proposti da un gruppo di ricercatori di New York lasciano senza parole. Questa volta si parla di clonazione di ovuli umani. La controversa scoperta, riportata ieri con risalto dal domenicale "Sunday Times", è stata fatta al Cornell Medical Center di New York da un gruppo di ricercatori con a capo il professor Zev Rosenwaks.
Non si tratta più di sconfiggere la infertilità, ora e per la prima volta si vuole battere su tutta la linea la menopausa. E così se la proposta è per settanta anni, non si capisce perché non arrivare a 80, se la signora in questione è in buona salute. Dal materiale genetico di una donna ormai infeconda sarà possibile donare ovuli che dopo la fertilizzazione in laboratorio potranno essere impiantati in madri surrogate e portare così alla nascita di figli.
(omissis) Per Peter Brinsden, direttore di una delle più grandi cliniche inglesi per il trattamento dell'infertiità in Gran Bretagna, Bourn Hall, nel Cambridgeshire, la tecnologia messa a punto a New York ha un grosso merito: permette a donne in menopausa di funzionare da madri biologiche, cosa finora impossibile. Andrebbe quindi accolta con favore. La riproduzione degli ovuli così come realizzata al Cornell Medical Center sembra però riproporre in buona parte l'esplosivo e irrisolto problema della clonazione umana e non a caso è al momento attuale fuorilegge in Gran Bretagna, come in Italia, alla luce delle norme fissate dalla Human Fertilisation and Embryology Authority, ente di controllo sul settore. E anche per l'ovulo clonato si è parlato di "vecchiaia". Come è stato per la pecora Dolly, che appena nata la si è definita già vecchia, anche in questo caso si è detto che il rischio è che i bebè nati con questa tecnica di "clonazione per metà" utilizzando del DNA "vecchio" abbiano la stessa età genetica della loro madre. I conservatori di William Hague hanno subito indicato che a loro giudizio la tecnica del prof. Rosenwaks va tenuta al bando: "Se avesse voluto figli dalle donne in menopausa la natura non avrebbe creato la menopausa", ha puntualizzato un portavoce Tory.

Ho evidenziato in rosso alcuni passaggi:

almeno per le apparenze e per lo stato civile. Beh, questa affermazione è piuttosto incomprensibile: sembra figlio di una madre, che però non è la madre; dunque è un baby-Frankenstein?

una specie di ovulo non fertilizzato. Qui occorre intendersi: se ci riferiamo a "specie" in senso scientifico un uovo è un uovo e basta, altrimenti non è fecondabile all'interno della propria specie; se ci riferiamo a specie in senso di "attrezzo strano", o "gizmo", come si dice in americano, allora si scade decisamente nel cattivo gusto.

(molto simile comunque a quella che nel 1997 ha dato i natali, a Edimburgo, alla pecora Dolly). Opportunamente l'opinione è racchiusa in parentesi. La clonazione è una cosa, questa tecnica non è una clonazione: l'uovo deve essere fecondato e dunque il patrimonio genetico del nuovo individuo diverrà comune ad entrambi i genitori. Su cosa si debba intendere per simile, faccio riferimento ai vocabolari. Comunque, se piantare un chiodo usando una tenaglia è una tecnica simile a piantarlo con un martello, allora si potrebbe essere d'accordo sul senso di tecnica simile, ma occorre attenzione poiché le deduzioni possono essere fuorvianti: sebbene la necessaria rotazione del polso per imprimere il colpo sia differente, il risultato è lo stesso.

Dna invecchiato. Questa non è una certezza. Come ha osservato il prof. Dulbecco, premesso che nel caso delle pecore la cosa ha importanza relativa (generalmente non muoiono per morte naturale), ancora non è certo se il DNA clonato abbia l'età della cellula originaria (sarà meglio aspettare la morte naturale di Dolly, e di altri animali clonati) in quanto sono molti i fattori che determinano l'invecchiamento.

Inserire la fotografia della signora **** mi sembra inutile: poiché non ha i capelli verdi, né i tentacoli né una scatola cranica particolare, cosa la differenzia dalle altre donne? Forse è stata assistita nella gravidanza dal professor Frankenstein?

sembra però riproporre... la clonazione umana e non a caso è al momento attuale fuorilegge. La congiunzione "e" si riferisce alla clonazione, ovviamente. Oppure giochiamo con il linguaggio suggerendo che qualunque cosa riguardi la genetica debba essere considerata fuorilegge?

un portavoce Tory. E' un portavoce dei Conservatori... non era corretto chiarirlo?


Dubito fortemente che fra cinque anni, o più, quando la tecnologia sarà effettivamente disponibile ci saranno branchi, stormi, processioni di femmine unltrasessantenni ardenti dal desiderio di diventare mamme. No, non lo credo proprio. Per prima cosa, queste tecnologie sono e saranno presumibilmente costose, ed a totale pagamento del fruitore. Poi, per quanto mi risulta, il desiderio di maternità già non mi sembra molto evidente nelle ultratrentenni (altresì non si riesce a capire perché formino coppie con divorziati che, avendo una progenie, non hanno molta intenzione, e certo meno di un uomo senza figli, di averne altri).
Ciò premesso, mi ricordo di una trasmissione al salotto televisivo di Maurizio Costanzo. C'era una sessantenne (forse quella della foto) che desiderava la maternità. Non ricordo quali tortuose-incresciose vicende della vita le abbiano negato di veder esaudito il suo desiderio. Ricordo accese discussioni, anche di dubbio gusto; ma una cosa la ricordo bene... quella Signora (la "S" è volutamente maiuscola) sosteneva che ci sono molte nonne migliori delle mamme. Già, mamme che lasciano i figli nei cassonetti, che li abbandonano davanti agli ospedali o a caserme di polizia...

I dubbi-paure dei giornalisti, comunque, sono leciti. Prendiamo un uovo presunto "vecchio": ci potrebbero essere problemi per l'individuo a cui darà origine. Dovrebbe essere vietato. Però anche le donne ultaquarantenni hanno maggiori probabilità di generare figli "down". Dovrebbe essere vietata la procreazione alle ultraquarantenni. Ma anche fra le trentenni ci sono quelle che fumano, bevono (alcolici) o ingeriscono tranquillanti che potrebbero danneggiare il feto che portano in grembo. Dovrebbe essere vietata la procreazione a queste donne. Inoltre, ci sono coppie che, pur sane, hanno malattie genetiche e dunque potrebbero generare figli destinati a morte precoce. Si dovrebbero obbligare tutte le coppie ad effettuare una mappa cromosomica. Vogliamo continuare?
A proposito, la mela che Eva offrì al suo compagno... era naturale, oppure frutto di demoniache biotecnologie?

nemesi

11 marzo 2000 - copyright Marcello Guidotti
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