da "Liberazione" del 29 giugno 2000
Lavoratori allAttac
A Ginevra il movimento sociale internazionale ha deciso di avviare
organizzazione e iniziative comuni. A questo treno antiliberista devono unirsi anche il
movimento operaio e i disoccupati. Lipotesi della Tobin tax
«Coordinare
tutte le iniziative di lotta al liberismo per prolungarle e svilupparle su diversi piani,
sociali e istituzionali». Lobiettivo generale della Contro-Conferenza di Ginevra
veniva indicato così da Pierre Khalfa, di Attac France e sindacalista di Sud-Ptt. Il
giorno successivo, in una affollatissima e torrida (per il caldo) riunione, alla quale
partecipavano sindacalisti europei, latinoamericani, africani, asiatici, russi, coreani,
un sindacalista messicano a sua volta si sforzava di chiarire che non è un problema solo
organizzativo. Si tratta innanzitutto di stabilire una agenda internazionale di iniziative
per le quali costruire e appoggiare di volta in volta specifiche campagne di lotta, per
esempio contro la creazione di una zona di libero scambio nel Mediterraneo, con un
appuntamento a Marsiglia a novembre; o per una Costituzione europea fondata sui diritti
sociali a Nizza, alla conclusione del semestre di presidenza francese della Ue. La
proposta importantissima del Forum Sociale di Porto Alegre, con una giornata di lotta
mondiale costituisce una grande opportunità per progredire nel coordinamento di
movimenti. A Ginevra è stato anche deciso di costituire un coordinamento europeo aperto
che terrà regolari riunioni con cadenza trimestrale. Questo coordinamento, proposto da
Attac Francia che se ne assumerà anche lonere organizzativo, si articolerà in
strutture di lavoro su alcuni temi (per esempio la distruzione del controllo pubblico
sulle attività economiche; la privatizzazione dei servizi; la questione fiscale). La
politica neoliberista, insomma, va battuta con un movimento a livello internazionale e la
strategia necessaria deve avere un carattere internazionale. Ma se le grandi
organizzazioni internazionali sono in crisi (come ha dimostrato Seattle), non significa
che ormai sia facile batterle. Sono in crisi, infatti, anche le organizzazioni dei
lavoratori, anche dove erano più forti, come qui in Europa. Lo ricordava un compagno di
Attac Brasile e dei Sem Terra, toccando un nostro nervo scoperto. Già: quale vera forma
di unione mondiale sarebbe mai possibile senza la capacità di unirci alle organizzazioni
dei lavoratori e alle organizzazioni popolari? Nessun movimento antiliberista (e meno
ancora anticapitalista) può accrescere davvero la sua forza senza i lavoratori. Ma,
daltra parte, la crisi del movimento sindacale non può essere arrestata finchè i
lavoratori e i disoccupati, organizzati e non organizzati, assistono dallesterno
alla crescita di un movimento che ha o tende ad acquisire contenuti sociali e politici
radicalmente antiliberisti, seppure non sempre coscientemente anticapitalisti. Lo sviluppo
di questo movimento, minoritario ma presente in decine di paesi, è la novità politica di
questi ultimi anni. I settori del movimento operaio che si sono opposti alle politiche
concertative di governi e imprese, non possono non avere in questo movimento un naturale
alleato, una possibilità di allargamento della lotta per una politica sociale
antiliberista a tutta la società. Il movimento Attac può essere (in alcuni casi è già)
la struttura nella quale il movimento antiliberista e i settori antiliberisti del
movimento operaio si incontrano per unire gli sforzi per costruire quella sorta di
Internazionale dei movimenti sociali senza la quale, nellepoca della
mondializzazione capitalistica, nessuna ricostruzione del movimento operaio sarà
possibile. Il lavoro su questa ipotesi rappresenta la specificità di Attac Italia, grazie
alla presenza, nel suo Comitato Promotore, della sinistra sindacale, del S. in. Cobas e
dellAssociazione In Marcia!. Su questa proposta intendiamo continuare a lavorare,
sia contribuendo allo sviluppo di una battaglia ideologica sui valori antiliberali, sia
proponendo a tutti i lavoratori un obiettivo concreto e, se si costruisce la volontà
politica necessaria, attuabile: la tassa Tobin per il controllo dei movimenti finanziari
speculativi. Questa tassa, che pure non è lunica misura possibile e necessaria per
il controllo della speculazione finanziaria, è un obiettivo che potrebbe mobilitare
grandi forze sociali, se diventasse un obiettivo dei lavoratori. Intendo dire se
diventasse lobietivo di un movimento del quale i lavoratori fossero parte attiva e
determinante. Un movimento nel quale si potrebbe cominciare a ricostruire quella saldatura
tra occupati e disoccupati, tra giovani e anziani, tra lavoratori e cittadini, in mancanza
della quale il movimento dei lavoratori resterebbe nellimpasse in cui è confinato e
il movimento antiliberista non farebbe molti passi in avanti.
Salvatore Ricciardi, Attac Italia