OROLOGI STORICI

in

SARDEGNA

 

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ALGHERO - CATTEDRALE

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Nel 1858 il consiglio comunale algherese (con il sindaco Giambattista Garibaldi in testa) mise in bilancio 800 lire per l’acquisto di un moderno orologio per il campanile della cattedrale. Con un tempismo ed un’efficienza non troppo diversi dalle amministrazioni più recenti, ci volle però più di un quarto di secolo per riuscire finalmente a piazzare il nuovo orologio in cima al campanile. Infatti, solo nel 1885, la ditta prescelta, Pietro Granaglia e C. di Torino, invia ad Alghero un suo operaio per montare finalmente l’orologio.

 

La premiata Ditta Granaglia, oriuolai specializzati, ha ottime referenze e serve molti enti pubblici e ricchi privati in tutt’Italia.

 

In Sardegna, a cavallo tra 800 e 900, numerosi paesi compreranno orologi da questa ditta per abbellire municipi, stazioni o campanili: Aidomaggiore, Meana Sardo, Iglesias (3 orologi), Nule, Sorso,… In alcuni casi queste belle macchine per misurare il tempo si trovano ancora in buono stato di conservazione, come l’orologio della torre del municipio di Villanova Monteleone, sormontata dalle campane.

 

A Sassari la Ditta Granaglia ne fornirà due, sul Municipio e sul palazzo della Prefettura in Piazza d’Italia. Quest’ultimo orologio, un gioiello delle tecniche di allora, è ancora ben funzionante dal lontano 1880, anno in cui entrò in funzione.

 

A differenza dei due orologi algheresi (come vedremo più avanti), questo gioiello tecnologico ancora oggi viene amorevolmente ricaricato e lubrificato, segnando il tempo con stupefacente precisione.

 

Il nuovo orologio viene montato nel 1885 e inizia a segnare le ore, regolato nei primi anni con la meridiana di Piazza Civica, e poi (via telegrafo) con il tempo ufficiale d’Italia del meridiano di Monte Mario.

 

Ma i suoi delicati meccanismi, posizionati all’interno della piramide sommitale della torre campanaria, non verranno protetti in alcun modo, e dopo un quarto di secolo gli ingranaggi sono così deteriorati dalla salsedine e dagli escrementi dei piccioni, che si deciderà l’acquisto di un nuovo orologio con un quadrante più grande (1,8 m).

 

Nel 1912 il consiglio comunale (sindaco Battista Sartore), delibera lo stanziamento di 2000 lire per il nuovo orologio.

 

Nel 1913, si ripete l’iter precedente.

 

Arriva ad Alghero il tecnico della Ditta Granaglia e monta l’attuale quadrante in ghisa di 1,8 m di diametro e il nuovo orologio, più moderno.

 

E’ un insieme di meccanismi in grado di muovere le sfere (lancette) e di far suonare le diverse campane durante i quarti, la mezz’ora e l’ora.

 

I grossi pesi di granito sono fissati a cavi lunghi oltre venti metri, e consentono all’orologio di essere ricaricato solo una volta a settimana.

 

Il vecchio meccanismo (quello del 1885) verrà smontato e riparato (al costo 500 lire), per poi sparire nel nulla, e nessuno è in grado, oggi, di dire dove sia finito.

 

Però anche gli ingranaggi del nuovo orologio non verranno purtroppo dotati di un armadio di protezione, anche se il Comune pagherà, negli anni, diversi manutentori per garantire un minimo di lubrificazione. Comunque sia, per mezzo secolo, questo bell’orologio da torre, segnerà il tempo della vita algherese. Il tempo del lavoro, del riposo e della preghiera domenicale.

 

Ma il tempo scorre e cambia. Nei primi anni ’60 si decide di sostituire il meccanismo meccanico con un orologio elettrico.

 

I contrappesi vanno in pensione e gli ingranaggi costruiti dalla Ditta Granaglia vengono scollegati e lasciati tristemente in loco ad arrugginire. Dopo sessant’anni sono ancora li.

 

E i contrappesi, staccati dai cavi, sono ancora oggi sul pavimento di Santa Maria, dietro al presbiterio.

    

     Roberto Barbieri

 

    11/6/2020

 

 

La macchina dell'antico orologio, della Ditta PIETRO GRANAGLIA, si trova ormai in uno stato di completo abbandono e necessita di urgente restauro.

 

Gli antichi contrappesi giacciono erratici in una cappella del presbiterio.

 

 

LO STUPENDO CAMPANILE DELLA CATTEDRALE

 

 

 

 

 

LA MACCHINA DELL'ANTICO OROLOGIO

 

 

 

 

 

 

 

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