panorama di ORNARO La Storia

EPOCA PRE-ROMANA


Il territorio di Ornaro, essendo al centro dell'area storico-geografica denominata Sabina, è stato abitato sin dalle epoche piu' remote. Intorno al II millennio A.C., le piu' antiche fonti storiche, localizzano il primitivo centro di diffusione delle popolazioni italiche intorno alla pianura di Cotilia. Tale zona era abitata stabilmente da una popolazione del ceppo italico, del gruppo linguistico Umbro-Sabellico: i Sabini. Da essi prese il nome quella vasta area dell' Italia centrale che si spingeva a sud fino a Roma ed estesa a nord-est di essa, tra il Tevere e l'Aniene, fino ai bacini dl fiume Nera e Aterno. I maggiori centri politico-commerciali e religiosi del popolo Sabino erano: Reate, Cures, Trebula, Tora, Amiternum, Pallatium. Quest'ultima città Sabina, secondo alcuni storici, doveva essere situata nel territorio fra S. Giovanni Reatino ed Ornaro, nella località detta "Pallanti", a poche miglia da Rieti. Prima ancora che venisse fondata la città di Roma i Sabini, avendo bisogno di rifornirsi di sale per le persone e per gli animali, avevano tracciato una "Via del Sale" che attraversava tutto il territorio, con andamento sud-ovest/nord-est e che permetteva il rifornimento del prezioso minerale che veniva prelevato vicino alle foci del Tevere e trasportato verso l'interno.

EPOCA ROMANA

Con la conquista della Sabina da parte dei Romani, la "Via del Sale", per la sua importanza commerciale e logistica, è diventata una "Consolare" ed ha assunto il nome di Via Salaria. Essa permetteva ai romani di rifornirsi di sale dalle saline poste sull'Adriatico. La Via Salaria, uscendo dal territorio dell'Urbe dea Porta Collina, si inoltrava per la valle del Tevere fino a Passo Corese, poi piegava a nord-est, verso l'interno, attraversava tutta la media Sabina, tra cui il territorio di Ornaro, fino a giungere a Rieti. Da qui tagliava per Cotilia e Antrodoco, saliva fino alla valle del Tronto per ridiscendere fino ad Ascoli Piceno, da qui puntava verso il mare ed aveva termine nei pressi di Alba Adriatica.

Nel territorio ornarese ricade un tratto della via Salaria lungo circa tre miglia, testimoniato eloquentemente dai numerosi resti del basolato (in alcuni tratti ancora nella posizione originaria), dai cippi miliari, da muraglioni di sostruzione e, soprattutto, dal bellissimo e ben conservato "Ponte Sambuco", fatto costruire dagli imperatori della famiglia Flavia.

Durante il periodo romano è verosimile supporre, dati i siti di interesse archeologico numerosi e di non grandi dimensioni, che nel nostro territorio vi fossero insediamenti sparsi lungo il percorso della Salaria, costituiti da piu' o meno grandi "VIllae Rusticae", con vocazione agricolo/commerciale.

EPOCA MEDIOEVALE

Con la caduta dell'Impero Romano, seguita dalle invasioni dei Barbari prima e dei Saraceni poi, tutta la Sabina si spopola a causa delle guerre, delle carestie, delle epidemie e gli abitanti di disperdono abbandonando i primitivi insediamenti lungo la Salaria. Per molti anni gli unici punti di riferimento e di aggregazione, che permettessero una parvenza di vita sociale organizzata, sono stati i centri di culto intorno ai quali si sono strette le popolazioni superstiti (Abbazie Benedettine, Pievi ...): nel nostro territorio esisteva la Pieve (chiesa rurale) di "Sancti Felicis in Octavo". Durante le dominazioni dei Longobardi e dei Franchi esiste un forte potere centrale che stabilisce un nuovo assetto territoriale e che riorganizza la vita sociale ed economica: nascono le "Massae", i "Casales" .... In questo periodo nel nostro territorio non esisteva ancora un vero e proprio centro abitato, percio' la località veniva denominata facendo riferimento alla sua posizione lungo la Via Salaria. Infatti, nei documenti dell'epoca (Regesto Farfense), troviamo le denominazioni sia di "Octavum" (a otto miglia da Rieti), sia di "Quadregesimus" (a quaranta miglia da Roma).

Quando l'impero Carolingio si frantuma, non essendoci piu' un potere centrale forte, capace di governare i territori soggetti e di di far rispettare la legge, le popolazioni abbandonano di nuovo gli insediamenti sparsi per rifugiarsi in strutture accentrate, poste in luoghi rialzati, perche piu' facilmente difendibili. I signorotti locali, appartenenti alle grandi famiglie nobili (Brancaleoni. Caetani, Cesarini, Orsini ..), si spartiscono il territorio entrando spesso in conflitto e cercando quindi di fortificare gli insediamenti abitativi con torri e mura di difesa (Incastellamento). E' in questo periodo, intorno al X, XI secolo che nasce il "Castrum" (borgo fortificato) di "Arnarius", che poi diventerà Ornaro.

IL CASTELLO

Le prime notizie storiche sul nostro castello risalgono al 1254, anno in cui il "Castrum" di Ornaro risulta essere in possesso dei Brancaleoni di Romanea. Resta nelle mani di questa nobile famiglia fono al 1480, anno in cui Brigida, figlia di Giovanni Andrea Brancaleoni lo porta in dote alla famiglia Orsoni di Castel S. Angelo, sposando Troilo, figlio di Giovanni Orsini.
Da Troilo il castello passa al figlio Bertoldo e da questi al figlio Pietro Angelo che vi fa murare il proprio stemma (ben visibile sulla facciata di sud-est) e lo lascia al proprio figlio Pier Francesco detto "Vicino". La figlia di "Vicino", Violante, andando in sposa a Franciotto Orsini, del ramo di Monterotondo, porta in dote il castello a questo ramo della famiglia. Alla morte di Violante Franciotto prende gli ordini religiosi fino a diventare cardinale. A questo punto la vedova di Troilo Orsini, Girolama Santacroce, rivendica il possesso del castello e lo fa occupare dalle sue truppe ma, per ordine di Papa Leone X, cugino di Franciotto, è costretta a restituirlo agli Orsini di Monterotondo. Questi lo tengono fino al 1617, anno in cui i feudi di questa famiglia passano alla Camera Apostolica che in seguito concede il castello in "Enfiteusi" a diverse famiglie ornaresi: i Lucantoni, i Costantini, i Maoli, i Salzeri, i Lattanzio. Questi ultimi estinguono l'enfiteusi ed il castello , che prima veniva classificato tra i beni del Demanio dello Stato, diventa privato. I Lattanzio lo vendono alla sig.ra Sormani Elsa che ne è l'attuale proprietaria.


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