l'isola di Capri  Home
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PERCORSO PALEONTOLOGICO  

        L'isola di Capri, per quanto arealmente poco estesa, costituisce un importante tassello per ricostruire la storia geologica dell'Appennino meridionale. Le rocce che costituiscono l'isola sono di natura sedimentaria di origine marina, subordinatamente si rinvengono conglomerati e brecce in parte marini ed in parte continentali; a queste si aggiunge, in misura molto limitata, una copertura discontinua di rocce sedimentarie di origine vulcanica (tufi ecc.). E' proprio a partire da queste rocce che, sulla base delle loro caratteristiche litologiche, del loro contenuto fossilifero e dei loro rapporti con le rocce lateralmente contigue e con quelle sovrastanti, è possibile ottenere informazioni sugli eventi che nel passato interessarono l'isola.

 

I. Capri parte di un'ampia piattaforma carbonatica (190-20milioni di anni fa).   

      Durante questa fase Capri ed in generale tutto l'Appennino Meridionale sono profondamente diversi da come li vediamo ora. Le rocce che costituiscono i rilievi dell'Italia meridionale sono distribuite su un'area molto più vasta in cui si individuano tre enormi "isole" calcaree appena sommerse (piattaforme carbonatiche) separate da bacini profondi. Le rocce che costituiscono la massa calcarea di Capri si sono formate in condizioni di clima subtropicale e in un ambiente corrispondente sia a quello del margine di una di queste piattaforme carbonatiche (conosciuta col nome di piattaforma campano-lucana) che a quello della scarpata prospiciente. Capri,  quindi, non è ancora individuata come isola ma rappresenta una piccola porzione dell'esteso bordo "occidentale" della piattaforma campano-lucana; di questo esteso bordo Capri ne rappresenta, se non l'unica, una rara testimonianza.
       In un intervallo di circa 170 milioni di anni si depositano a Capri oltre mille metri di rocce carbonatiche (dolomie e calcari) che hanno registrato

ellipsactinie

 tutte le vicissitudini subite nel tempo geologico: i momenti di emersione e gli "annegamenti" (affioramenti di Punta Carena), nonché l'instabilità dei ripidi pendii dell'antica scarpata sottomarina che dà luogo ad episodici franamenti con accumuli caotici al piede della scarpata. Le rocce conservano talora la ricca associazione fossilifera caratteristica delle scogliere dell'epoca (Coralli, Ellipsactinie, Molluschi, Echinodermi).

 
II. Capri durante la formazione della catena appenninica (20-5 milioni di anni fa).

          Durante questa seconda fase, nell'area dell'Appennino Meridionale, si individuano generalizzati episodi compressivi dovuti alla migrazione da Ovest verso Est della Sardegna e della Corsica (blocco sardo-corso) e della successiva formazione del Mar Tirreno. Questi movimenti conducono inizialmente alla deposizione di rocce argilloso-arenacee sugli antichi domini carbonatici dell'Appennino meridionale. Esempi di queste rocce affiorano anche a Capri con belle esposizioni lungo la costa nord-orientale. 
        A seguito dei movimenti compressivi si produce, a partire da Ovest, lo sradicamento, smembramento ed accavallamento delle piattaforme con le loro coperture sedimentarie argilloso-arenacee; tutto ciò conduce, in ultimo, alla formazione della catena appenninica. 
        Capri conserva registrata la testimonianza di questi movimenti in vari punti dell'isola dove è possibile osservare la sovrapposizione dei sedimenti di piattaforma carbonatica su altri più recenti, argilloso-arenacei o calcarei.

 
III. Emersione della catena
(5 milioni - 135 mila anni fa).

        In questa fase si produce una generalizzata emersione della catena appenninica. Quest'ultima  si disarticola mediante faglie dirette: alcune zone, quindi, si sollevano più di altre, altre si abbassano. Verso la fine di questo intervallo di tempo Capri passa da una fase a piccoli isolotti emersi a quello di prolungamento della penisola sorrentina. Al fine, però, la zona dello Stretto di Capri, prima emersa, sprofonda, mentre l'area di Capri si solleva: Capri acquista il suo aspetto di isola

 
IV. Variazione dei contorni di Capri (da 135 mila anni ad oggi).

        Capri ormai non subisce che piccole modifiche dei suoi margini. Sono da riferire a questa fase le incisioni del livello del mare a +8, +4 e +2 metri legati ad episodi interglaciali, la successiva copertura di queste per ringiovanimento del rilievo e la deposizione di materiale piroclastico proveniente dall'area flegrea. Il ringiovanimento del rilievo ha luogo durante irrigidimenti climatici (picchi glaciali); questi hanno come effetto l'abbassamento generalizzato del livello del mare anche di 120 metri; ciò permette, circa 20-30.000 anni fa, temporanei collegamenti di Capri con la Penisola Sorrentina.

 (testo di Filippo Barattolo - foto di Marco Amitrano)