dal "manifesto del 9 marzo 2000

KOSOVO/ITALIA ROBERTSON (NATO): "31.000 ORDIGNI ALL'URANIO IMPOVERITO SU SERBIA E KOSOVO"

Bersaglieri all'uranio

L'Alleanza atlantica precisa: "La zona più colpita è la strada Pec-Djakovica-Prizren", l'area del contingente italiano. I dati sarebbero stati consegnati il 7 febbraio a Kofi Annan

- ANGELO MASTRANDREA ROBERTO ZANINI - ROMA

 

U n sistema migliore di smaltimento dell'uranio gli americani difficilmente potevano trovarlo. Le cifre contenute nella lettera inviata dal segretario generale della Nato George Robertson al segretario generale dell'Onu Kofi Annan vanno oltre ogni previsione. Gli aerei A-10 statunitensi in cento missioni in Jugoslavia avrebbero sparato, infatti, ben 31mila proiettili all'uranio impoverito. A darne notizia in Italia è stato ieri il sottosegretario alla Difesa, Paolo Guerrini (Comunisti italiani), scegliendo come mezzo la risposta a un'interrogazione parlamentare di Giovanni Russo Spena (Prc) sull'utilizzo delle mine antiuomo. Dalle mine Guerrini è passato all'uranio impoverito, rivelando il contenuto della lettera di Robertson, inviata a Kofi Annan il 7 febbraio scorso.

In realtà, ad accusare per primo la reticenza della Nato a consentire ispezioni e a fornire la mappa delle zone bombardate e la quantità di proiettili sparati, era stato il rapporto dell'Unep, l'agenzia delle Nazioni unite che ha presentato, qualche mese fa, un rapporto sulla situazione ambientale in Jugoslavia. Uno studio di una Ong italiana, il Landau network-Centro Volta di Como, era invece giunto alla conclusione che ogni missile Tomahawk all'uranio impoverito potrebbe causare 1620 tumori di tipo linfatico o polmonare nella popolazione locale. Ebbene, le cifre fornite da Robertson prospettano uno scenario inquietante, che spazza via anche gli ultimi inganni della "guerra umanitaria".

La zona più colpita sarebbe quella che confina con l'Albania e, in particolare, la superstrada Pec-Djakovica-Prizren. Esattamente la zona controllata dai soldati italiani, elogiati proprio ieri nella Commissione esteri della Camera dal ministro degli Esteri Lamberto Dini (secondo il quale in Kosovo non c'è nessun problema). E lo stesso Guerrini ha percorso quella superstrada al termine dei bombardamenti, durante la prima missione del governo nel Kosovo postbellico. "Il governo italiano - dice il sottosegretario - deve prendere atto di questa informazione e assumere l'iniziativa ai più alti livelli".

Mentre il sottosegretario all'Ambiente Valerio Calzolaio (Ds) ha reso noto che il ministero dell'Ambiente ha stanziato quattro miliardi della ricostruzione nei Balcani per intervenire sulle contaminazioni ambientali in Kosovo. Il problema è che "questo intervento deve avvenire con il consenso delle autorità militari e nell'ambito di una missione internazionale". Inoltre, sempre secondo Calzolaio, "la contaminazione interessa un raggio di decine di metri intorno al proiettile", e quindi "bisogna avere indicazioni più precise. La conferma della Nato rende tutto più urgente". Mentre Russo Spena attacca il governo: "è ancora orgoglioso D'Alema di aver partecipato alla guerra della Nato?".