Attività

Sino ad oggi le attività promosse, organizzate e/o patrocinate dall'Osservatorio Permanente per la Protezione dei Beni Culturali ed Ambientali in Area di Crisi sono state:

1. Monitoraggio del patrimonio culturale di Sarajevo (1995-1996)

2. Analisi delle problematiche del patrimonio culturale della Bosnia-Erzegovina (1996-1997)

3. Monitoraggio del patrimonio culturale dell'Albania (1997-1998)

4. Sensibilizzazione dell'opinione pubblica nei confronti della salvaguardia del patrimonio culturale della Repubblica Federale Jugoslava (1999)

5. Monitoraggio sul problema dei furti di beni culturali mobili in Italia e creazione di una banca dati sulle opere trafugate a Napoli dal 1945 ad oggi

6. Monitoraggio del patrimonio culturale del Kosovo (2000)

7. Denuncia situazione del patrimonio culturale della Palestina

8. Sensibilizzazione dell'opinione pubblica nei confronti della salvaguardia del patrimonio culturale dell'Iraq (2003).

9. Denuncia della dispersione del patrimonio culturale del Perù

1. Monitoraggio del patrimonio culturale di Sarajevo (1995-1996)

La città di Sarajevo, che fino al 1991 era considerata la "Gerusalemme dei Balcani", per la presenza sul suo territorio di chiese ortodosse e cattoliche, di sinagoghe e di moschee, e che era il simbolo di un forte equilibrio tra Serbi, Croati, Musulmani ed Ebrei -maturato nei secoli-, è stata tre le più colpite e martoriate nel corso del lungo conflitto iniziato nel 1992.

Come sempre avviene durante ed immediatamente dopo una guerra, né la popolazione locale, ovviamente intenta a ben altri problemi, né la comunità politica internazionale furono sensibili alla situazione del patrimonio culturale di questa sfortunata città.

Nel 1995, però, quando ancora il conflitto nei territori dell'ex Jugoslavia non era definitivamente concluso, il Direttore dell'Osservatorio, impegnato nella missione Implementation Force (IFOR) in Bosnia, ebbe modo di monitorare la situazione del patrimonio culturale di una città durante ed immediatamente dopo un conflitto.

I dati conseguiti da tale monitoraggio, parzialmente divulgati in un volume e in un documentario, sono oggi presenti nella Banca Dati dell'Osservatorio -contenente schede di precatalogo, foto e riprese video- a disposizione di studiosi o di enti, che possono richiedere informazioni presso gli Indirizzi dell'I.S.FO.R.M.

Sarajevo - Torre dell'Orologio e Moschea di Husrev Bey -
Sarajevo

- Moschea di Gazi Husrev Bey-

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2. Analisi delle problematiche del patrimonio culturale della Bosnia-Erzegovina (1996-1997)

Uno degli ultimi esempi, in ordine cronologico, della crisi culturale cui va incontro una nazione in guerra, si ha nelle regioni dell'ex Jugoslavia dove, a partire dal 1992, una guerra cruenta ed incessante ha mietuto migliaia di vittime facendo iniziare un lento, graduale, ma irrefrenabile processo di degrado e distruzione dei monumenti.

Nel corso della missione di pace Stabilization Force (SFOR) in Bosnia-Erzegovina, il Direttore dell'Osservatorio Permanente per la Protezione dei Beni Culturali ed Ambientali in Area di Crisi, ha avuto modo di monitorare la situazione e le problematiche del patrimonio culturale della Bosnia-Erzegovina al termine del lunghissimo conflitto.

I dati conseguiti da tale monitoraggio sono oggi presenti nella Banca Dati dell'Osservatorio -contenente schede di precatalogo, foto e riprese video- a disposizione di studiosi o di enti, che possono richiedere informazioni presso gli Indirizzi dell'I.S.FO.R.M.
Mostar -Moschea di Pasha-
Sarajevo -Museo di Stato della Bosnia_Erzegovnia -

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3. Monitoraggio del patrimonio culturale dell'Albania (1997-1998)

Nel 1996-1997 un nuovo conflitto civile sconvolse l'Albania, terra ricca di contraddizioni in cui alla ricchezza culturale, ambientale e paesaggistica non corrisponde un adeguato sviluppo sociale ed economico.

Durante la missione di pace ALBA, il Direttore dell'Osservatorio Permanente per la Protezione dei Beni Culturali ed Ambientali in Area di Crisi ha avuto modo di monitorare la situazione e le problematiche del patrimonio culturale albanese, infiltrandosi anche nel mercato clandestino.

I dati conseguiti da tale monitoraggio sono oggi presenti nella Banca Dati dell'Osservatorio -contenente schede di precatalogo, foto e riprese video- a disposizione di studiosi o di enti, che possono richiedere informazioni presso gli Indirizzi dell'I.S.FO.R.M.

Korce, -vendita illegale di reperti archeologici-
Voskopoja, - Chiesa di S. Michele- (particolare)

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4. Sensibilizzazione dell'opinione pubblica nei confronti della salvaguardia del patrimonio culturale della Repubblica Federale Jugoslava (1999).

Nel corso del 1999 un nuova e violenta crisi ha sconvolto la penisola balcanica e, più in generale, i territori della Repubblica Federale Jugoslava.

