Circondati dalle "Trois dames de Challand" - il Mont Néry, il Mont Torché e la Becca di Vlou - Allésaz, Arbaz, Châtillonet, Corliod, Maé, Moussanet, Orbeillaz, Péjan, Plésod, Quinçod, Capoluogo, Ruvère, Tilly e Tollégnaz, unite a una miriade di altre piccole località, danno vita al Comune di Challand-Saint-Anselme. La posizione del Capoluogo, a 1.040 m. sul livello del mare, e quella dei suoi villaggi assicurano alla località un clima mite in ogni stagione dell'anno. Il suo verde territorio, prima utilizzato prevalentemente per agricoltura e pastorizia, viene ora valorizzato a scopi turistici: sono infatti numerose le persone che scelgono la località come luogo di villeggiatura estiva ed invernale. Sfruttato dai Salassi per le miniere di quarzo aurifero di Béchaz, diventa sicuramente centro abitato in epoca romana: il ritrovamento di un ripostiglio di monete "antoniniani" a Corliod ne dà conferma. La sua storia medioevale è legata alle vicissitudini dell'illustre famiglia Challant ed altre famiglie nobili quali i Masù e i De Nabian, presenti sul grande feudo di cui faceva parte anche il Comune di Challand-Saint-Victor. Con questo Comune Challand-Saint-Anselme è stato unito sia nei rapporti civili che religiosi; appartenevano infatti, tutti e due, alla parrocchia di Ville-Challant. La difficoltà riscontrata nel servire un così vasto territorio indusse l'Autorità, dopo un lungo processo, a decretare la separazione delle parrocchie nel 1746. Verso il 1754 il Comune ottenne l'indipendenza; nel 1928 viene riunito a Challand-Saint-Victor con la denominazione di Villa Sant'Anselmo e, finalmente, nel 1946 gli viene restituita la giusta autonomia e denominazione.

Da vedere:

Al villaggio di Tilly si può vedere una finestra in pietra che tenta il connubio tra gotico e barocco; in una casa si nota la data del 1681 e finestre gotiche appaiono in altre case della frazione. Ad Orbeillaz, ammirevole una finestra a goccia ed una porta risalente al 1577. Anche ad Allésaz si riscontrano i finestrini a goccia su diverse case rurali. La chiesa parrocchiale posta al centro dell'antico abitato, depredata dai soldati napoleonici nel 1800, mostra un altare ligneo di scuola valsesiana.. Nella frazione Ruvère, che sorge lungo le rive dell'Evançon all'imbocco del vallone del Chasten, fino al 1929 si sfruttarono le acque per il funzionamento dei mulini comunitari per la macinazione delle granaglie e a produzione dell'olio di noci. L'attività fu sospesa a causa del prelievo di acqua a scopi idroelettrici. Un antico villaggio montano che conserva ancora parzialmente immutate le sue caratteristiche si ritrova raggiungendo la località di Arbaz, a circa 1.500 m. s.l.m., seguendo la strada comunale che si inerpica attraverso un fitto bosco. Nella zona di Arbaz si trovano inoltre le miniere d'oro di Béchaz, da tempo abbandonate. Nei pressi dei pozzi di accesso alle gallerie, si notano i resti delle costruzioni utilizzate per la lavorazione del minerale e per il ricovero dei minatori. Una doverosa visita deve essere fatta al santuario di Sant'Anna in stile gotico.
 
 
 

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