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SOUTH AFRICA, 10 LUG 2000 (1:4)
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DURBAN: CONFERENZA AIDS, MBEKI "IL PEGGIOR VIRUS È LA POVERTÀ"
(STANDARD, GENERAL)
L'Africa ha un nemico da vincere a tutti
i costi, ma non ha i soldi per farlo: è l'Aids, il flagello che nel continente ha già
ucciso 13 milioni di persone e che continua a mietere vittime. Le cifre sono da horror:
nei prossimi dieci anni 40 milioni di bambini africani resteranno orfani. Dei 34 milioni
di sieropositivi nel mondo, 24,5 sono africani, condannati ad un'esistenza infelice,
perché non hanno i soldi per le cure, perché non c'è posto negli ospedali. Il 14 per
cento della popolazione del Malawi è contagiata e i morti sono già stati 365mila. Si
calcola che, in questo piccolo Paese dell'Africa australe, nei prossimi anni, circa
300mila bambini possano restare orfani a causa del male. In Botswana e Zimbabwe un adulto
su quattro è stato già contagiato dalla malattia. Questa è l'orribile realtà con la
quale dovranno fare i conti i circa 10mila, fra delegati ed esperti, provenienti da tutto
il mondo per la 'sei giorni' di studio nella quale si articolerà la XIII edizione della
Conferenza Internazionale sull'Aids. I lavori sono stati inaugurati ieri all'International
Convention Centre di Durban (KwaZulu Natal, Sudafrica) dal presidente Tabo Mbeki il quale
ha confermato l'impegno del suo governo nel combattere la peste del 2000. Pur riconoscendo
l'effetto "devastante" che la malattia sta avendo in molti Paesi in via di
sviluppo, Mbeki ha invitato la platea a "non dare la colpa di tutto a un solo virus,
ma a combattere una guerra su tutti i fronti". "È la povertà - ha detto - il
più grande assassino del mondo e la maggiore causa di malattia e di sofferenza".
A Durban cè anche il popolo del Tac
(Treatment action campaign), cartello di 230 movimenti di 33 Paesi. Si tratta di un
movimento che ha capito le ripercussioni sociali di questa orribile malattia. E
tutta gente pronta a lottare contro il prezzo alto delle cure anti-Aids, contro le
multinazionali farmaceutiche che fanno pagare i loro brevetti. La situazione è ancora
più
drammatica se si pensa che la quasi totalità dei sieropositivi in Africa non conosce la
propria condizione. Daltro canto ci sono parti del continente dove è impossibile
monitorare il fenomeno virale a causa dei conflitti interni: nellex Zaire o in Sud
Sudan, ad esempio, non ci sono medici, né dispensari farmaceutici. L'Aids in questi anni
si è diffuso a macchia d'olio nelle grandi città africane, soprattutto per l'influsso di
alcune particolari categorie a rischio ad altissima mobilità e ad alta promiscuità
sessuale: soldati, camionisti e prostitute. Nei centri urbani - dove la concentrazione di
queste categorie sociali è alta - l'infezione è endemica, mentre nelle zone rurali è
meno diffusa e, comunque, non aumenta come in
città. Per il momento, forse l'unico segnale positivo viene dalla Banca mondiale (Bm) che
ha destinato un fondo di 500 milioni di dollari per aiutare i Paesi africani a combattere
l'Aids. Lannuncio è stato dato sabato a Washington. Il fondo della Bm sarà
accessibile a tutti i governi che intendono istituire un programma nazionale per
combattere il flagello. Secondo uno studio della Banca Mondiale i 21 paesi del pianeta con
la più alta incidenza di Aids sono in Africa. (CO)