LA FORMAZIONE DEI VOLONTARI:

L’OPPORTUNITA’ DI ANDARE OLTRE IL SERVIZIO

 

Dal 16 al 18 ottobre 2008 si è svolta, presso l’albergo “Emmaus” di Zafferana Etnea (CT), la prima parte della formazione generale  per i 160 volontari dell’Ispettoria Salesiana Sicula.

Abbiamo così avuto la possibilità di affrontare alcune importantissime tematiche necessarie allo svolgimento del nostro servizio: dall’emergenza educativa a cosa vuol dire essere volontari oggi, dai diritti e doveri del volontario alla carta d’impegno etico, dalla dimensione cristiana del volontariato a come il servizio civile si inserisce nella Pastorale Giovanile Salesiana e moltissimi altri argomenti e testimonianze interessanti. Ogni momento formativo si è concluso con lavori di gruppo che, oltre a darci modo di approfondire meglio le varie tematiche, ci hanno permesso di conoscerci tra noi e di mettere a confronto le nostre idee, talvolta nel corso di accesi dibattiti. Non sono mancati i momenti distensivi, come ad esempio la pausa del pomeriggio, della quale abbiamo approfittato andando in giro per i dintorni dell’albergo che, essendo immerso nel verde del parco dell’Etna, è il posto ideale per chi ama le passeggiate a contatto diretto con la natura. Alcuni di noi hanno avuto modo di fare un percorso molto suggestivo dedicato alla Via Crucis, tantissimi sono tornati dalle passeggiate con enormi buste di castagne e, non contenti della raccolta, sono tornati a cercarne ancora anche nelle ore serali, usando a mo’ di torce le luci dei telefonini.

Non sono mancati i momenti serali di divertimento collettivo. La prima sera, è stata organizzata la “Schiftparade”, una gara canora che prevede come vincitori i gruppi più stonati. La sera del 17 è stata dedicata a un’edizione speciale di “Ciao Darwin” che ha visto le due categorie “Vecchi” (over 24) e “Giovani” (under 24) sfidarsi in prove di abilità, ballo, coraggio e canto. Il confronto, grazie a don Marcello (la giuria) si è concluso in pareggio con buona pace di tutti.

Ma se alla fine di queste serate collettive ci auguravamo tutti la buona notte, in realtà nessuno di noi aveva la minima intenzione di finire così la giornata. Infatti, mentre i cercatori di castagne si preparavano per la raccolta notturna, tutti gli altri, dopo la parentesi bar, ci siamo raggruppati nelle stanze per prolungare le chiacchiere e il divertimento.

Alla fine, giorno 18, dopo gli ultimi ragguagli burocratici, una splendida celebrazione eucaristica seguita dal pranzo e dalle foto di gruppo, siamo ripartiti, un po’ più giù di morale al pensiero che quella esperienza fosse finita.

La seconda parte della formazione generale si è svolta in tre tappe, una al mese da novembre a gennaio, aventi come sedi quattro zone della Sicilia: Catania, Messina, Palermo e Gela. Nel corso di questi incontri, con don Marcello e Letizia abbiamo approfondito alcune tematiche sfiorate a Zafferana (come il percorso storico-legislativo che, dall’obiezione di coscienza, ha portato all’istituzione del Servizio Civile Nazionale; la devianza giovanile e il metodo preventivo di Don Bosco) e ne abbiamo trattate altre, del tutto nuove, che ci hanno dato spunti di riflessione. Uno di questi ultimi, la progettazione sociale, ci ha visti alla fine impegnati in un lavoro di gruppo che prevedeva la stesura e la proposta di un progetto realizzabile nelle varie sedi di svolgimento del servizio civile.

Questi giorni di formazione, complici le tematiche affrontate e i sodalizi nati tra i partecipanti, sono stati per noi tutti uno stimolo a vivere la nostra esperienza di servizio civile con una marcia in più: partiti dall’idea di trascorrere una parentesi di dodici mesi facendo “un’esperienza diversa”, adesso siamo più consapevoli che il nostro impegno va a beneficio di realtà e problematiche complesse e altrimenti superficialmente conosciute e che, per riuscire a lasciare veramente una traccia di noi nella realizzazione dei progetti che abbiamo scelto e perché quest’anno lasci una sua traccia in noi, dobbiamo mettere in pratica ogni giorno quei proponimenti di cooperazione gioiosa, di “fare il bene e farlo bene” emersi da questa esperienza.

Agata Viscuso