From: "Chierico Navigante" manifesto 7/12

ONU IRAQ: UN MILIONE E MEZZO I MORTI DA EMBARGOONU IRAQ: UN MILIONE E MEZZO I MORTI DA EMBARGO

Stop Usa alla "oil for food" Parigi: "E' una vergogna"

Parigi non partecipa al voto che silura il programma "umanitario"

- STEFANO CHIARINI - G li Stati uniti, con il sostegno della fedele Gran Bretagna, hanno imposto una riduzione della "Oil for food" da sei mesi a una sola settimana, ponendo praticamente fine al programma "umanitario" tanto acclamato al momento del suo lancio, nel 1996. Un programma che permette all'Iraq di vendere 5,2 miliardi di petrolio ogni sei mesi e di ricevere con tali proventi cibo, medicinali e "merci essenziali" per circa 3 miliardi di dollari. Il resto serve a pagare i danni di guerra, le spese dell'Onu in Iraq e l'affitto dell'oleodotto turco verso il Mediterraneo. In realtà molti dei prodotti e dei pezzi di ricambio per le infrastrutture civili irachene, acquistati nell'ambito della "oil for food", vengono bloccati dal veto americano nel Comitato per le sanzioni del consiglio di sicurezza. Tanto che sul conto corrente bloccato della Banca di Parigi a New York, dove vengono versati i proventi delle esportazioni di petrolio, vi sono, mentre in Iraq la gente muore di fame, più di 2 miliardi di dollari inutilizzati. La riduzione da sei mesi ad appena una settimana del programma umanitario, è stata duramente condannata dalla Francia che, con un gesto clamoroso, ha deciso di non partecipare al voto. Russia e Cina, anch'esse contrarie alla risoluzione ma sensibili ai prestiti americani, si sono astenute. Il ministero degli esteri francese ha commentato con estrema durezza il diktat Usa che fa scempio delle stesse risoluzioni dell'Onu e del programma "umanitario", sostenendo che il Consiglio di sicurezza dell'Onu, approvando la risoluzione, "ha gettato discredito su se stesso". "I termini della risoluzione erano valutamente irrealistici" ha sostenuto il ministero degli esteri francese aggiungendo che il periodo minimo perché il meccanismo dell'"Oil for food" possa funzionare -tra la firma dei contratti e la distribuzione delle merci umanitarie in Iraq - è da tre settimane a sei mesi: "Un rinnovo per un periodo inferiore blocca in realtà le operazioni umanitarie. E la situazione umanitaria (in Iraq) rimane catastrofica". Il governo di Baghdad, da parte sua, ha sostenuto che visti i meccanismi della "Oil for food" in realtà l'unica vera soluzione umanitaria sarebbe la revoca dell'embargo. Gli Usa hanno imposto il rinnovo di una sola settimana perché vogliono legare, in modo del tutto arbitario e contrario allo spirito e alla lettera della "Oil for food", la distribuzione delle merci umanitarie al ritorno degli ispettori Cia-Onu cacciati un anno fa alla vigilia dei raid anglo-americani. Senza ispettori niente cibo. E per raggiungere questo obiettivo hanno elaborato una nuova risoluzione sul ritorno in Iraq degli ispettori senza alcun allentamento dell'embargo. Di fronte al rifiuto iracheno gli Usa potrebbero così giustificare il rinnovo a tempo indetermninato delle sanzioni e togliere questo tema dalla campagna elettorale per le presidenziali di novembre.