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LA TORRICELLA
Dopo Monte S. Salvatore la Nomentana antica e quella moderna coincidono, ma, all'altezza del km 19,200 circa, la strada antica passava accanto al monumento della Torricella che si trova a quota 160 m s.l.m., più elevata rispetto al tracciato della Nomentana odierna. Tracce del selciato antico infatti sono state trovate presso una villa subito ad est della Torricella, insieme ad altre tombe.

La Torricella Questo rispecchia una situazione tipica nell'antichità: lungo le strade che portavano fuori dal centro abitato si trovano i sepolcri, dato che non si poteva seppellire all'interno della città.

Il sepolcro non si è conservato nel suo aspetto originario. Rimane soltanto il nucleo del monumento in calcestruzzo, a scaglie di tufo, che originariamente era rivestito in marmo. Si tratta di un sepolcro di forma cilindrica, alto m 8,50, orientato ad ovest (mentre la Nomentana passava ad est di esso), che all'interno presenta due ambienti sovrapposti. L'ambiente inferiore è a pianta ellittica (con assi di m 2,80 e 4,00) e volta a cupola. Esso non conserva l'altezza originaria, ma è parzialmente interrato. Sopra vi è una camera quadrangolare di m.3,90 x 3,00 con volta a botte, alta m 5,00 e nicchie rettangolari ai lati. Entrambi gli ambienti hanno un ingresso indipendente, ricavato nell'avancorpo (fatto di scaglie di calcare) di forma squadrata. L'ingresso superiore è stato parzialmente murato ed è stata chiusa l'apertura quadrangolare sopra l'architrave, la quale serviva per alleggerire il peso su quest'ultimo.

Del rivestimento esterno marmoreo restano poche tracce. Se ne possono vedere alcuni resti in un giardino adiacente. Da notare è parte della cornice della porta, ricurva per aderire alla superficie circolare del monumento.

Il frammento è stato infisso al suolo, ma i fori per le grappe metalliche che si trovano su ambedue i lati, si possono ancora osservare sul lato superiore, che era la superficie di contatto. Studiosi del secolo scorso e dell'inizio di questo secolo hanno lasciato descrizioni del sepolcro. Il Nibby fa menzione di una cornice: "nello stesso stile dell'arco di Tito a Roma", descrizione che non sembra potersi riferire ad uno dei frammenti noti della decorazione marmorea, ma che nuove scoperte potrebbero confermare. Questo tipo di decorazione indicherebbe una collocazione cronologica nel I sec. d.C. circa. Il Tomassetti descrivendo il monumento ricorda una: "edicola centrale con frontone sagomato". Sul monumento si possono osservare le grappe metalliche che servivano a fissare la decorazione al nucleo della costruzione (in alto a destra sull'avancorpo) e le impronte dei blocchi marmorei (notare quella posta a circa m 7,00 dal suolo sul lato sud). In epoca post-antica il sepolcro è stato riutilizzato come torre di guardia. Da là infatti deriva probabilmente il nome attuale del monumento di "Torricella". Questa era Collegata direttamente con la Torretta, che sorge poco più avanti sulla via Nomentana, a m 1.000 c.a. dalla strada, e con la torre che sorgeva al km 21, sull'altura di Montedoro. In età moderna la Torricella fu riutilizzata come ricovero per il bestiame. Infatti si Possono notare gli anelli di ferro fissati nelle strutture antiche. All'interno è stata inoltre collocata una serie di cassoni per l'acqua che dovevano servire gli abitanti della zone in caso di mancanza della stessa.
Ifke Van Kampen



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