Giulio Girardi, teoria e prassi nonviolenta della liberazione

In un intervento a un convegno tenutosi a Molfetta nel 1988, Giulio Girardi
(teologo e filosofo della liberazione, impegnato da decenni nella
solidarietà, per la liberazione dei popoli e i diritti umani) formula ed
analizza dieci ipotesi sulla nonviolenza. Riproduciamo qui le dieci ipotesi,
rinviando per lo svolgimento di ciascuna di esse al testo originale (Giulio
Girardi, La nonviolenza è un'alternativa?, in AA.VV., Un nome che cambia: la
nonviolenza nella società civile, La Meridiana, Molfetta 1989, alle pp. 9-20).
Profondi motivi di gratitudine ci legano alla riflessione ed alla persona di
Giulio Girardi, uno dei protagonisti del rinnovamento delle categorie
culturali dei movimenti di liberazione dagli anni sessanta, uno dei
protagonisti dell'esperienza della rivoluzione sandinista che ha avuto lungo
gli anni ottanta una importanza fondamentale nella coscienza e nella ricerca
di nuove strade per la liberazione e la solidarietà a livello planetario,
una rilevanza che le vicende successive ed attuali non possono cancellare.
Un pensatore che condivide la vita dei popoli oppressi in America Latina e
"costruisce ponti" tra esperienze, sensibilità, culture, persone impegnate
contro l'ingiustizia, per la dignità e la fraternità e sororità umana.
E che tante volte abbiamo potuto ascoltare qui a Viterbo, con la sua
lucidità di analisi, la sua precisione espositiva, la sua passione che mai
cede alla retorica e tutta si traduce in profonda comunione con gli
oppressi, in salda consapevolezza della forza ermeneutica del punto di vista
degli oppressi, della carica di verità della lotta degli oppressi.
Agli estratti seguenti premettiamo una breve notizia biobibliografica.

Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Viterbo, 9 agosto 2000

Notizia biobibliografica su Giulio Girardi
Profilo biografico: nato al Cairo nel 1926, filosofo e teologo della
liberazione, durante il Concilio partecipò alla stesura dello schema XIII;
membro del Tribunale permanente dei popoli, particolarmente impegnato nella
solidarietà con i popoli dell'America Latina.
Opere di Giulio Girardi: presso la Cittadella sono usciti: Marxismo e
cristianesimo, Credenti e non credenti per un mondo nuovo, Cristianesimo,
liberazione umana, lotta di classe, Educare: per quale società?, Il
capitalismo contro la speranza, Cristiani per il socialismo: perché?; presso
Borla sono usciti: Sandinismo, marxismo, cristianesimo: la confluenza, (a
cura di) Le rose non sono borghesi, La tunica lacerata, Fede cristiana e
materialismo storico, Dalla dipendenza alla pratica della libertà, Il popolo
prende la parola (con J. M. Vigil), La Conquista dell'America, Gli esclusi
costruiranno la nuova storia?, Cuba dopo il crollo del comunismo, Cuba dopo
la visita del papa; presso le Edizioni Associate: Rivoluzione popolare e
occupazione del tempio; presso le ECP: Il tempio condanna il vangelo.
Recentemente, presso Anterem, l'opuscolo Riscoprire Gandhi.
Opere su Giulio Girardi: non conosciamo monografie in volume su Giulio
Girardi, ma la sua riflessione è da decenni un punto di riferimento
nell'ambito della teologia della liberazione, dei movimenti cristiani di
base, della riflessione dei popoli in lotta contro il razzismo, il
colonialismo, l'imperialismo.

