Intervista alla signora Angela Palmieri che ha corso la maratona di Venezia in quattro ore e nove minuti.

Fra le signore attualmente iscritte alla nostra Associazione cinque sono le "giovanotte" che hanno partecipato con successo alla gara regina dell'atletica leggera; la maratona.

Ha cominciato la nostra "first lady" Aurora cimentandosi niente di meno che nella naratona di New York nel lontano 1992; successivamente, nel 1995, Silvia Giaccone ha corso brillantemente la maratona di Roma con l'ottimo tempo di 2 h 50' 44" piazzandosi al settimo posto assoluto fra le donne e prima delle italiane; nello stesso anno Alessandra Bizzarri ha debuttato a Venezia ed ha poi fatto la maratona di Firenze e più volte quella di Roma (miglior tempo:3 h 36'); a seguire Adriana Bacci ha partecipato alla maratona di Venezia del 1998 ottenendo un ottimo posto in graduatoria.

Alla stessa maratona di Venezia, corsa nell'ottobre 1999, si è iscritta la nostra Angela Palmieri decisa ad arrivare fino in fondo, ma non in fondo alla classifica; infatti il tempo impiegato dimostra che non si è risparmiata e che cuore, polmoni e gambe hanno funzionato alla perfezione. Non va dimenticato inoltre che la sempre sorridente Angela è la dolce metà di un altro nostro iscritto, il cordialissimo Paolo Marino, anch'egli ottimo podista maratoneta e direttore di corse ciclistiche; perfino il loro figliolo Salvatore, anche se ha solo 17 anni, corre già come una gazzella e tutti noi ci auguriamo che non appena avrà l'età diventi anch'egli socio della Podistica Ostia.

Tutto ciò premesso ho rivolto alla signora Angela alcune domande per apprendere dalla sua viva voce le impressioni provate prima, durante e dopo una gara che per noi podisti costituisce un ambiziosissimo traguardo.

Quando hai deciso, eri convinta che la maratona di Venezia fosse una gara alla tua portata?

In verità non ne ero del tutto convinta. Però avendo assistito l'anno precedente mio marito Paolo abituale frequentatore di questa gara, mi sono piano piano awicinata sul piano psicologico a prendere in considerazione questa possibilità. Grazie ai consigli di Paolo, mi sono persuasa che, osservando scrupolosamente i tempi opportunamente riportati su una tabella da lui all'uopo predisposta ce l'avrei fatta. Così alla fine ho rotto ogni indugio.

Prima di iniziare la corsa hai avuto qualche esitazione o qualche dubbio di riuscire nell' impresa?

Come ogni neofita, la notte precedente non sono riuscita a prendere sonno ed anche durante il tragitto percorso sul pullman dell'organizzazione per raggiungere il luogo di partenza sono stata assalita dal timore di non riuscire e quindi di non partire. Inoltre accusavo dolori e disturbi inusuali in varie parti del corpo. Soltanto dopo ho appreso che queste strane sensazioni assalgono chi per la prima volta si cimenta in questa competizione e che, a detta degli esperti, sono del tutto immaginarie, frutto dello stress psicologico.

Una volta iniziata la gara ti sei dimenticata del tutto e ti sei concentrata soltanto sulla corsa o sei stata tormentata dall'ansia di arrivare?

Appena dopo il via ogni dubbio è scomparso. Mi sono concentrata sulla gara tenendo a mente i consigli di mio marito e frenando all'inizio il mio passo che tendeva ad accelerare; cercavo di osservare tutti gli accorgimenti suggeritemi che mi avrebbero permesso di raggiungere comunque il traguardo, a prescindere dal tempo. che in quel momento costituiva solo un secondo obiettivo, ma che alla fine mi ha soddisfatto.

I maratoneti riferiscono che dopo il trentesimo, trentacinquesimo chilometro può sopraggiungere la crisi. Le gambe non girano più a dovere e la fatica accumulata può addirittura provocare delle allucinazioni simili a quelle che provano gli uomini che si perdono nel deserto. A te tutto ciò è accaduto?

No. Non ho sofferto nessuna crisi nè tantomeno disturbi più gravi. La vicinanza di una mia amica che ha corso con me mi ha sempre sorretto. A partire dal trentesimo chilomefro mi ha assistito da presso mio figlio e le segnalazioni luminose che indicano il tempo impiegato e i chilometri percorsi mi confortavano sempre di più, via via che li traguardo si awicinava.

Raggiunto l'arrivo. a prescindere dal tempo impiegato, cosa si prova oltre alla soddisfazione di avercela fatta?

La gioia è immensa. E' stata tanto intensa che mi è caduta qualche lacrima che si è confusa con il sudore che bagnava il mio viso. La stanchezza e i muscoli indolenziti non si avvertono più. Ero poi oltremodo contenta, oltretutto, anche nei confronti di mio marito che mi aveva così ben preparata dedicandomi tempo, passione e specifiche competenze. Non dimenticavo infine di aver corso con la maglia della Podistica Ostia e di aver quindi onorato i colori sociali.

 

Queste poche frasi oostituiscono una testimonianza delle fatiche, delle emozioni, della passione che tutti gli amanti delta nostra semplice ma ineguagliabile disciplina sportiva provano nel praticarla. E vogliono essere un ulteriore invito a chi ancora non si è avvicinato al podismo per dire loro che il nostro sport si può praticare ad ogni età e a ogni livello ottenendo in cambio non trascurabili benefici che aiutano sia il proprio fisico che il proprio spirito.

Enrico Gilardoni