Olga Formisano

                         pittrice in Roma

 

La surrealtà delle cose quotidiane

 
 

Olga Formisano appartiene idealmente alla scuola del realismo e della trasfigurazione metafisica, che ha in Gregorio Sciltian e, in parte, in Giorgio De Chirico i maggiori esponenti dei nostro tempo.

Per questo la Formisano sembra lontana da ogni problematica dell'avanguardia.  Il suo è un modo sensibile di intuire la realtà come un mondo domestico, rassicurante, inserito in un profondo sentimento della vita.

Una pittura che non prescinde dalla capacità fondamentale del disegno, dalla forza visiva dei chiaroscuri.

Ottima la scelta dei colori, delle luci.

Una scenografia applicata a soggetti statici, come le nature morte, portate in primo piano, centralmente, oggetti-soggetti: arance, mele, carciofi, bottiglie, con le loro ombre e la loro ambiguità, nell'essere "cose".

I colori sono densi, nitidi: marroni, neri, verdi, che suddividono lo spazio sulla tela.

Una pittura studiata, non zuccherosa, che tende a superare la realtà.

La cosa più umile, più quotidiana diventa, sotto il pennello di Olga Formisano, un simbolo, un mistero....

Una pittura che si fa discorso, memoria del vissuto, ordine dei sentimenti domestici e familiari, emozioni private.

 
 
 

La qualità dell'arte non dipende dall'accordo coi temi temporali, che vanno dal presente al futuro. Nessuna inquietudine sembra sfiorare il mondo di Olga Formisano, ma neppure l'arido esibizionismo dell'iperrealismo americano.    Né l'appassionata sincerità dei linguaggio pittorico si oppone alla controllatissima fantasia, alla serenità cromatica, all'osservazione attenta e memoriale, fino a portare il tutto sul piano dell'ideale estetico.

 
 

 

 

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