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Quattro Paralleli Misteriosi di Vito La Colla

Gli Antipodi

di Vito La Colla

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Quattro Paralleli...Misteriosi

di Vito La Colla

(articolo pubblicato su GLOBALGEOGRAFIA - www.globalgeografia.it)
I Tropici I circoli Polari Le Zone Temperate. Le stagioni
 

 Si sente talvolta dire, in giro: "Quest'estate voglio fare un bel
viaggio ai tropici..." oppure: "Siamo stati un mese fa in Norvegia, e siamo
arrivati fino al circolo polare artico. Che bello!..."
   Va bene, buon divertimento ai nostri amici ma...cos'è un tropico? Quanti
sono, e che cosa rappresentano, in realtà?
    E' innanzitutto il caso di dire che con l'espressione "i tropici" non si
intendono esattamente i due paralleli, bensì le regioni che si trovano
su per giù a quelle latitudini, dove il mare è blu, le coste sono
paradisiache, i palmizi si spingono fino alle spiagge, la temperatura è
mite e rinfrescata da piacevoli brezze. Insomma, un posto ideale per
le vacanze, dopo lo stress dell'ufficio.
   E che succede al circolo polare artico? Spesso si sente dire che là ci
sono sei mesi di luce e sei mesi di notte. Purtroppo moltissime persone
confondono il circolo polare con il polo nord. Solo qui, in questo punto in
capo al mondo, abbiamo un semestre di notte senza fine, seguito da un
semestre di illuminazione solare continua.
      E allora è meglio fare qualche discorso più approfondito su questi
quattro paralleli. Sì, perchè sono proprio quattro, due tropici (del Cancro
e del Capricorno) e due circoli polari (antartico e artico).
   Sulla superficie della nostra vecchia Terra sono disegnati, come tutti
sanno, i paralleli e i meridiani, che formano un invisibile reticolo che ci
permette, con due numeri, di saper localizzare esattamente un
posto qualunque. Cinque paralleli sono "più importanti degli altri". Essi
sono l'equatore, i due tropici e i due circoli polari.
   Mentre, riguardo all'equatore, tutti sanno dire che è l'insieme dei punti
equidistanti dai due poli, e che divide in due emisferi uguali la
superficie terrestre, meno diffusa è la conoscenza del significato e delle
caratteristiche degli altri quattro paralleli.
   Diciamo subito che se, per ipotesi, l'asse di rotazione terrestre fosse
perpendicolare al piano dell'eclittica, al piano, cioè, su cui giace
l'orbita che la Terra percorre attorno al Sole, continueremmo ad avere i
due poli e l'equatore, ma non esisterebbero i due tropici e i due circoli
polari. Questi quattro caratteristici paralleli nascono proprio per
l'inclinazione  dell'asse attorno al quale la Terra ruota perennemente,
asse che risulta inclinato, rispetto al citato piano dell'eclittica, di 66°
33'. Le diverse collocazioni dell'emisfero illuminato dal Sole e di quello
immerso nella notte, in riferimento alla superficie del globo terrestre
nei vari periodi dell'anno - per esempio quando l'asse terrestre è
in una posizione tale che il polo nord è disposto verso il Sole e quello sud
dalla parte opposta - determinano diverse situazioni.
  Puo' quindi capitare che in un periodo dell'anno un'estesa zona attorno al
polo nord sia continuamente sottoposta ai raggi solari, durante il movimento
della Terra attorno al proprio asse. Puo' capitare che in alcune regioni
della superficie terrestre il Sole si trovi esattamente sulla verticaledell'osservatore, al momento del mezzogiorno. In altre zone ciò non puo' mai capitare. Ecco nascere i due circoli polari e i due tropici. Essi
delimitano alcune aree del globo in cui avvengono i fenomeni or ora
accennati. Queste sono: la zona torrida, racchiusa fra i due tropici; due
zone temperate, delimitate da un tropico e un circolo polare; e infine due
calotte polari, ciascuna delimitata da un circolo polare, che racchiudono la
superficie rimanente, e al centro di ognuna delle quali si trova un polo.



