Editoriale
23 dicembre 2000

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La bomba

    La bomba esplosa sulla porta del "manifesto" non era certamente "dimostrativa". Chiunque si fosse trovato a passare da quelle parti sarebbe stato ucciso o, nella migliore delle ipotesi, ridotto nelle condizioni in cui si trova adesso Andrea Insabato, forse un fanatico affetto da gravi disturbi della personalità. Forse. Nessuno può nutrire la pretesa di sostituirsi a coloro che hanno il compito istituzionale di svolgere le indagini. Ma non si può non osservare come quest'ultimo attentato e quelli, recenti, rivendicati da un sedicente gruppo anarchico tendano verso il medesimo risultato, la definitiva distruzione di quella dialettica democratica che già sembra languire per altri motivi. Risorgono inquietanti fantasmi: Valpreda e la "pista anarchica", i "servizi deviati" e il depistaggio delle indagini...

    Nel formulare ipotesi occorre essere tuttavia molto cauti, se non si vuole alimentare il generale marasma che potrebbe spianare la via a una svolta autoritaria. Meglio ancora sarebbe astenersi dal formularne, in attesa di disporre di elementi concreti. Per il momento sappiamo solo che qualcuno a voluto colpire una voce libera e di sinistra. Ma il clima nel quale questi crimini sono stati perpetrati è sotto gli occhi di tutti: la diffusa sfiducia nella politica, e per conseguenza nella democrazia, generata dall'assoluto predominio della "ragione economica", cioè delle asserite esigenze di un sistema economico storicamente determinato le cui contraddizioni si inaspriscono in parallelo con il suo trionfo; l'incapacità di fare chiarezza sulle trame che hanno insanguinato l'Italia; la postuma riabilitazione dei "ragazzi di Salò" e la nuova dignità che viene ormai riconosciuta, anche nel rifiuto, all'ideologia fascista; il disprezzo seminato a piene mani contro chi non condivide, o semplicemente non condivide del tutto, la deriva liberista che sta esasperando le diseguaglianze tra i singoli e tra i popoli; la continua istigazione all'odio  verso chi si ostina ritenere che il marxismo possa ancora contribuire a delineare una prospettiva di liberazione e definisce "comunista" la società in cui vorrebbe vivere.

    Le indagini. Certo, c'è da augurarsi che vengano condotte a fondo con l'indispensabile tempestività, che tutti gli aspiranti stragisti siano al più presto individuati, insieme, se ve ne sono, con i loro mandanti, e resi finalmente incapaci  di nuocere. Smascherare uno o più gruppi terroristici sarebbe senza dubbio un grande risultato. Ma non possiamo illuderci che sia sufficiente, se non tagliamo l'erba sotto i piedi ai loro emuli, affermando con forza i valori che sono stati eclissati dall'idolatria del mercato, recando alla luce l'oscuro sottofondo sul quale è scorsa in questi ultimi decenni la storia cruenta del nostro paese, distinguendo con fermezza gli ideali ai quali è ispirata la costituzione italiana dall'ideologia autoritaria e razzista del fascismo, sostituendo. infine, il dialogo all'odio contro coloro che aspirano a costruire una società più umana con gli strumenti della democrazia e la tolleranza alla repressione violenta del dissenso.