WOLMAN. RESUMÉ DES CHAPITRES PRÉCÉDENTS.
di Sandro Ricaldone
Vale la spesa di seguire, capitolo per capitolo, questo riepilogo che Wolman ha tracciato in margine alla
propria vicenda artistica, particolarmente ricca di episodi impegnativi - al punto da apparire quasi frenetica
- nel decennio che corre fra il 1950 (anno della sua adesione al Lettrismo e delle prime "mega-pnéumies",
articolate sulla disintegrazione delle consonanti e la sistematizzazione strutturale dell'emissione vocalica
e neutra) ed il 1960, e mantenutasi comunque assai viva anche negli anni successivi.
Indicarne gli aspetti salienti non è cosa elementare giacché l'attività di Wolman, in
consonanza con la disposizione totalizzante di Isou, ha abbracciato campi assai dissimili, dalla poesia
fonetica (cui s'è accennato) alla "musique organique", al cinema (un suo film del 1951, "L'Anti-Concept",
caratterizzato da un'intenzionale soppressione dell'immagine a vantaggio della colonna sonora fu, poco
comprensibilmente, vietato dalla censura) e successivamente, quando già con Debord, Serge Berna e
Jean-Louis Brau aveva abbandonato la cerchia isouiana per dare vita all'Internationale Lettriste,
ad un'urbanistica sui generis, l'"urbanisme unitaire" ("Projet d'embellissements rationnels de la ville de
Paris", in "Potlach" n. 23/1955) ed ai procedimenti della "dérive" e del "détournement" (con
la pubblicazione di uno scritto teorico, redatto in collaborazione con Guy-Ernest Debord, e di un récit
détourné" - "J'écris propre" - realizzato con una tecnica analoga al "cut-up" di
Burroughs, su "Les Lèvres nues", rivista diretta dal surrealista belga Marcel Marïen, di cui le
edizioni Plasma hanno recentemente pubblicato il reprint.
Ancora fondamentale è la sua partecipazione come delegato dell'I.L. al "Primo Congresso degli Artisti
Liberi" svoltosi ad Alba, sotto l'egida di Jorn e di Pinot Gallizio, nel settembre 1956; in quella occasione,
su sua richiesta, venne allontanato dal Congresso Enrico Baj, intervenuto in veste di rappresentante del
Movimento Nucleare.
Di poco successiva (gennaio '57) la sua esclusione dall'I.L., motivata dalla praqtica di "un mode de vie
ridicule, cruellement souligné par une pensée chaque jour plus debile et plus mesquine", che
determinerà un riavvicinamento ad Isou e Lemaître insieme ai quali esporrà nuovamente a
partire dal '60.
Al 1959 risale invece la prima intuizione di una tecnica che impronterà il suo lavoro negli anni '60
(in cui pure avrà modo di realizzare opere del tutto differenti ome le tele tachistes o graffite
esposte alla Galerie Weiller nel 1961 e le "peintures liquides" presentate nel 1962 al Salon Comparaisons):
l'"art scotch", prossima - a ben vedere - a taluni procedimenti del Nouveau Réalisme (nel cui ambito
albergava, comunque, una componente di provenienza lettrista) e, in specie, al "de-collage". Con questa
tecnica, consistente nel distendere un nastro adesivo trasparente su uno scritto o un'immagine e
nell'applicare la banda di scotch con quanto vi rimane fissato ad un supporto idoneo, l'artista ha realizzato
i lavori esposti nell'installazione presentata alla Galerie Valerie Schmidt nel 1964.
In seguito la creatività di Wolman sembra declinare, pur con taluni soprassalti (citiamo, a titolo di
esempio, i "tableaux décomposés in cui si sovrappongono testi ed immagini straniati). A questo
proposito appare significativo che Wolman - divenuto frattanto editore de "L'Officiel des Galeries" - abbia
avvertito l'esigenza di ripercorrere e fissare, nel volume ora edito da Spiess, la sua opera trascorsa.
Un modo per chiudere, con accuratezza, un'avventura. E non è escluso che si tratti soltanto della
"prima puntata".