Nel 1737 il
primo vicere' sabaudo venne in visita in Sardegna, ben 17
anni dopo la sua acquisizione.
Era iniziata la "ricognizione" dell'isola che dava nome al
Regno. Diversi "analisti", probabilmente scelti fra i pigri ed
i puniti, cominciarono a rendere a Torino le prime sommarie informazioni
sulla consistenza dei possedimenti, non sempre andando a reperire sul
posto gli elementi d'indagine.
Una relazione del 1746,
dell'intendente savoiardo De Viry, descrisse la Baronia di Posada come ancora infeudata a don
Felice Masones, gia' ormai del tutto madrileno,
e formata da "quattro miserabili villaggi";
Posada aveva, secondo questo scritto, un "pessimo
porto".
Nella relazione troviamo pero' notizia dell'avvenuto
ripopolamento di Torpe'.
Delle poche notizie che si hanno sulla
Baronia del Settecento, si sa che nel 1752
Anna Maria Masones de Lima y Sotomayor ando' in sposa a
Felice Nin Zatrillas, primo conte di
Castillo e Grande di Spagna; alla morte di Anna Maria, il figlio don
Ignazio divenne Conte di Posada e duca
di Sotomayor.
Le definizioni nobiliari oscillavano, come si vede, con
costante spirito di innovazione; naturalmente cio' si
deve anche all'autonomia familiare nella creazione di
titoli e giurisdizioni accessorie.
Nel 1760 la nota relazione
dell'Intendente generale Bogino (o
Bongino), appena da un anno insediato al Ministero per
gli Affari della Sardegna, indicava le spiagge di Posada e
Siniscola come luoghi infestati da un invincibile
contrabbando marinaro. Il problema deve avere avuto una
rilevanza non secondaria se molto lavoro di burocrazia
venne compiuto per contrastare il fenomeno.
Ce ne restano infatti diverse relazioni e molti rapporti militari che spesso
alludevano (soprattutto a leggerli con malizia odierna) ad una diffusa
connivenza popolare e ad un'altrettanto festosa
corruttela.
Dieci anni piu' tardi la visita al feudo posadino del vicere' Vittorio
Lodovico d'Hallot Des Hayes venne annullata all'ultimo
momento per ragioni ignote, quando la delegazione era gia'
giunta sino a Dorgali. Alcuni parlarono del timore di
inoltrarsi in una zona non sufficientemente sicura, altri
pensarono ad un piu' pratico interesse a non affrontare
un problema di gestione politica e sociale che una volta
in loco non avrebbe potuto essere scansato facilmente.
Per tornare ai fatti, da questi mari infidi
ed ormai fuori del controllo governativo, fra il 1762
e il 1765 piu' volte si ebbero sanguinosi assalti
pirateschi. Per la maggior parte respinti, provocarono
comunque molte perdite e ingenti danni.
Venne dunque un periodo di calma relativa. Poi, nel 1788
approdarono al porto de La Caletta alcune imbarcazioni di
corallari, che furono sospettate di potenziale contagio
di malattie epidemiche (peste?) e poste in quarantena.
Il provvedimento pero' non era stato tempestivo e qualche
contatto con la popolazione poteva aver avuto luogo.
L'intera
Baronia fu percio' posta sotto isolamento, cosa che
certamente consentiva anche di rendere piu' difficoltoso
il traffico dei contrabbandieri, e sebbene sia stato un
secolo davvero intenso per l'Isola, questa e' fra le
ultime notizie di cronaca che riguardano la Baronia del
Settecento.
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