Da RaiNews24 del 19 dicembre 2000

Washington, 19 Dicembre
Gli Stati Uniti riconoscono l'uso in Kosovo di proiettili all'uranio impoverito: lo ha oggi detto una fonte del Pentagono, rispondendo a una domanda dall'Ansa. Ma gli Usa rinviano alla Nato per ogni commento sul ricorso a tali armi e sul loro impatto: "Le operazioni nel Kosovo vennero gestite dall'Alleanza atlantica e si svolsero sotto comando Nato", dicono le fonti.
L'eco delle polemiche in Italia non è ancora giunto negli Stati Uniti, dove non sono stati finora denunciati casi analoghi a quello dei militari italiani morti di cancro o di leucemia dopo avere prestato servizio nei Balcani.

Prc: screening per soldati italiani
Uno screening per controllare le condizioni di salute di tutti i militari italiani impiegati in Bosnia e Kosovo. Ma anche la messa al bando dei proiettili all'uranio da parte di tutta la Nato. E' quanto chiedono - in un'interrogazione al ministro della Difesa - i parlamentari di Prc, Celeste Nardini, Ramon Mantovani e Maria Lenti. "Il ministero della Difesa - si legge nell'interrogazione - ha sempre minimizzato i rischi di contaminazione da uranio impoverito, da prima smentendo che esso fosse stato utilizzato dalle forze armate degli Stati Uniti, dopo assicurando che i nostri militari in Bosnia e Kosovo non correvano alcun rischio". Per questo, i parlamentari di Rifondazione comunista chiedono di sapere "quali disposizioni sono state assunte per evitare il ripetersi di nuovi casi di militari ammalati di leucemia e, in particolare, se si è chiesto agli Stati Uniti la mappa delle zone in cui l'aviazione americana ha fatto uso di armi con uranio impoverito".

Richiesta Migone-De Zulueta
Mettere al bando le armi che utilizzano l' uranio impoverito e imporre, come obiettivo intermedio, il divieto di utilizzo di questa sostanza radioattiva se non autorizzato dalla Nato. E' questa la richiesta avanzata dal sen. Giangiacomo Migone - presidente della commissione Affari Esteri di Palazzo Madama - e da Tana De Zulueta. In una nota i due parlamentari diessini chiedono anche che vengano adottate al più presto misure di monitoraggio sanitario dei territori del Kosovo e della Serbia, bombardati con proiettili all'uranio impoverito. Per questo obiettivo Migone e De Zulueta propongono una "collaborazione attiva tra le varie strutture nazionali e internazionali".