Il recente ritrovamento delle Dodici sonate a tre flauti e basso continuo di Tommaso Albinoni rappresenta un evento decisamente importante per la riscoperta di un compositore molto stimato durante il XVIII secolo che però, solo negli ultimi tempi, ha riacquistato l'interesse di musicologi e appassionati.
Le sue composizioni giunsero ovviamente anche in Germania dove lo stesso Johann Sebastian Bach ebbe modo di manifestare il proprio apprezzamento trascrivendole ed utilizzando i temi più belli per arricchire alcune sue composizioni così come aveva già fatto con alcuni brani di Vivaldi.
Le Dodici sonate a tre flauti e basso continuo, ritrovate in manoscritto da Enrico Di Felice a Wiesentheid (Germania) presso la Biblioteca del Margravio di Sch'nborn, sono un adattamento dei Balletti a due violini, violoncello e cembalo op. 3 che Albinoni pubblicò per G.Sala a Venezia nel 1701 e che in seguito vennero ripubblicate nella stessa città nel 1704 e quindi ad Amsterdam in due edizioni diverse da E.Roger e P.Mortier.
E' evidente che tale opera ebbe una diffusione ed un successo grandissimo e l'adattamento della stessa per un gruppo di tre flauti non è che la conferma dell'enorme popolarità di cui questa musica godeva in Germania. Infatti, mentre in Italia il violino era assai diffuso anche tra i dilettanti, in Germania questo ruolo era appannaggio esclusivo del flauto traverso forse anche grazie al fatto che l'Imperatore stesso, Federico di Prussia, fosse un virtuoso di questo strumento.
Dal punto di vista formale le Dodici sonate a tre flauti e basso continuo sono composizioni di piccole proporzioni in forma di suite articolate in quattro movimenti; il Grave iniziale, spesso solenne, è seguito da una Allemanda (in questo caso definita balletto), da una Corrente spesso abbastanza francesizzante e quindi da un movimento finale (Sonata!!) che spesso è una gavotta.
Il modello, come in buona parte della musica scritta a cavallo tra Sei e Settecento, è sempre quello imposto da Arcangelo Corelli, uno standard che allora garantiva il successo presso tutte le città d'Europa, ma l'estro e l'inventiva melodica di Albinoni uniti al colore sorprendente dei tre flauti ne fanno un opera di notevole interesse al di là del puro interesse storico.
L'esecuzione delle musiche, rigorosamente con gli strumenti dell'epoca, è affidata all'Ensemble L'Apothèose (tre flauti traversi, una tiorba, un violoncello ed un clavicembalo).
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