Cantando ritornelli più volte ripetuti, le agili mani del raccoglitore e delle raccoglitrici mettevano le ali, trovavano nuovo vigore: via via si riempivano i panieri subito passava u saccaluòru (l’addetto al trasporto) che insaccava le olive e le immagazzinava, in attesa del trasporto al frantoio per la molitura.

Fino a pochi decenni fa, le olive furono il companatico principale per quella gente modesta, anche perché questi frutti aggiungevano all’alimentazione il grasso di cui avevano bisogno le persone povere.

“Pani e aulivi mai sàzziu ti viri (pane e olive non ti saziano mai)