Benché gli organi di stampa internazionale abbiano ampiamente divulgato notizie circa le innumerevoli stragi e violazioni al diritto umanitario e circa i disastrosi bombardamenti della NATO, non è stata data quasi alcuna notizia circa la situazione del patrimonio culturale dell'intera Repubblica Federale Jugoslava.

Tale disinteresse è stato dimostrato anche dalla comunità politica internazionale, che non ha previsto alcun intervento a favore della tutela dei beni culturali mobili ed immobili di tale nazione.

L'Osservatorio Permanente per la Protezione dei Beni Culturali ed Ambientali in Area di Crisi dell'I.S.FO.R.M., nella persona del suo Direttore, ha quindi redatto una serie di articoli e di pubblicazioni ed ha partecipato ad alcuni convegni, manifestazioni e seminari finalizzati a:

· Denunciare tutte le inadempienze alla Convenzione de L'Aja del 1954 e ad altre Convenzioni internazionali, da parte della Serbia e della NATO.

· Far conoscere la situazione ed i rischi del patrimonio culturale immobile della Repubblica Federale Jugoslava.

· Far conoscere la situazione ed i rischi del patrimonio culturale mobile della Repubblica Federale Jugoslava.

Serbia, Kraljevo - Monastero di Ljubostinja -
Vovodina, - Monastero Novo Hopovo-(interno)-
Serbia, Kraljevo -Ponte di Trstenik-
Kosovo, Pec -Monastero del Patriarcato-

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5. Monitoraggio sul problema dei furti di beni culturali mobili in Italia e creazione di una banca dati sulle opere trafugate a Napoli dal 1945 ad oggi.

Il fenomeno dei furti d'arte si è notevolmente sviluppato a partire dagli anni '70 ed il numero di beni culturali mobili rubati da chiese, musei, siti archeologici o da collezioni pubbliche e private è cresciuto in maniera esponenziale dal dopoguerra ad oggi.

Il Direttore dell'Osservatorio Permanente per la Protezione dei Beni Culturali ed Ambientali in Area di Crisi, col patrocinio dell'I.S.FO.R.M. ed in collaborazione col Comando Tutela Patrimonio Artistico dei Carabinieri e con l'Ufficio Furti della Soprintendenza ai Beni Storico-Artistici di Napoli, ha analizzato tutte le problematiche inerenti il fenomeno dei furti d'arte in Italia.

Ha inoltre creato una Banca Dati contenente tutte le notizie relative i beni culturali mobili trafugati, da edifici religiosi e da enti pubblici e privati di Napoli, dal 1945 in poi.

Napoli, -Chiesa della Trinità delle Monache- "Immacolata e Santi" sec.XVIII (rubata)
Napoli, -San Giovanni Battista delle Monache- (altare dopo il furto)

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6. Monitoraggio del patrimonio culturale del Kosovo (1999-2000)

Nel 2000, in collaborazione con il Ministero per gli Affari Esteri e con la Facoltà di Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo dell'Università L'Orientale di Napoli, è stato condotto il monitoraggio del patrimonio culturale del Kosovo.

Nel corso di tale monitoraggio, oltre all'analisi dei danni al patrimonio culturale immobile e alla denuncia delle disattenzioni alla Convenzione de L'Aja del 1954, sono stati denunciati numerosi furti d'arte.

I risultati della ricerca sono editi nel volume e nel video-reportage di Fabio Maniscalco, Kosovo e Metohija 1999-2000. Rapporto preliminare sulla situazione dei beni culturali, Napoli 2000.

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7. Denuncia situazione del patrimonio culturale della Palestina (2002-2003)

Tra il 2002 ed il 2003 l'Osservatorio ha denunciato attraverso diversi organi di stampa e nel secondo volume della collana monografica "Mediterraneum. Tutela e valorizzazione dei beni culturali ed ambientali", il danneggiamento e la dissoluzione del patrimonio culturale della Palestina. 

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8. Sensibilizzazione dell'opinione pubblica nei confronti della salvaguardia del patrimonio culturale dell'Iraq (2003).

Nel corso del 2003, a seguito dell'intervento degli Usa e della Gran Bretagna in Iraq, l'Osservatorio, nella persona del Direttore, ha organizzato alcuni Seminari ed ha partecipato ad alcuni convegni e dibattiti finalizzati a:

· Denunciare tutte le inadempienze alla Convenzione de L'Aja del 1954 e ad altre Convenzioni internazionali, da parte degli USA e della Gran Bretagna.

· Far conoscere la situazione ed i rischi del patrimonio culturale immobile dell'Iraq.

· Far conoscere la situazione ed i rischi del patrimonio culturale mobile dell'Iraq.

Inoltre, in collaborazione con la Facoltà di Studi Arabo-Islamici e del Mediterraneo dell'Università L'Orientale di Napoli, si è fatto promotore di un futuro progetto di monitoraggio del patrimonio culturale dell'Iraq.

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9. Denuncia della dispersione del patrimonio culturale del Perù

A partire dal 2002 l'Osservatorio, in collaborazione con diversi studiosi peruviani, si è fatto promotore di una serie di denunce relative all'illecita esportazione del patrimonio archeologico e storico-artistico del Perù.

9. Denuncia della dispersione del patrimonio culturale del Perù

A partire dal 2002 l'Osservatorio, in collaborazione con diversi studiosi peruviani, si è fatto promotore di una serie di denunce relative all'illecita esportazione del patrimonio archeologico e storico-artistico del Perù.

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