Giulio Girardi, Dieci ipotesi per la nonviolenza

Prima ipotesi. L'antitesi violenza-nonviolenza non oppone soltanto due
impostazioni metodologiche e strategiche, ma due prospettive globali, due
progetti fondamentali di società.
Seconda ipotesi. Il conflitto violenza-nonviolenza, diritto della
forza-forza del diritto, è il conflitto fondamentale della storia, quello
nel quale essa definisce il suo senso.
Terza ipotesi. La violenza più micidiale del mondo contemporaneo è quella
cristallizzata nelle strutture economiche e politiche della società e del
mondo: sia quelle del capitalismo sia quelle del socialismo realizzato.
Quarta ipotesi. L'antagonismo tra i popoli oppressi del Terzo Mondo e gli
imperi che li dominano è oggi la forma fondamentale del conflitto
violenza-nonviolenza nel mondo occidentale.
Quinta ipotesi. L'alternativa nonviolenta, così intesa, è radicalmente
rivoluzionaria.
Sesta ipotesi. La cultura della nonviolenza e della pace non dev'essere
sviluppata in antitesi alla cultura della liberazione, ma deve stabilire con
questa un intreccio dialettico e critico.
Settima ipotesi. L'aspetto più radicale del dominio della violenza nel mondo
è la sua penetrazione occulta nella coscienza e nell'inconscio collettivo.
La violenza rimarrà invincibile fino a quando non sarà sconfitta nelle
coscienze, e prima di tutto nelle coscienze del mondo ricco.
Ottava ipotesi. Uno dei fronti decisivi sui quali la violenza ha conseguito
la sua vittoria nel mondo è quello religioso.
Nona ipotesi. Il perno di una strategia rivoluzionaria nonviolenta è la
formazione dei nuovi soggetti del cambiamento: che passa attraverso la
trasformazione della coscienza degli oppressi di tutto il mondo ed esige un
vasto movimento di educazione popolare liberatrice.
Decima ipotesi. L'educazione popolare liberatrice è oggi, per i credenti, un
itinerario privilegiato per riscoprire l'ispirazione originaria sovversiva e
nonviolenta del messaggio di Gesù, per reinvestire la forza del Vangelo e
della tradizione popolare cristiana dalla parte degli oppressi, cioè dalla
parte dell'alternativa nonviolenta, della giustizia, della solidarietà, e
dell'amore universale.
Conclusione. Vorrei concludere questa riflessione con una domanda: perché la
prospettiva nonviolenta si rivela così attuale in questa fase di "crisi
delle ideologie"? di "caduta dei miti"? A questa domanda si possono dare due
risposte, ciascuna delle quali ha probabilmente una sua parte di verità.
Per alcuni l'atteggiamento nonviolento rappresenta una fuga dalla lotta, una
manifestazione di stanchezza, il riconoscimento dei fallimenti passati, e la
rassegnazione a quelli futuri. Gandhi qualificherebbe questa risposta come
la nonviolenza dei deboli.
Ma l'atteggiamento nonviolento può anche rappresentare, ed è questo il senso
che vogliamo dargli qui, un rilancio ed una radicalizzazione della lotta.
Partendo, certo, dalla crisi di tutti i progetti di liberazione imperniati
sulla violenza, dal riconoscimento del loro parziale o totale fallimento. Ma
trovando l'audacia di andare oltre, di tentare una strada nuova, di puntare
su un'inversione di tendenza storica. L'audacia di credere che il messaggio
di liberazione di tutti gli emarginati può ancora essere ascoltato, può
ancora diventare storicamente efficace, può ancora diventare per grandi
masse una ragione di speranza.
Per i credenti quest'audacia si nutre anche di una rilettura dell'Esodo, che
diventa una sua riattualizzazione: l'esperienza vissuta oggi da tanti
cristiani impegnati nelle lotte di liberazione, che Dio sta di nuovo
irrompendo nella storia, in un mondo segnato dalla schiavitù, prendendo
partito ancora una volta per gli schiavi, e riaccendendo in essi la passione
della libertà.
Il messaggio nonviolento però non si propone solo come un'alternativa nella
storia dell'umanità, ma anche nella vicenda di ognuno. Il momento che
viviamo non esige solo scelte decisive per l'umanità, ma anche per ogni
persona che voglia viverlo consapevolmente. Anche per noi quindi, per
ciascuno di noi, è l'ora di grandi scelte esistenziali: o la difesa timida
delle nostre sicurezze, del nostro orticello, dei nostri privilegi, della
nostra rispettabilità; o l'audacia e l'onestà di rimetterci radicalmente in
questione, di smascherare le nostre complicità con la violenza dominante;
per condividere con gli oppressi di tutto il mondo, l'avventura esaltante
della loro liberazione, che sarà anche la nostra.
[Questi brani sono estratti da Giulio Girardi, La nonviolenza è
un'alternativa?, in AA.VV., Un nome che cambia: la nonviolenza nella società
civile, La Meridiana, Molfetta 1989, alle pp. 9-20; qui non abbiamo
riprodotto né l'introduzione né lo svolgimento delle singole "ipotesi": ci
sarebbe caro che il lettore si procurasse il volume e leggesse l'intero
intervento di Girardi - ma anche gli altri: di Tonino Bello, Arrigo
Cavallina, Tonino Drago, Piero Fantozzi, Giovanna Gioia, Giuliana Martirani,
Antonio Mazzi, Nanni Salio, Cesare Sommariva, con una presentazione di
Guglielmo Minervini - ].