I
RISTORANTI SONO CAMERE A GAS
di Edoardo Raspelli
da
"LA STAMPA" del 18 settembre 2002
LI
hanno misurati; li ho misurati. Hanno fatto unindagine, lho
ripetuta. Non cè voluto poi tanto, basta un apparecchietto
elettronico che pesa mezzo chilo e la sentenza è fatta: i ristoranti
sono una camera a gas.
Un
sigaro, due sigarette, anche lontano da voi, anche solo per qualche
momento, perfino sotto un aspiratore, sono sinonimo di devastazione:
se qualcuno, pur a metri da voi, accende del tabacco, la situazione
dellaria diventa insostenibile, pericolosa; i parametri sono anche
decine di volte superiori a quelli che impongono il blocco del traffico
nelle città italiane.
Non
solo il tabacco è ufficialmente cancerogeno, non solo il fumo
al ristorante danneggia pietanze e vini, ma chi respira accanto ad un
fumatore ne corre gli stessi rischi mortali.
E
questo riguarda non solo clienti che sostano unora, unora
e mezzo al tavolo, ma ancor di più centinaia di migliaia di addetti,
di cuochi, camerieri, sommelier, patron visto che, oltre tutto, i confini
tra un locale e laltro, perfino tra eventuale settore fumatori
e non fumatori spesso sono leggeri e labili.
Questo
è il risultato di un esperimento portato avanti da una task force
che nasce a Milano, all Istituto Nazionale per lo studio e
la cura dei tumori dove, per iniziativa del dottor Roberto Boffi,
è nato l
Ambulatorio per la prevenzione, la diagnosi precoce e il trattamento
dei danni da fumo.
Un
gruppo di tecnici è andato in ristoranti e pizzerie a misurare
con uno speciale apparecchio pressoché tascabile la quantità
di polveri. Lapparecchietto GT-331 dellamericana Met One,
piazzato su tovaglie di fiandra e coprimacchia di plastica, ha dato
risultati allarmanti.
Fino
ad ieri per me il fumo al ristorante era soprattutto un fastidio difficile
da sopportare, unabitudine altrui che, a tavola, mutilava il mio
piacere di aromi profumi sfumature
Ora si è dimostrato
anche un problema di salute.
Ho
rifatto la prova io stesso ed il risultato è devastante: ho mangiato
scampi spaghetti e branzino con cifre dalle tre alle trenta volte superiori
ai limiti che una legge americana fissa come massimi tollerabili!
Anche
per questo mi è venuta unidea. Dora in avanti, nelle
mie nuove visite a ristoranti ed alberghi, mi porterò dietro
il GT-331: certo, le mie recensioni saranno sempre soprattutto gastronomiche,
ma che piacere è quella fetta di culatello di Zibello od il gambero
di Anzio e di Viareggio sapendo che li state mangiando in mezzo ad una
nuvola di veleno? Il primo esperimento?
Ve
lo racconterò sabato prossimo, come di consueto, sul supplemento
ttL della Stampa.
raspelli@tin.it