Da Rainews 24 dell'11 febbraio 2001
Parigi, 10 Febbraio
"Credo sinceramente che la Russia costituisca una minaccia per l'Occidente in
generale, e per i nostri alleati europei in particolare". Lo ha detto, in
un'intervista alla rivista francese 'Politique Internationale', ripresa in parte da 'Le
Figaro Magazine', Condoleeza Rice, consigliere per la Sicurezza del presidente americano
George W. Bush.
Nell'intervista, la signora Rice rivela anche di essere stata contraria alle
"motivazioni" e al modo in cui č stata gestita la missione in Kosovo.
Arsenale nucleare del Cremlino
Nč gli europei nč gli americani - ha continuato - "vigilano abbastanza sui rischi
rappresentanti dall'arsenale nucleare e dai mezzi balistici del Cremlino. Noi abbiamo
tutti i motivi di temere eventuali trasferimenti di tecnologia nucleare proveniente dai
russi".
Russia deve volere le riforme
Alla Russia č dedicata gran parte dell'intervista di Rice, che si dice "non
contraria all'idea di sostenere la transizione a Mosca", ma "i russi devono
mostrare chiaramente la volontā di andare avanti sulla strada delle riforme, per quanto
pericolosa". "Il problema - questa la diagnosi di Condoleezza Rice - č che
l'amministrazione Clinton aveva rapporti talmente privilegiati con Boris Ieltsin da
dimenticare di seguire cosa succedeva a livello del governo e nel paese stesso. Risultato:
la visione di Washington era totalmente falsata".
Mosca verso Paesi arabi
La politica estera del Cremlino, prosegue, porterā Mosca ad "avvicinarsi sempre pių
alle nazioni arabe, compreso l'Iraq, e quest'evoluzione la porterā a rifiutare di
contribuire a certi sforzi per la pace".
No a impegni decisi alla leggera
Sulla politica estera americana, la consigliera di Bush si dice contraria ad interventi
militari Usa "decisi alla leggera". Ad una domanda sul coinvolgimento degli
Stati Uniti in alcune operazioni Nato sotto la presidenza di Bill Clinton, Rice risponde
di essere "favorevole all'intervento militare degli Stati Uniti in caso di pericolo
confermato o potenziale per i nostri alleati". Ma "contraria a qualsiasi impegno
deciso alla leggera con il pretesto di compiere una missione umanitaria".
Contraria all'intervento in Kosovo
Un esempio č il Kosovo: "al momento della guerra in Kosovo - continua Rice - non ero
d'accordo con le motivazioni morali addotte per giustificare il nostro intervento. Ci
abbiamo inviato uomini senza un piano concepito in precedenza e, soprattutto, senza
impegnare tutte le nostre forze nella battaglia, ciō che avrebbe consentito di limitare
il numero di vittime e la durata dell'operazione".
La Rice ha ricordato che la nuova amministrazione americana intende rivedere, di concerto
con gli alleati europei, la presenza delle forze americane nei Balcani