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Conoscere Capri 1
Atti del 1° ciclo di conferenze sulla
storia e la natura dell'isola di Capri

Capri 2003, 224 pagine, 61 ill., € 15,00
ISBN 88-89097-00-0

 

Riassunti degli interventi

Eduardo Federico - Note storiche sull’oronomastica caprese. Per la storia di Capri pre-romana e…non solo (pp. 13-29).
Lo studio dell’oronomastica caprese, cioè dei nomi dei colli dell’isola di Capri, risulta particolarmente utile per meglio comprendere la vicenda storica dell’isola e costituisce un campo di ricerca ancora aperto. L’articolo prende in considerazione alcuni nomi di colli più conservativi che rimandano presumibilmente a realtà anteriori al I millennio a.C.: Timpone, Timberino, Tombosiello, Tamborio e anche Tiberio (in origine *Timberio) riconducibili a una base *TIMP indicante un piccolo rialzo; così pure Pisco e Campo di Pisco, certamente continuazioni dell’osco peesslúm/pestlúm (= «podio» e anche «basamento», «poggio», «altura» e, in vari dialetti meridionali, «pietra, roccia»). Nello specifico si contestano le etimologie ‘dotte’ che riportano Timberino e Tiberio alla presenza dell’imperatore Tiberio e, per altro verso, spiegano Campo di Pisco come «campo del vescovo».
Elena Miranda - Capri greco-romana attraverso le sue iscrizioni (pp. 31-39).
L’articolo illustra in rapida sintesi i dati relativi alle iscrizioni greche e latine rinvenute a Capri. Si tratta in totale di 20 epigrafi su pietra, 13 greche e 7 latine, cui si aggiungono numerosi testi scritti su oggetti d’uso, quali tegole, mattoni, tubi, sigilli, tessere e vasi. La documentazione in lingua greca arricchisce le nostre conoscenze non solo sulla Capri di età ellenistica, ma anche su quella di età romana, documentando il persistere dell’identità greca dell’isola. Alle iscrizioni di carattere pubblico si affiancano quelle di ambito funerario, tra cui due in versi e una databile ormai all’età cristiana. A loro volta le epigrafi latine testimoniano soprattutto l’attività di artisti e artigiani che contribuirono all’edificazione e alla decorazione delle ville imperiali.
Rossella Zaccagnini - La Capri degli imperatori romani. Il sistema delle ville (pp. 41-59).
Di studi sulle ville in età romana, complessivi o parziali, esiste un gran numero, come si può facilmente evincere anche solo sfogliando la bibliografia sull’argomento. In questo breve saggio si è cercato di analizzare un particolare aspetto della questione, focalizzando l’attenzione su alcune ville marittime accomunate dalla loro precipua dislocazione topografica sulle isole, e a Capri in particolare, e dall’essere state in qualche modo legate ad Augusto o a membri della sua famiglia. Si è tentato altresì di cogliere lo sviluppo architettonico del tipo edilizio, soprattutto in rapporto a quello che è l’elemento dominante, cioè il mare, sottolineando la totale innovazione tecnica e strutturale di tali opere e l’alto grado di specializzazione raggiunto dalle maestranze dell’epoca.
Elisabetta Serrao - Capri e le incursioni piratiche. Fra Saraceni e Turchi (pp. 61-81).
L’indubbio fascino che l’Oriente ha esercitato ed esercita su di noi occidentali ci fa spesso rimanere inebriati e inebetiti al punto che la fantasia mista al mito ci fa vivere il racconto storico in modo onirico. Pur non volendo del tutto togliere il gusto dell’immaginazione, si è qui cercato di porre rimedio a una generalizzata confusione storico-terminologica dei ‘contatti’ fra l’isola di Capri e gli attacchi musulmani. Si è così tentato di ridelineare quei contorni offuscati che il racconto popolare misto ai distorti riferimenti storici hanno spesso tramandato in modo confuso, cercando anche di dare un parallelo storico alle leggende e ai miti isolani grazie ai quali è reso vivo il ricordo del passato.
Enzo Di Tucci - Le fortificazioni dell’isola di Capri (pp. 83-97).
Il saggio affronta in forma necessariamente sintetica un aspetto dell’isola di Capri meno conosciuto e raramente approfondito; partendo dall’ancestrale bisogno di sicurezza e protezione diffuso in tutte le comunità ed i villaggi dell’antichità, viene illustrato il percorso storico ed architettonico che ha portato alla formazione dei centri urbani di Capri e delle opere di fortificazione, di avvistamento e difesa. Viene dato particolare risalto al periodo dell’occupazione anglo-francese nei primi decenni del secolo XIX ed allo straordinario potenziamento dell’architettura militare realizzato proprio in quello scorcio storico.
Giovanna Cario - Le porte fortificate della cittadella di Capri (pp. 99-105).
Una panoramica storica veloce e puntuale delle opere di fortificazione e di difesa del nucleo abitato di Capri a partire dal XVI secolo. Il saggio trae spunto dalla lettura di scritti e dall’esame di opere pittoriche di artisti che operarono a Capri tra il Seicento e l’Ottocento. In particolare si analizzano i disegni di Giacinto Gigante realizzati a mezzo della camera lucida. Lo studio accurato di alcuni di essi ha permesso la restituzione grafica del sistema difensivo esterno al nucleo abitato esistente fino alla metà dell’Ottocento e distrutto con l’apertura della ‘Piazzetta’ e la realizzazione della funicolare.
Giuseppe Aprea - Note storiche sulla piazza Umberto I di Capri (pp. 107-113).
