Feste
 
 

SAN NICOLA

San Nicola è il patrono di Ortueri. Si festeggia il 6 dicembre con il rito religioso, mentre per comodità la terza domenica di maggio si festeggia con balli, musica e cori, la festa civile. Il sei dicembre fanno la processione con il santo e i cavalli. L’ottava di san Nicola si festeggia la domenica successiva con buoi e cavalli.

A san Nicola si prepara “s’angule”, un dolce la cui preparazione è laboriosa. L'intera comunità, guidata dal comitato dei quarantenni, si riunisce in s'Oberaria (luogo di lavoro) per il confezionamento di questo dolce di origini bizantine unico in tutta la Sardegna.

S'angule

La preparazione di questo dolce consta delle seguenti fasi:

La prima fase è "su frammentu":

Nei giorni che precedono il mercoledì della terza domenica di maggio, si setaccia la semola per separare la grossa da quella fine. Si pone "su frammentu" , il lievito naturale in un cestino d'asfodelo con della farina affinché fermenti. "Su frammentu" si scioglie poi nell'acqua tiepida. Si mette la semola in sa crobe e da ognuna si prende un po' di semola e si mette in "su tianu" con dell'acqua . La semola si lavora con s'abba de su frammentu e poi, rimessa nelle corbule, si ricopre di altra semola. Si copre con un panno bianco e is ammantos de tela di orbace. Il giorno dopo si procede all'impasto della semola con acqua tiepida salata, a mano o con le macchine (si cariada), per passare poi alla preparazione della base, su fundu.

La seconda fase è la preparazione de "su fundu":

La sera del mercoledì, un centinaio di persone si ritrovano per preparare su fundu. Dopo aver creato dei cannelli con la pasta si formano due scanalature con i pollici che vengono poi lavorate con un coltellino, s'anda e beni. Quindi si arrotola la pasta unendo le parti bagnandole con dell'acqua tiepida e si dà forma alla base del dolce detta su fundu, con al centro su frore 'e santu Nicola. Infine su fundu viene circondato da su criccu e viene sistemato dentro su cherrigu e coperto poi con s'ammanta de tela per la fermentazione. Prima della cottura, le basi del dolce vengono punzecchiate con la forchetta e bagnate con dell'acqua per non lievitare troppo. Questo vien fatto perché possano contenere su pistiddau (miele).

La decorazione è l’ultima fase. La decorazione viene fatta con i diavoletti.

Il mattino del giovedì is angules vengono esposti in s'operaria.

La domenica pomeriggio, dopo essere stati benedetti tutti is angules, si trasportano in processione verso la campagna dentro dei cestini, canisteddas, tenuti in mano o sulla testa. Arrivati nella campagna non lontano dall'abitato, vengono posti in cerchio e dentro di esso, a ricordarci antichi riti, si eseguono i balli sardi. Rientrati in paese, is angules sono ditribuiti ai presenti secondo una tradizione che si tramanda da secoli

 

 

L'ADDOLORATA

 

 

 

 

 

L’addolorata si festeggia il 18 settembre, In onore di Maria. Ad Ortueri si fa la processione con i due santi: Maria che incontra Gesù.

 

   

SANTA MARIA

 

 

 

Santa Maria si festeggia l’otto Settembre in una chiesa sopra una collinetta, dove prima nei tempi antichi sorgeva un tempio pagano. La festa religiosa si festeggia con la santa che viene portata dalla chiesa del patrono alla sua chiesa. In onore di questa festa viene tagliato un pioppo e dopo averlo liberato dai rami e levigato, viene messa alla sua estremità una gabbia di legno detto sa bandela con all’interno delle galline. Sopra la gabbia viene legato un pane tondo benedetto, detto su pitzudu, e dei foulards. Fino a pochi anni fa si gareggiava per salire in cima.

I testi sono di Marco Onali

 

 

   
   

SANT’ANTONIO E SONAGGIAOS

 

Fin dalla notte dei tempi a Ortueri, a Gennaio, si festeggia Sant'Antonio. Sin dai giorni prima, i ragazzi di ognirione, vanno di casa in casa per chiedere la legna necessaria a preparare il gran falò che sarà acceso la sera, affinché ogni vicinato abbia la sua "tuvera" (falò). Per vocazione a Sant'Antonio, alcune persone organizzano "is inghirios" (13 giri attorno al falò), 13 "paniscedos" (dolci tipici di uva passa, mandorle, noci, sapa).Terminati "is inghirios", improvvisamente sbucano fuori dal buio"is Sonaggiaos", tipica maschera ortuerese. Essi sono vestiti di pelli di pecora; sulle spalle portano "unu cuncodru" (mazzo) di campane e "sonaggias" (da cui deriva il nome Sonaggiaos); i pantaloni sono di velluto; indossano copri gambe "is cambales" e hanno la faccia annerita dalla fuliggine o coperta con una maschera di stoffa nera; sono guidati dal capo gruppo vestito con l'antico giubbotto del pastore "su cabbanu". Un' altro compito del capo gruppo è tenere a bada "s'Urzu" (l'Orso), vestito completamente di pelli bianche e con un solo campanaccio. Is sonaggiaos compiono 13 giri attorno al falò e dopo vanno in giro per tutto il paese. Si conclude la festa in un salone con una grande mangiata di carne di pecora bollita e arrosto, dolci e vino in abbondanza.

Testo scritto da Andrea Onali

 
   
 
 
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