  


 

 

Nei due giorni dell'equinozio, quello di primavera (20 marzo) e quello
dell'autunno (23 settembre) il confine fra l'emisfero illuminato e quello
in ombra coincide con un meridiano, e passa perciò dai due poli. In tutti
gli altri giorni dell'anno questo non avviene più, e luoghi che si trovano
in prossimità dei due poli rimangono per un numero di giorni più o meno
alto immersi nella luce solare, oppure nella notte continua.
           
   I TROPICI
   Vi sono, allora, due tropici, uno detto del Cancro - a nord
dell'equatore - e uno chiamato del Capricorno - a sud dell'equatore. Si
trovano, ognuno nel proprio emisfero, alla latitudine di 23° 27'.
   La zona torrida, fascia della superficie terrestre che risulta racchiusa
fra i due tropici, è l'unica zona della Terra dalla quale si possa
osservare, ogni tanto, il fenomeno del Sole allo zenith, nell'istante del
mezzogiorno locale. Quando questo capita, all'esatto mezzogiorno
astronomico di un determinato punto, il Sole si trova nel punto più alto
della volta celeste, esattamente sulla verticale dell'osservatore (lo
zenith) - in astronomia si dice che "culmina allo zenith" - tanto
che le ombre degli edifici o dei pali scompaiono del tutto.
   Il fascio di raggi proveniente dal nostro astro cade perpendicolarmente
sul suolo e, fra l'altro, è possibile osservare l'immagine del disco solare
nel fondo dei pozzi, riflesso dall'acqua anche a decine di metri di
profondità.
Questo fenomeno, che alle nostre latitudini non puo' mai avvenire, accade
al tropico del Cancro il 21 giugno, solstizio d'estate (sotto il segno del
Cancro, che inizia proprio quel giorno), mentre si puo' osservare il 21
dicembre, solstizio d'inverno, al tropico del Capricorno.
   Esattamente lungo i due tropici, questo fenomeno si vede una sola volta
all'anno, mentre nel resto della zona torrida si osserva due volte, perchè
questo fenomeno, in realtà non molto appariscente, si "sposta" lungo i
paralleli, data dopo data. All'equatore si puo' osservare il fenomeno alla
data dei due equinozi, a marzo e a settembre, mentre negli altri punti a
date fisse, stabilite per ogni luogo geografico. Per esempio, in un
determinata città dell'Africa il fenomeno del Sole allo zenith si osserva
sempre il primo giugno e il primo novembre, in un altra città alle date
del 4 febbraio e del 4 agosto, e così via.
   Ricordo anche che all'equatore il Sole tramonta e sorge sempre alla
stessa precisa ora. Se si considera l'ora astronomica del luogo in cui ci
si trova, il sole sorge alle ore 6 e tramonta alle ore 18. Questi valori
possono cambiare anche notevolemente, è ovvio, se si usa per il calcolo
l'ora ufficiale osservata in quella Nazione, ma rimangono costanti la durata
dell'illuminazione solare e il periodo di notte, ambedue  di dodici ore
ciascuno, e per tutto l'anno.
   Per essere precisi, a causa della rifrazione dei raggi solari da parte
dell'atmosfera, il sole sorge un po' prima delle 6 e tramonta un po' dopo le
18, perchè la sua immagine la vediamo sopra l'orizzonte, proprio a causa
della deviazione prodotta dalla rifrazione, anche se effettivamente il disco
si trova sotto la linea dell'orizzonte.
  
