Dal "manifesto" del 10 febbraio


IRAQ

"L'embargo è una tragedia disumana"

I caccia anglo-americani continuano imperterriti i loro voli di morte sul cielo iracheno. L'ultimo attacco è avvenuto ieri, nella "no fly zone" settentrionale, vicino a Bashiqah, 400 chilometri a nord di Baghdad.

Ma ieri un'altra bomba è stata lanciata, questa volta contro gli Usa e la loro politica verso la popolazione irachena. Hans von Sponeck, coordinatore a Baghdad del programma di aiuti delle Nazioni unite, ha definito l'embargo "una tragedia". "Come funzionario dell'Onu non posso evitare di riconoscere che il programma oil-for-food non soddisfa nemmeno i minimi bisogni della popolazione irachena - ha dichiarato van Sponeck - e che l'embargo è una tragedia disumana che deve cessare". Non è la prima volta che von Sponeck rilascia dichiarazioni di questo tenore, tanto che gli Usa e la Gran Bretagna ne avevano più volte chiesto la rimozione. Ma il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, lo ha confermato al suo posto. "Fino a quando la popolazione civile, che è totalmente innocente, - chiede von Sponeck - dovrà essere punita per cose che non ha commesso?" La risposta viene dal cielo, dai caccia dello Zio Sam, ma anche dalle mosse diplomatiche che Washington prepara.

Milton Leitenberg, un esperto americano di armi biologiche, ha dichiarato di avere avuto notizia che Baghdad avrebbe nascosto un deposito di materiale per la guerra biologica in una lingua di terra in un'ansa del fiume Tigri. La fonte di tale rivelazione sarebbero due membri dell'Unscom, la precedente missione di controllo sull'Iraq, chiusa tra le polemiche per le pesanti infiltrazioni dei servizi segreti statunitensi. Una nuova commissione partirà per l'Iraq, e intanto, in attesa di ispezioni, rapporti, verifiche e nuove ispezioni, l'embargo continua.