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2.a.
Cosa fai quando fai orientamento?
Questa sezione è dedicata alla pratica
in Italia dell'attività di orientamento. Puoi leggere le esperienze degli
altri e inviare la tua
testimonianza (segui i diversi punti).
Testimonianza n.36.
1. Regione di svolgimento
prevalente dell'attività
2. Data della testimonianza
3. In che modo svolgi le tue
attività di orientamento? Con quali obiettivi e modalità? (consulenza individuale/di gruppo, durata,
strumenti e metodologie utilizzati, etc.)
- A seconda del contesto in cui opero (lavoro
in 3 contesti differenti: Centro per l'Impiego, Informagiovani,
Università), delle caratteristiche della persona con cui faccio
orientamento, della sua richiesta specifica. Il mio obiettivo principale
è quello della sperimentazione di metodi per l'orientamento: aver SCELTO
di operare in 3 contesti differenti è una delle variabili indipendenti
del mio disegno di ricerca; una delle mie ipotesi riguarda la
specificità del tipo di intervento a seconda del contesto di attuazione
(dove il contesto per certi versi include la tipologia di utente) per
cui questo tipo di variabile puo' essere cruciale.
- Sono convinta e d'accordo con le linee
espresse da AICO rispetto alla necessità di essere molto preparati anche
dal punto di vista normativo ed informativo. Tuttavia il mio lavoro si
concentra sugli aspetti psicologici dell'orientarsi per alcune ragioni:
1)perche' in tutti i casi lavoro all'interno di un sistema (più che di
una rete) fortunatamente abbastanza funzionale di operatori, per cui
posso contare sull'apporto professionale di altri rispetto al dare
informazioni e al seguire aspetti procedurali (benchè ribadisco si
lavori assieme, per cui è necessario parlare un linguaggio comune e
condividere conoscenze e saperi); 2) perchè i miei interessi scientifici
si collocano nell'area della psicologia socio-cognitiva; le competenze
che ho maturato hanno a che vedere con quest'area a mio avviso interessante
nelle applicazioni dell'orientamento: in certi casi è utile lavorare
sulle abilità decisionali, sugli stili cognitivi, sulle rappresentazioni
e gli stereotipi. Non sempre è necessario e possibile farlo, ma a volte
può portare a risultati interessanti. Non lavoro su altri tipi di
variabili psicologiche che a mio avviso richiedono una formazione di
stampo più squisitamente clinica, che ho scelto e continuo a scegliere
di non avere.
4. Quali sono committenti,
ambienti e destinatari delle attività di orientamento che svolgi?
- 1) Centro per l'Impiego della Provincia di
Livorno: destinatari target della 181
- 2) InformaGiovani di Pisa: utenza varia,
prevalentemente giovani
- 3) Scuola Superiore di Studi Universitari
Sant'Anna di Pisa: giovani degli ultimi anni delle scuole superiori.
- In "origine": ufficio
orientamento e tutorato dell'Università di Padova.
- giovani degli ultimi anni delle scuole
superiori, studenti universitari.
5. Che tipo di formazione hai
avuto? L'attività di orientamento è svolta in via esclusiva? Nell'ambito di
che tipo di rapporto di lavoro?
- Psicologia del lavoro e delle
organizzazioni (orientamento lavoro/sperimentale).
- Non in maniera esclusiva, ma in maniera
prevalente, accanto ad attività di ricerca (psicologia applicata) e selezione
del personale.
- Lavoro esclusivamente come libero
professionista.
6. Perché hai scelto questo
lavoro? Cosa ti piace di questo lavoro?
- Perchè per molti versi raccoglie i miei
interessi scientifico-applicativi, perchè mi piace fare un lavoro che ritengo
abbia un'utilità sociale, perchè è un lavoro che mette molto in gioco e
che richiede un continuo rinnovamento professionale e personale, perchè
è un lavoro molto "attuale" rispetto alle politiche economiche
e dello sviluppo. Mi piace perchè l'ho scelto e i perchè della mia
scelta sono il motivo per cui mi piace!!!!!!!!!
7. Quali problemi e possibilità
di sviluppo vedi in questa attività?
- Il gran problema è l'improvvisazione e la
strumentalizzazione: molte persone si sono messe a fare orientamento tra
mille altre cose, senza un progetto specifico e giusto perchè
attualmente c'è un gran mercato. Non nego che sia importante la
multidisciplinarità e la pluralità di interessi per un operatore di
orientamento, ma questo è ben altro dal fare di tutto un po', senza mai
pensare ad orientare se' stessi prima di avere la pretesa di orientare
altri.
- Che possibilità di sviluppo? Se continua la
"moda" dell'orientamento senza alcuna possibilità di verifica
e di regolamentazione, secondo me durerà poco il vero orientamento fatto
da professionisti. Ora ci sono le opportunità, ma se vengono sprecate
mettendo in campo chiunque (soprattutto chi non ha nemmeno l'onestà di
formarsi e di informarsi anche dopo essere stato incaricato magari per
altro rispetto all'essere realmente esperto) secondo me nel giro di non
molto la fiducia che viene riposta in questo genere di attività verrà
meno. Ma siamo ottimisti: già il fatto che tra i "troppi" ci
siano quelli che pensano di impegnarsi in un'associazione, può essere
uno spiraglio di luce!
8. Altro eventuale
- Stiamo attenti a non dare troppi spunti
interessanti ai furbi: non voglio assolutamente dire che si debba
costituire una casta, ma consideriamo che in un contesto dove chi prende
le decisioni (regioni, provincie) non necessariamente è un
"tecnico" nell'immediato può avere più successo il buon
venditore che non chi lavora in progettazione o in produzione...
Invia
la tua testimonianza (segui i diversi punti). Sarà pubblicata in forma
anonima.
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