2.a.3. Cosa fai quando fai orientamento?

 

 

Testimonianza n.3.

1. Regione di svolgimento prevalente dell'attività

  • Lazio

2. Data della testimonianza

  • settembre 1999

3. In che modo svolgi le tue attività di orientamento? Con quali obiettivi e modalità? (consulenza individuale/di gruppo, durata, strumenti e metodologie utilizzati, etc.)

  • Distinguerei innanzitutto fra chi opera nella scuola e chi direttamente sul "mercato". Io faccio parte di questa seconda categoria. Spero cresca velocemente il numero di professionisti impegnati nella scuola come gli altri due testimoni che hanno scritto in questo spazio a noi dedicato, perche' se il mio lavoro e' preceduto da interventi nella scuola come quelli da loro svolti, tutto il processo viene velocizzato.
  • Rispondo con precisione alla domanda in che modo.... . Essendo la mia scrivania nell'ingresso dell'ufficio di collocamento, e non potendo agganciare io gli utenti per ferma opposizione del "collocatore", quando un utente entrava e aspettava il suo turno allo sportello, io pensavo intensamente: "Guarda qui, guarda qui, guarda qui"... e il piu' delle volte finiva con il guardare dalla mia parte. A quel punto sorridevo, salutavo, qualcuno sospettava volessi vendergli qualcosa, guardava l'orologio e scappava via, altri chiedevano di cosa si trattasse e allora cominciava l'ORIENTASERVIZI. Il collocatore mi destinava solo chi chiedeva specificatamente informazioni su un corso di formazione professionale regionale. A chi chiedeva se c'era qualche lavoro disponibile indicava la bacheca dove sono esposte le richieste da parte dei Comuni ed altri enti pubblici: unita' cimiteriali, operatori ecologici, bidelli... quei posti definiti da molti utenti come "postarelli" perche' ancora non e' diffusa l'idea che anche per questi e' necessaria professionalita', ai quali per accedere bisogna avere almeno 10 anni di iscrizione al collocamento e 6 figli a carico. Anche in questi casi pensavo intensamente: "Mandali qui, mandali qui" ma non succedeva mai. Solo se l'utente leggeva prima di entrare cio' che avevo esposto nel piccolo spazio concessomi, e si dirigeva direttamente al mio tavolo prendendo lui l'iniziativa di chiedermi qualcosa, poteva prendere il via la mia attivita' di orientamento. A quel punto avveniva che tutti gli altri utenti, incuriositi dall'ascolto di tutti i fatti privati dell'intervistato, intervenivano, e prendeva il via l'ORIENTA - FORMA (come fare un C.V., chi contattare per andare all'estero au-pair, come accedere al prestito d'onore, ecc.). Ed iniziava uno scambio di idee vivace, produttivo, di esperienze, informazioni, e sostegno psicologico del "mal com! ! une". Dopo il primo colloquio iniziava il percorso vero e proprio: inserimento dati, ci si rivedeva piu' volte, si raccoglieva documentazione utile, si perfezionava il C.V., si studiava la strategia migliore di presentazione delle proprie competenze in un annuncio, insomma ci si impegnava in un lavoro insieme fino al raggiugimento dell'obiettivo.
  • Perche' ho parlato al passato? Perche' da domani si cambia. La mia struttura di riferimento regionale mi ha spedita una email con allegate circa 1.800 offerte di lavoro da pubblicizzare e dato che nella email e' scritto che la struttura fa parte del Ministero del lavoro, di cui il collocatore e' dipendente, sia il collocatore che il Comune "dovranno" adoperarsi per darmi lo spazio necessario per pubblicizzare le offerte di lavoro, e di conseguenza saro' prevalentemente impegnata nel fare incontro.
  • Con questi appunti ho voluto dire che anche la persona piu' caparbia e missionaria non puo' cambiare un sistema clientelare con le sue sole forze. Deve essere sostenuta, anche solo da una piccola frase in una email alla quale aggrapparsi, e ringrazio chi mi sta aiutando a nome dei miei utenti. La mia organizzazione del lavoro muta al mutare degli stimoli che ricevo via Internet: decido alle 8,30 di ogni mattina.

 

4. Quali sono committenti, ambienti e destinatari delle attività di orientamento che svolgi?

  • Committente il Comune, destinatari l'universo, e moltissimi ultra quarantenni senza vita contributiva.

 

5. Che tipo di formazione hai avuto? L'attività di orientamento è svolta in via esclusiva? Nell'ambito di che tipo di rapporto di lavoro?

  • Psicologa del lavoro e dell'organizzazione, allieva di Scarlini, Spaltro, Sangiorgi, e tanti tanti altri grandi.
  • Lavoro esclusivamente per l'orientamento 20 ore settimanali pagate, molte altre per la mia "formazione permanente" senza compenso, come la maggior parte dei collaboratori coordinati e continuativi. Il Comune non prende impegni oltre l'anno. Non so dove lavorero' nel 2000.

 

6. Perché hai scelto questo lavoro? Cosa ti piace di questo lavoro?

  • Avevo presentato un progetto per l'incontro fra domanda e offerta di lavoro al Comune nel 1997, ma nessun esito. Nel 1998 hanno indetto un concorso per 8 ore settimanali. Ho iniziato cosi' ma lavorando molte altre ore non pagate con mia attrezzatura informatica perche' Internet l'ho avuto sul posto di lavoro solo a partire da maggio di questo anno. Adoro il mio lavoro, in tutti i suoi passaggi, anche il passaggio dei dati statistici, perche' da questi potranno scaturire decisioni politiche importanti per il futuro dell'orientamento in Italia.

 

7. Quali problemi e possibilità di sviluppo vedi in questa attività?

  • Uno dei problemi e' legato alla necessita' di svecchiamento nel settore dei Servizi per l'impiego. Non si puo' fare molto quando in un ufficio pubblico tre persone parlano di calcio, cucina, viaggi, e di come fare per andare in pensione il prima possibile, e tu non sai come fare per raggiungere telefonicamente tutti gli utenti che sai che hanno i requisiti per un posto di lavoro, perche' sei solo e hai pochissime ore a disposizione.Se potessi pretendere il loro aiuto la ricaduta del servizio sarebbe straordinaria.
  • Poi c'e' la necessita' di svecchiamento della classe politica. C'e' anche qualche giovane perfettamente adattato alle vecchie mentalita', che firma tutto quello che gli proponi, ma non mantiene gli impegni. Manca la visione in grande, sacrificata rispetto all'inseguimento del piccolo risultato locale ed effimero (voti in cambio di posti, per cui il successo di un servizio diventa un pericolo per gli equilibri esistenti).
  • Gli sviluppi devono necessariamente essere grandi perche' siamo appena partiti, siamo pochi rispetto alle esigenze (parlo di professionisti, non di LSU adibiti agli sportelli tanto per impegnarli in qualcosa, o di stagisti e volontari). E poi c'e' il confronto con l'Europa e il Mondo, che non aspetta.

 

8. Altro

  • Chi mi legge dia, per favore, un contributo anche al FORUM sui servizi per l'impiego che si trova sul sito www.sirio.regione.lazio.it.
  • Nei Servizi integrati e' il futuro dell'orientamento nel pubblico, ma anche il privato trarra' vantaggio da una buona organizzazione degli sportelli pubblici (vedi ad es. progetto ErgonLine).

 

 

 


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