Ottiolu.net - La Storia della Baronia di Posada (1431-1869)

      La Storia della Baronia di Posada
 

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 Storia della Baronia di Posada > La nascita della Baronia > 1

 

Il 25 giugno 1431 Nicolo' Carroz d´Arborea y Mur, un discendente della Casa di Arborea che gia' era signore di Mandas e Terranova, ricevette l'investitura dalle mani del Re Alfonso V d'Aragona e divenne Barone di Posada, Castellano, signore di Torpe', Lode' e Siniscola. Piu' precisamente fu: Maggiordomo della Regina Juana d'Aragona, IV Signore di Mandas, II Barone di Terranova e Signore delle Incontrade, I Signore della baronia di Posada e Signore del Castello della Fava. 

Nacque cosi' la Baronia di Posada

 

Il buon Nicolo', in liberum et francum allodium, sottoscrisse in realta' un vero e proprio contratto di acquisto, in sostanza una sorta di cessione di una grande azienda colonica, con connessi alcuni diritti giuridici e giurisdizionali; di questo documento può essere interessante leggere una clausola:

  "... Il Barone ha il potere di tenere ed erigere nella Baronia: forche e mezze forche, pertiche, coltelli e le altre insegne del su annotato imperio e della su annotata giurisdizione, col diritto di giustiziare, appiccare gli uomini e espegnerli, o di rilasciarli o deportarli in esilio, o di mutilarli dei piedi, delle narici o delle altre membra, di fustigarli, flagellarli, penderli, carcerarli, interrogarli, torturarli, condannarli, assolverli, di citarli assente e di bandeggiarli, di sequestrare e confiscare i beni loro..."  

Giovanna d'Arco alle porte di Parigi 

La crudezza delle clausole ci aiuta forse a comprendere in modo piu' franco in cosa consistesse nella pratica il feudalesimo: nella proprieta' delle cose (principalmente le terre e quanto potesse produrre valori economici) e, di fatto, delle persone. Ed alla proprieta' si connetteva l'abritrio sulle cose (e persone) possedute.
Ripensando al diritto della Roma Imperiale, non si puo' non notare come questo fosse ben piu' libertario, concedendo agli schiavi modi e formule di affrancamento che qui non si intravedono: i soli nobili ed il clero potevano schivare, almeno nei principi, la falce del potente.
Erano altri tempi, certo: del resto solo un mese prima a Rouen, in Francia, Giovanna D'Arco veniva arsa viva per stregoneria.

 

La famiglia dei neo-baroni Carroz era in realta' divenuta importante un secolo prima, al tempo della conquista della Gallura e di Cagliari da parte delle forze dell'infante Alfonso e di Ugone II di Arborea. Il re catalano aveva infatti remunerato con importanti feudi coloro che avevano sostenuto la bellica intrapresa, secondo un uso definito "more italico".

 

Una delle condizioni per il mantenimento del privilegio di feudo era pero' la permanente residenza in Sardegna, e molte famiglie elusero questo scomodo obbligo conferendo procure (i procuratori ebbero infatti a svolgere un gran ruolo nelle vicende secondarie della storia sarda).
I Carroz invece erano rimasti, e cio' dev'essere stato motivo di grato apprezzamento regale, al punto che nel 1490 il re li riconobbe eredi del casato d'Arborea ed assegno' loro il possesso delle Curatorie di Dore, Bitti e Nuoro.

 

Il Carroz divenne dunque Barone di Posada per Grazia di Dio e per Volonta' (non sapremmo di che natura) dei Posadini, e sotto il regno di Ferdinando II il Cattolico sarebbe successivamente divenuto vicere' di Sardegna, dal 1460 al 1479, conferendo maggior lustro alla Baronia, ma maggiore instabilita' al reame. Carroz era infatti in coinvolto in una lotta feudale che lo vide a fianco del Conte di Quirra contro il marchese di Oristano, Leonardo Alagon.

 

Per quello che riguarda i beni "veri e propri", il Carroz aveva acquistato la Baronia in perpetuo, con tutti i vassalli e con tutti gli "uomini e donne, cristiani e giudei e saraceni, nei detti Castello, e ville e confini loro, territori e pertinenze, coloro che vi abitano e vi abiteranno..."

 

Nel 1477, comunque, a Posada si registro' il primo sequestro di persona a scopo di estorsione di cui si abbia notizia nella storia della Sardegna.

 

Posada era ora un feudo aragonese.


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