LA
SACRALITA' DEL GRANO
"Il
ciclo del grano aveva una durata annuale e il suo articolarsi nei mesi
costituiva una sorta di scansione dell'anno: dalle attività da svolgere
nei campi il contadino e la sua famiglia facevano dipendere tutte le altre
attività agricole. Settembre costituiva il primo mese dell'anno agrario,
quello in cui si iniziavano nel latifondo i rapporti di lavoro tra il
proprietario e prestatori d'opera, sia che si trattasse di impiegati
annuali (annaluori) o di mezzadri e compartecipanti (mitatieri).Dall'aratura,
tra settembre e ottobre, alla semina, a novembre, ai diversi lavori
stagionali di ripulitura del terreno, nei primi mesi primaverili, era un
continuo intervenire sui campi di grano in preparazione di quello che
sarebbe accaduto tra giugno e luglio: mietitura e trebbiatura. Diecine
di mietitori si spargevano per i campi tagliando steli di grano per
avvolgerli in fili di ampelodesma (ddisa). Dopo qualche settimana
si allestivano le aie dove coppie di muli battevano le spighe sistemate
in un pianoro ventoso: si trebbiava, si spagliava con i tridenti di
legno e infine si procedeva alla raccolta del grano, la gran parte del
quale finiva nei granai dei proprietari assenteisti".
"Cu
malu ha siminatu- resta poviru e gabbatu"
"Giugnu
fauci mpugnu - giugnettu fàuci mpettu" |
Piddirinu,
faci, itàli di canna, sciota |