Lo studio si sofferma sulle trasformazioni urbanistiche ed architettoniche che hanno determinato la formazione dell’attuale ‘Piazzetta’ di Capri. Viene evidenziata in particolare l’evoluzione di uno spazio originariamente rurale e periferico in luogo di primaria importanza sociale e commerciale. Il saggio ha come punto centrale il progressivo passaggio, nella seconda metà dell’Ottocento, della economia isolana da agricola e marinaresca in turistico-commerciale.
Antonia Tafuri - Iconografia sacra nella pittura dei secoli XVII-XVIII a Capri (pp. 115-141).
Il saggio analizza l’aspetto iconografico e iconologico di alcuni dipinti presenti nelle chiese dell’isola di Capri, realizzati nei secoli XVII e XVIII da artisti di consolidato prestigio (Luca Giordano, Nicola Malinconico, Francesco Solimena, Giacomo del Po e Paolo De Matteis). Vengono chiariti gli attributi iconografici e i significati dei soggetti di carattere religioso grazie a opportuni riferimenti alla tradizione cristiana, biblica ed agiografica, ricostruendo le vicende di carattere politico, religioso e sociale del periodo storico in cui queste opere furono prodotte. Sarà evidenziato, pertanto, l’intento illustrativo e didascalico assolto dall’arte ‘sacra’ con prevalente destinazione pubblica, chiamata a divulgare le verità di fede tra le grandi masse popolari e connessa alle rinnovate esigenze di immagine e di culto del cattolicesimo riformato e postridentino.
Vittoria Fiorelli - Capri al tempo della peste. Prospettiva sulla vita religiosa del Seicento (pp. 143-163).
Questo articolo cerca di disegnare la situazione di una piccola diocesi periferica scegliendo una prospettiva cronologica particolare: il ventennio centrale del secolo XVII che si pone come momento fondamentale di evoluzione della storia ecclesiastica tra applicazione delle direttive tridentine e radicamento in un tessuto sociale investito dalla crisi del Seicento. Picco anomalo di questa fase storica è la devastante epidemia del 1656 sullo sfondo del quale appare l’affascinante ritratto di una Capri inedita, povera e violenta. Attraverso questa prospettiva storiografica si delinea una Chiesa cattolica dedita ad un processo di riorganizzazione della sua struttura interna finalizzato soprattutto al consolidamento della sua presenza istituzionale sul territorio nel momento in cui gli stati moderni erano impegnati anch’essi in una politica di rafforzamento del ruolo del governo centrale costretto a mediare continuamente con i rappresentanti del potere religioso.
Carmelina Fiorentino - Viaggiatori anglosassoni a Capri tra XVII e XIX secolo (pp. 165-177).
La storia della colonia anglosassone a Capri comincia nei diari di quei viaggiatori, per la maggior parte illustri sconosciuti, che hanno fatto conoscere l’isola all’estero e sulla cui scia artisti e letterati dalle personalità poliedriche arrivarono per una vacanza e vi restarono, in alcuni casi, anche in morte. I loro scritti, la loro cultura, il loro senso civico e, in alcuni casi, l’impegno sociale contribuirono notevolmente alla crescita civile e culturale della popolazione indigena. L’isola vista con i loro occhi, la vita semplice e dura che gli abitanti conducevano raccontata attraverso i loro scritti, i loro dipinti, i diari costituiscono ancora oggi un interessante punto di partenza per la comprensione delle origini della fortuna turistica isolana, per la quale la scoperta della Grotta Azzurra nel 1830 fu più conseguenza che causa.
Renato Esposito - Scandali del XX secolo: l’affare Krupp (pp. 179-187).
Il cosiddetto ‘Scandalo Krupp’ rimane ancora adesso una delle pagine più oscure ed inquietanti della storia di Capri. Gli interessi delle ricche famiglie capresi di inizio secolo s’intrecciano con la vita dell’industriale più ricco e potente d’Europa. Da grande benefattore dell’isola Krupp si trasforma nell’immaginario collettivo nel corruttore della gioventù isolana. L’articolo analizza anche quali sono gli aspetti più reconditi della moralità caprese tra l’Ottocento e il Novecento. Dopo il 1902 la Zauber-Insel (l’isola fantastica) del romanticismo tedesco si trasforma nell’‘Isola dello Scandalo’.
Fausta Cenci - Carlo Perindani. Un breve profilo (pp. 189-195).
La vita del pittore milanese Carlo Perindani (Milano 1899-Capri 1986), vissuto stabilmente a Capri dal 1924, è ricostruita attraverso ricordi ricavati da un’intensa frequentazione e da un vincolo di sincera amicizia e devota stima. Accanto alla rievocazione delle tappe della sua formazione artistica, si evidenziano della vicenda umana e civile di Perindani il vivo interessamento alle vicende storico-politiche del tempo e il netto rifiuto delle ideologie totalitarie del Novecento.
Guido Borà - Il turismo a Capri dal dopoguerra ai giorni nostri: cambiamenti e tendenze (pp. 197-209).
L’analisi dei flussi turistici coglie solo un aspetto parziale dell’economia isolana. Sono del tutto trascurati la produzione e la distribuzione del reddito da parte singole imprese (ed in aggregato del settore), la misurazione dei costi dovuti all’‘usura’ del territorio (inquinamento, affollamento ed edilizia) e i meccanismi di reciprocità tra i vari settori produttivi. L’articolo, ben lungi dall’essere esaustivo, dopo una breve discussione su dati statistici locali, regionali e nazionali, evidenzia quali potrebbero essere le linee di studio e di intervento per un settore da troppo tempo, sedicente ‘in crisi’, che in passato ha presentato aspetti innovativi e di successo, e che oggi affronta, non si sa con quale energia, le nuove sfide imposte dall’apertura dei mercati. Si sondano, inoltre, nuove forme di tutela e protezione del territorio.