Bhopal e Porto Marghera:
elaborazione di Curzio
Bettio di Soccorso Popolare di Padova
Metil-isocianato è la sostanza che si sprigiona dalle
ciminiere di Bhopal e che causa 20mila morti e 500mila invalidi.
Toluene-isocianato è la sostanza contenuta nella nube sospesa
sopra Mestre e Marghera il 28 novembre di quest'anno.
Ma le
coincidenze sono anche altre.
E' la Union
Carbide, ora Dow Chemical, a causare la strage di Bhopal.
E' la Dow
Chemical la proprietaria dell'impianto esploso a Marghera, dopo averlo
acquisito dall'Enichem nel 2001.
Le vittime di
Bhopal non sono ancora state risarcite dalla Dow Chemical, la quale rifiuta a
tutt'oggi di bonificare la zona inquinata, e di disporre tutele alla
popolazione malata.
Una piccola
storia di una multinazionale per la quale è stato privatizzato "un
pezzettino" di Porto Marghera .
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Bhopal a Bhopal
Bhopal, India,
3 dicembre 1984. Dalle ciminiere della Union
Carbide si sprigiona una nube di fumo impalpabile e dall'odore acre. Gli
abitanti della baraccopoli sono abituati a frequenti fughe di gas tossici,
(l'impianto di allarme è stato disattivato perché suonava in continuazione), ma
questa volta la concentrazione tossica nell'aria è maggiore. Migliaia di volte
maggiore. 20.000 vittime, mezzo milione di invalidi.
Il
responsabile dell'impianto, Warren Anderson, presidente della Union Carbide si renderà latitante...
Diciotto anni dopo la strage, la Union Carbide non ha ancora iniziato la
bonifica del territorio (2), e ha anzi mandato la polizia contro gli ecologisti
che avevano provocatoriamente iniziato in proprio la bonifica della fabbrica.
Il governo
indiano quest'anno ha chiesto una variazione del capo di imputazione per
Anderson, da "Omicidio" a
"Negligenza" (1).
La Union
Carbide, come risarcimento, ha offerto 470 milioni di dollari al governo
indiano, 800 dollari per ogni
invalido permanente, 3.300 dollari
per ogni morte causata dal disastro(2.5)...
Il 4 agosto
1999 la Dow Chemical Company
annuncia la scalata alla Union Carbide, delineando con questa acquisizione il
secondo polo chimico del mondo. La Dow Chemical company è nota in tutto il
mondo per aver inventato "l'agente
orange"(3), un'arma chimica basata sulla diossina, usata ufficialmente
in funzione di defoliante per le operazioni militari in Vietnam dal 1962 al
1971, arma che ha dimostrato il suo effetto geneticamente devastante (a
tutt'oggi decine di migliaia di bambini vietnamiti nascono malformati) .
La Dow
Chemical è anche una tra le aziende protagoniste dell'occultamento delle
risultanze sperimentali della cancerogenicità del cloruro di vinile monomero
(la sostanza responsabile delle morti a Porto Marghera).
Questo viene
evidenziato da uno studio della rivista "Zadig, epidemologia e
prevenzione", che cita testualmente documenti interni alla società.
"La Dow si considerava anche «moralmente
impegnata ad accertarsi che le informazioni fornite dalle aziende europee
rimanessero all’interno della società, fino a quando non fosse stata
data un’autorizzazione formale a diffonderle». Per ottenere questo risultato la
società aveva ordinato che nessuno discutesse le ricerche europee, «nemmeno
all’interno della società», a meno che a farlo non fossero persone che «avevano
bisogno di sapere». E anche in questo caso, tale discussione avrebbe dovuto ottenere
un’autorizzazione"(3.5)
Nel 2001 la
fusione tra i due imperi economici della chimica è completa, ma la Dow Chemical
-prevedibilmente- rifiuta di riconoscere alle vittime di Bhopal i danni
prodotti dalla assorbita Union Carbide(4).
Il 9 febbraio
2001 Enichem (controllata di Eni)
vende la sua divisione Poliuretani alla Dow Chemical: è scoccata l'ora
dell'ingresso di Dow Chemical al petrolchimico di Porto Marghera (5); un simile
ingresso con cessione sarà invece impedito a Ravenna da mobilitazioni popolari
nel corso del 2001, a causa del tipo di produzione proposto dalla Dow Chemical
in quel sito; si trattava dell'impianto per la produzione di glifosato, usato
come diserbante nelle coltivazioni di prodotti geneticamente modificati,
resistenti perciò all'azione del glifosato (6).
Bhopal e Marghera
Il nostro
percorso è quasi concluso.
Riassumiamo:
nel 1984 la Union Carbide con nubi di metil-isocianato
(2.5) inonda la baraccopoli di Bhopal, il suo massimo dirigente si dà alla
macchia, qualche anno dopo la Dow Chemical la assorbe, la stessa multinazionale
nega i risarcimenti agli indiani, e acquisisce nello stesso periodo
successivamente una fabbrica di Marghera.
E qui la
storia si chiude con "l'incidente"
del 28 novembre 2002, quando una nube di toluene-isocianato
(7) si diffonde nell'aria di Marghera ed appesta i polmoni dei suoi abitanti. 4
feriti fra i lavoratori nell'impianto.
Bhopal a Venezia
Ma la storia
ha anche un suo tragico paradosso. Alla Fondazione Querini Stampalia si è
appena conclusa la mostra fotografica Bhopal
a Venezia, organizzata nella città lagunare da Greenpeace, con l'obiettivo
dichiarato di portare l'attenzione in città sulla pericolosità degli impianti
chimici, soprattutto quelli in via di dismissione.
Inutile dire
che nel 90% degli articoli che riguardano l'esplosione del 28 novembre non
troverete nessun riferimento alla storia della Dow Chemical e della Union
Carbide a Bhopal. A volte un semplice cambio d'abito aiuta...
PS: la
Dow Plastic, settore plastico della Dow Chemical, ha ricevuto riconoscimenti
internazionali per il suo aiuto al piano VNAH (Assistenza agli handicappati
vietnamiti). Qualcuno si era probabilmente dimenticato che quegli handicaps
erano stati provocati da alcune delle invenzioni belliche della stessa multinazionale,
che ora andava fiera di tanto generoso aiuto…vampirizzazioni..! (http://www.modplas.com/humanitarian_1102
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(2.5) http://www.panna.org
(3) http://www.corpwatchindia.org/issues/PRT.jsp?articleid=64
(3.5) http://www.zadig.it/
(4) http://www.corpwatchindia.org/action/PRTA.jsp?articleid=1143
(5) http://www.eni.it/italiano/notizie/comunicati/comunicati01/cs_09_02.html
(6) http://contropiani2000.org/bsf/cs/kontroverso_glisolfato.htmù
(7) http://www.repubblica.it/online/cronaca/marghera/marghera/marghera.html
(8) http://www.greenpeace.it/bhopal/