 I CIRCOLI  POLARI
   Mentre i due tropici si trovano a 23° 27' a nord e a sud dell'equatore, i
due circoli polari si trovano alla stessa distanza angolare dai due
rispettivi poli. Facendo poi la differenza fra 90° e 23°27', otteniamo la
latitudine di questi due caratteristici paralleli: 66°33'.
   Questo, avrete notato, è lo stesso valore dell'angolo che viene formato
dall'asse terrestre e dal piano dell'eclittica.
   I due circoli racchiudono, come si è detto, le due calotte polari, al
centro delle quali si trovano i poli. Nell'area occupata dalle due calotte,
e solo entro quest'area, si puo' osservare il fenomeno del "sole di
mezzanotte". Esso consiste nel fatto che il punto geografico considerato,
che si trova nella calotta, rimane sotto i raggi del sole per ventiquattro
ore consecutive, e così per diversi giorni: il periodo varia con la
latitudine. Un giorno soltanto al circolo polare, sei mesi di seguito al
polo, e tutta una serie di valori intermedi fra questi due luoghi.
  Un osservatore nota che il sole scende sempre più verso l'orizzonte e, a
mezzanotte, raggiunge il punto ad esso più vicino, per poi risalire
lentamente, nel corso delle ore, fino a raggiungere il punto più alto al
momento del mezzogiorno. Il sole di mezzanotte si osserva, evidentemente,
guardano verso il nord, nella calotta artica, e guardando verso il sud in
quella antartica.
  Alcuni erroneamente pensano che il sole visibile a mezzanotte, subito
dopo si tuffi sotto l'orizzonte, ed inizi così una breve notte. Tutt'altro.
Il sole non tramonta mai, ed una luce debole ma continua avvolge i
panorami caratteristici delle regioni polari.
   Anche qui, come per l'equatore, gioca il fenomeno della rifrazione,
per cui i raggi solari, penetrando nella nostra atmosfera,vengono deviati,
e fanno apparire il disco solare sopra l'orizzonte anche
quando, in effetti, esso è già, geometricamente, al di sotto. Da ciò ne
consegue che il fenomeno del sole di mezzanotte si puo' osservare anche in
una sottile fascia attorno alla calotta polare, in altre parole ad una
latitudine un po' minore di 66°33'.

  LE ZONE TEMPERATE.   LE STAGIONI
   In queste due fasce, delimitate ognuna da un Circolo Polare e da un
Tropico, non possono avvenire i due fenomeni (Sole di mezzanotte e Sole
allo zenith).
   L'inclinazione dell'asse terrestre sul piano dell'eclittica
provoca anche, come tutti sanno, le stagioni e la diversa durata
dell'illuminazione solare nei vari mesi dell'anno. In estate, alle nostre
latitudini, il Sole sorge alle 4 e tramonta alle 20; d'inverno sorge alle 8
e tramonta alle 16 (circa).
   Le stagioni sono prodotte da due fatti: 1) la diversa durata di
illuminazione e di buio durante le 24 ore, a seconda del periodo dell'anno;
2) la circostanza che il Sole durante il suo cammino apparente s'innalza
sopra l'orizzonte poco d'inverno e molto d'estate. Quando è basso
sull'orizzonte i suoi raggi, poichè attraversano un molto maggiore spessore
di atmosfera, giungono sulla superficie deboli e poco calorifici, mentre
d'estate, cadendo quasi verticali, verso il mezzogiorno, attraversano
molta meno atmosfera, e sono "filtrati" molto di meno

  


  Inoltre uno stesso fascio di raggi, se cade dall'alto illumina e riscalda
una porzione di suolo più ristretta di quanto avvenga se cade sulla
superficie terrestre in direzione obliqua. In questo caso la superficie
riscaldata è molto maggiore, e perciò ogni suo punto viene riscaldato
e illuminato in minor misura


   Parlando dell'equatore, occorre aggiungere che questa linea così famosa
possiede un'altra strana caratteristica, anche se quasi del tutto
inavvertibile.
   A causa della rotazione terrestre, una persona che si trova sull'equatore
percorre circa 40.000 km in 24 ore, cioè possiede una velocità, firando
assieme alla Terra, più di qualunque altra persona che si trovi fuori
dall'equatore.
   Chi si trova più a nord, percorre, per esempio, 25.000 km in un giorno,
un altro, ancora più a nord, ne percorre 13.000. Al polo nord non ne
percorre nemmeno uno, perchè "gira su se stesso"! Da ciò ne deriva
che chi si trova all'equatore è sottoposto alla massima forza centrifuga
che si possa avere sulla Terra - perchè lungo quella linea la velocità
è massima.
   Conseguenza: all'equatore si pesa un po' di meno che stando in altri
punti della Terra. Il peso, che non è altro che la forza con cui la Terra ci
attrae verso il suo centro, è diminuito dalla forza con cui siamo spinti
verso l'esterno, a causa del movimento di rotazione - la forza centrifuga.
   Lo stesso principio per cui la Luna, finchè gira attorno alla Terra, non
cade su di essa; e così tutti i satelliti lanciati dall'uomo. Girano nelle
loro orbite così velocemente da essere sottoposti continuamente ad una
forza centrifuga che è uguale nel valore, ma opposta nella direzione,
rispetto a quella di attrazione verso la Terra.