2.a. Cosa fai quando fai orientamento?

Questa sezione è dedicata alla pratica in Italia dell'attività di orientamento. Puoi leggere le esperienze degli altri e inviare la tua testimonianza (segui i diversi punti).

 

Testimonianza n.90.

1. Regione di svolgimento prevalente dell'attività

  • Sicilia

2. Data della testimonianza

  • aprile 2002

3. In che modo svolgi le tue attività di orientamento? Con quali obiettivi e modalità?

Svolgo la mia attività presso lo Sportello Multifunzionele prevalentemente con soggetti appartenenti alle fasce deboli e, nello stesso tempo, in qualità di referente nei corsi di formazione professionale per l'assolvimento dell'obbligo scolastico, in stretto contatto con l'Istituto di scuola media superiore con cui il mio Ente opera in convenzione. A livello consulenziale, collaboro con un Istituto professionale nella realizzazione di un PON per il recupero motivazionale di studenti a rischio di dispersione delle 1°,2° e 3°classi in cui sono stati inseriti anche studenti hdc o in fase di drop out. L'azione svolta presso lo Sportello Multifunzionele verte in accoglienza, consulenza individuale, supporto alle famiglie, colloqui individuali per individuare punti forti o deboli, problem solving, ricerca attiva del lavoro, sostegno ai soggetti in difficoltà per facilitare la loro scelta, l'integrazione e l'avviamento al mondo del lavor.

4. Quali sono committenti, ambienti e destinatari delle attività di orientamento che svolgi?

Singoli utenti, scuole medie inferiori e superiori, centri sociali, associazioni di categorie, cooperative sociali, case famiglia, case protette, centri di formazione professionale, SCICA (legge 68/99), ecc.

5. Che tipo di formazione hai avuto? L'attività di orientamento è svolta in via esclusiva? Nell'ambito di che tipo di rapporto di lavoro?

Sono in possesso del diploma magistrale, ho frequentato la facoltà di lingue del Magistero di Catania non conseguendo la laurea, ho frequentato la scuola di servizio sociali, dal 1983 mi occupo di formazione professionale presso l'IRFAP di Catania, con cui ho un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Nel 1998 ho seguito un corso di riqualificazione organizzato dalla Regione Sicilia conseguendo l'attestato di "Esperta in attività di integrazione". Dallo stesso anno ho progettato e realizzato interventi di orientamento per gli allievi dei Centri EDA di alcuni Centri Territoriali e interventi di recupero minori a rischio in collaborazione con l'educandato Regina Elena di Catania nel contesto dell'attività di formazione finanziata dalla Regione Sicilia, realizzata dall'Ente da cui dipendo. Da sempre, comunque, mi occupo di soggetti in difficoltà affrontando le varie problematiche legate al disagio sociale.

6. Perché hai scelto questo lavoro? Cosa ti piace di questo lavoro?

La mia formazione umanistica e sociale nasce dalla necessità insita in me di occuparmi di quei soggetti che versano in condizioni di disagio a cui ho rivolto la mia attenzione sin da quando ero giovanissima. Ho partecipato ad associazioni di volontariato ed ho condotto battaglie anche politiche per cercare di migliorare le condizione di vita di quanti vivono ai margini, nello stesso tempo spesso mi ritrovo coinvolta in situazioni "di aiuto" scaturite da semplici rapporti. Per quanto mi riguarda mi occupo di questo settore non perchè "mi piace" ma per un fatto naturale, una mia necessità di cui non ne posso fare a mento! Orientare ed integrare soggetti "deboli", a mio avviso, deve diventare una delle azioni più significative da svolgersi all'interno dello Sportello Multifunzionale in collaborazione col pubblico e col privato al fine di contribuire a migliorare la qualità della vita di quanti vivono in condizioni di svantaggio.

7. Quali problemi e possibilità di sviluppo vedi in questa attività?

In Sicilia, a mio avviso, siamo ancora lontani dal realizzare un servizio efficiente. Ciò è dovuto a diversi fattori che possono essere così sintetizzati:

  • Mancata applicazione del DM 181 sulla riforma dei Servizi per l'Impiego;
  • Ritardi legislativi sulla riforma del sistema formativo (necessità di riforma della legge 24/76);
  • Inefficacia degli interventi politici in materia di lavoro;
  • sfiducia della gente rispetto alla trasformazione del mercato del lavoro (in Sicilia ancora si aspira al posto fisso).

Punti forti, invece che possono determinare un reale sviluppo del settore sono

  • introduzione della nuova organizzazione dei Servizi per l'Impiego in Sicilia ;
  • collaborazione fra le strutture del territorio
  • valorizzazione delle risorse professionali.

8. Altro eventuale

 

Invia la tua testimonianza (segui i diversi punti). Sarà pubblicata in forma anonima.

 

 


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