Dal "manifesto" del 21 gennaio 2001

Dubbi sull'attendibilità dei test
Un test ha fatto cilecca.
L'istituto di ricerche di Tubinga, in Germania, ha effettuato sullo stesso animale due differenti test rapidi. In un caso è risultato positivo (Prionics), nell'altro (Biorad) la bestia è risultata invece sana. Ad aggravare i risultati delle prove dell'istituto di ricerca di Tubinga, si aggiunge un altro elemento: in un altro esame, con un'altra mucca, entrambi i test rapidi hanno fallito, l'animale è risultato affetto da Bse grazie ad un'analisi tradizionale (istologica) sul cervello. L'errore potrebbe derivare da un prelievo scorretto della parte da esaminare, ma questo non ridimensiona la gravità del fatto.
In Italia, l'unico test rapido utilizzato è quello della Prionics, un esame immunologico per l'individuazione di prioni nei tessuti cerebrali e spinali. Il test della Prionics attualmente è il più diffuso in Europa e raccomandato, insieme ad altri due, dalla Commissione europea. Altri cinque sono in attesa di autorizzazione. Tutti i test finora in circolazione hanno in comune il fatto che possono essere effettuati solo su animali morti (poiché analizzano tessuti del cervello o nervosi) e possono rintracciare la malattia solo in uno stadio già avanzato del morbo. Si ventilava anche l'ipotesi di un test da poter effettuare su animali vivi, ma la casa produttrice ha annunciato di non essere pronta prima del 2002.
Il mercato da conquistare è talmente ricco e in tale crescita da spingere ad una guerra senza esclusione di colpi per conquistare anche solo una minima fetta. Solo la Prionics vende ai laboratori europei almeno 600.000 test al mese ad un prezzo pari a 30.000 lire circa per unità.